.

COME VALUTARE UN SOFTWARE DI COMUNICAZIONE AUMENTATIVA ALTERNATIVA: una prospettiva allargata

COME VALUTARE UN SOFTWARE DI COMUNICAZIONE AUMENTATIVA ALTERNATIVA: una prospettiva allargata

del: 03/04/2018

Dott.ssa Cristina Sassi

I software di Comunicazione Aumentativa Alternativa si trovano sul mercato italiano da diversi anni, se consideriamo la piattaforma Windows.

Sono rimasti a lungo un prodotto di nicchia, proprio perché legati ad un utilizzo su macchine difficilmente trasportabili ed utilizzabili solo per breve tempo senza alimentazione. Questo ha comportato a lungo la proposta dei software di CAA soltanto a soggetti con limitazioni motorie, che utilizzavano supporti fissi o che comunque non avevano grandi necessità di frequenti spostamenti, anche in esterno.

Tale limitazione d’uso ha favorito però lo sviluppo di software di altissima qualità, con grande attenzione alle difficoltà motorie e sensoriali degli utilizzatori. Ancora oggi ritengo che i software migliori siano quelli sviluppati in ambiente Windows.

In un momento successivo, con la diffusione dei tablet, sì è avuta un’esplosione delle applicazioni per la comunicazione e dell’utilizzo dei tablet quale supporto alla funzione comunicativa.

Mentre fino a qualche tempo fa era in genere l’operatore che valutava l’opportunità di introdurre un ausilio tecnologico per utenti con problemi di comunicazione, oggi è esperienza sempre più comune dover affrontare e gestire scelte già compiute dalle famiglie, non sempre in possesso degli elementi necessari per valutare quale sia lo strumento più efficace (Costello, Shane & Caron 2013).

La scelta delle caratteristiche di un software che meglio incontrano le esigenze di ogni utilizzatore è un processo delicato ed importante: è bene che tutte le figure di riferimento che devono contribuire alla realizzazione di un progetto di comunicazione siano coinvolte e rese consapevoli.

Ma quali sono gli aspetti da considerare? Una rapida valutazione del materiale più facilmente reperibile in rete restituisce una mole di dati da valutare assai imponente e spesso non omogenea (un ringraziamento a Fiorella Messina per il prezioso aiuto in questa ricerca).

Tento qui di riassumere i diversi generi di dati che possono contribuire ad inquadrare la scelta in un contesto il più ampio possibile.

Molto utile l’accurata e puntuale analisi di Jane Farrall, che nel 2016 pubblicava, in occasione della conferenza ISAAC a Toronto, una timeline che illustra nel tempo la disponibilità su piattaforma Apple di app per la CAA, cercando tra l’altro di analizzare i motivi della scomparsa dal mercato di alcune applicazioni. Questo è un aspetto troppo spesso trascurato: ci si approccia alle applicazioni nella convinzione che saranno disponibili in eterno, senza considerare con la dovuta attenzione che i sistemi operativi cambiano; questo crea una forte pressione sugli sviluppatori, che devono avere spalle solide sia finanziariamente che come organizzazione per continuare a garantire la presenza e l’aggiornamento del software, la cui presenza sul mercato finisce per essere molto più fluida rispetto alla percezione che in genere se ne ha.

Un altro approccio interessante ed originale è l’analisi del software valutato in funzione del supporto che può garantire ai diversi componenti della competenza comunicativa: una griglia appositamente redatta con questo obiettivo è quella proposta da Parker & Zangari nel 2012. Tra le varie voci, con la griglia viene valutato il supporto fornito all’arricchimento del vocabolario di base, alla costruzione delle frasi, alla corretta morfologia delle parole, alla possibilità di creare narrazioni e storytelling, alla semantica e alla possibilità di creare parole nuove.

Un altro criterio di analisi utile ad allargare la prospettiva è quello di Marfilius e Fonner, che propongono diverse griglie volte ad analizzare software aventi funzioni diverse, spesso ricomprese nei software di comunicazione aumentativa alternativa propriamente detti, ma che possono vivere di vita propria ed in alcuni casi rispondere in modo eccellente alle necessità della persona con bisogni comunicativi complessi (a volte potrebbe bastare una tastiera a video, perché no?).

Dopo queste suggestioni, ecco arrivato il momento di prendere di petto il gravoso compito dell’analisi del software di CAA. Tante e complesse sono le griglie disponibili. Mi limito a segnalarne una, sicuramente molto ricca ed esauriente, benchè focalizzata sull’analisi delle applicazioni per tablet: è quella in italiano proposta da Auxilia nel 2016.

Il mio invito rimane sempre quello di mettere le mani in pasta: occorre esplorare e provare e saggiare fino a dove può arrivare un software, per immaginarne l’uso per ogni utilizzatore. Se si sa cosa ci si può aspettare, si è in grado anche di scegliere, o di escludere, o di chiedere.

Di una griglia di valutazione io vedo l’utilità non tanto nella sua forma finita e compilata, quanto nella familiarità con le singole, numerose voci che la compongono.

Ecco perché ho scelto di guidare un piccolo gruppo di volontari nell’analisi e nel confronto tra due software: per stuzzicare la voglia di vedere oltre l’apparenza, che rende tutti i software per la CAA simili tra loro. Questa sarà una delle proposte GETI ad Exposanità (Qui i link per le iscrizioni http://www.leonardoausili.com/docet/home)

E per chi non potrà partecipare all’incontro, un invito a venirci a trovare comunque (Salone Horus Pad. 16 D10) per festeggiare con noi i nostri 20 anni di attività e di cambiamenti.

Cristina Sassi

c.sassi@leonardoausili.com

Prodotti correlati