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DEFICIT DELL'ATTENZIONE E IPERATTIVITA' E ASSISTIVE TECHNOLOGY

DEFICIT DELL'ATTENZIONE E IPERATTIVITA' E ASSISTIVE TECHNOLOGY

del: 29/05/2002

Ins. Guido Bottura

Caratteristiche

Ecco che cosa riporta il sito italiano AIDAI sui problemi di attenzione e iperattività.

"Il Disturbo da Deficit di Attenzione ed Iperattività (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) è un termine che è stato coniato per indicare un problema che interessa sia bambini che adulti che manifestino difficoltà nel mantenere l'attenzione nel tempo, nel controllare l'impulsività e nel regolare il proprio livello di attivazione fisiologica. Questo disturbo ha avuto numerose etichette nel corso di quest'ultimo secolo: reazione ipercinetica del bambino, iperattività, sindrome ipercinetica, disfunzione cerebrale minima, Disturbo da Deficit Attentivo (con o senza Iperattività).

Le persone (soprattutto bambini) che presentano questo problema manifestano le seguenti caratteristiche:

1) Scarsa attenzione mantenuta (quindi precoce distraibilità) e debole persistenza per l'esecuzione dei lavori, in particolar modo in quelli prolungati e ripetitivi. Queste caratteristiche psicologiche portano ad un rapido raggiungimento del livello di "stanchezza" e di noia che si evidenziano con frequenti spostamenti da un'attività, non completata, ad un'altra; perdita di concentrazione durante lavori protratti nel tempo e incapacità di portare a termine le consegne senza supervisione

2) Inadeguato controllo degli impulsi e difficoltà nel posticipare una gratificazione. Si segnala spesso, infatti, che questi bambini non riescano a fermarsi a pensare prima di agire, ad aspettare il proprio turno, a lavorare per un premio consistente, ma lontano nel tempo, piuttosto di una gratificazione minore ma immediata. Inoltre, essi manifestano un deficitario controllo dei comportamenti non adeguati rispetto alle situazioni ambientali

3) Eccessiva attività irrilevante rispetto al compito principale e attività scarsamente regolate rispetto alle richieste ambientali. I bambini con ADHD sono solitamente visti come agitati, irrequieti, incapaci di stare fermi, e sempre sul punto di partire. Essi manifestano un eccessivo movimento, non richiesto per l'esecuzione dei compiti (come muovere le gambe, giochicchiare o lanciare oggetti, spostarsi da una posizione all'altra), soprattutto in situazioni ripetitive e noiose

4) Difficoltà nel seguire le regole. Le persone con difficoltà di attenzione e iperattività manifestano incapacità nel seguire le regole di comportamento o i comandi impartiti per lo svolgimento di un'attività, senza che vi sia la supervisione di un adulto. Questo aspetto potrebbe essere dovuto a qualche difficoltà di comprensione delle istruzioni e ad un improprio uso delle abilità di memoria. Un osservatore ha l'impressione che i comandi dati ai bambini con ADHD non li aiutino a dirigere le proprie attività

5) Ampia variabilità nelle manifestazioni comportamentali durante l'esecuzione dei compiti. Gli operatori clinici sono concordi nel ritenere che esista un'ampia variabilità nella qualità delle prestazioni dei bambini con ADHD, sia per quanto riguarda i risultati scolastici che nelle attività extra-scolastiche. È molto probabile che, all'interno del gruppo di persone con ADHD, esistano differenti sotto-categorie che manifestino, in modo particolare, alcune caratteristiche cognitive (di pensiero e ragionamento) e comportamentali, del tutto peculiari rispetto ad altri individui che presentano ugualmente difficoltà di attenzione e iperattività

Esistono altri particolari che permettono di individuare un bambino che presenta difficoltà di attenzione e iperattività, tra i quali ricordiamo:

1) Precoce insorgenza dei sintomi principali. La maggior parte delle persone che presentano un ADHD hanno cominciato a manifestare queste caratteristiche sin dalla prima infanzia (l'età media di segnalazione del problema avviene tra i 3 e i 4 anni), sebbene le difficoltà possano aumentare all'età di 6-7 anni, in coincidenza con l'ingresso nella scuola

2) Variazioni rispetto alla situazione specifica. Le principali caratteristiche del ADHD hanno una notevole variabilità da una situazione all'altra: in particolare, nel rapporto uno-a-uno, in presenza di un adulto che controlla l'attività del bambino, le difficoltà si riducono notevolmente; lo stesso si verifica con attività nuove e interessanti. In situazioni poco strutturate, in cui il ragazzo è inserito in un gruppo di persone per svolgere attività ripetitive e prolungate nel tempo, le prestazioni sono decisamente insoddisfacenti

3) Mantenimento nel tempo delle caratteristiche comportamentali. È frequente che i bambini con ADHD continuino ad avere queste manifestazioni anche in età adolescenziale e adulta, soprattutto se non usufruiscono di alcun intervento psicologico che li aiuti a controllare i propri comportamenti e a regolare il proprio livello di attività

Si stima che le difficoltà di attenzione e iperattività interessino circa il 5% - 7% della popolazione in età scolare, con un rapporto tra i sessi di 4 maschi ogni femmina. La natura del disturbo ha una componente biologica innata, con forti caratteristiche ereditarie, e una di tipo educativo - ambientale. L'ipotesi più accreditata è che un bambino nasca già con una predisposizione a sviluppare i comportamenti tipici del ADHD la cui gravità dipende dalla situazione ambientale in cui l'individuo vive.

A volte, un'educazione variabile, che non consenta di acquisire dei "punti fermi" nella propria vita, non aiuta il bambino (che già possiede un patrimonio biologico poco regolato) a imparare ad autocontrollare i propri comportamenti. Pertanto, da un lato i genitori non devono sentirsi in colpa per il particolare comportamento manifestato dal proprio figlio (in quanto esiste una forte componente biologica), dall'altro sono in grado di poter modificare la situazione attuale, proprio perché la struttura dell'ambiente, soprattutto domestico, ha un forte impatto sulle manifestazioni comportamentali del bambino con difficoltà di attenzione e iperattività. L'evoluzione del disturbo è sicuramente migliore se il bambino e la famiglia vengono precocemente seguiti da un operatore clinico che insegni loro alcune tecniche per il controllo comportamentale. "

Approfondendo le ricerche su questo tipo di problematiche, sull'autorevole sito statunitense del CHADD (Children and Adults With Attention - Deficit/ Hyperactivity Disorder https://chadd.org/) si possono trovare indicazioni più puntuali.

Criteri diagnostici

Il Manuale di Diagnostica e Statistica, IV edizione, strumento di diagnosi ufficialmente riconosciuto negli USA, prevede tre tipi di sindrome ADHD:

  • A predominanza di iperattività e impulsività
  • A predominanza di disturbi di attenzione
  • Combinata

Per utilizzare i criteri diagnostici per l'ADHD, i sintomi devono essere presenti da almeno sei mesi ed essere comparsi prima dei sette anni di età.

Disturbi di attenzione

1) Spesso non riesce a prestare attenzione ai dettagli oppure compie errori di distrazione nel lavoro scolastico o in altre attività;

2) Spesso ha difficoltà nel mantenere l'attenzione nei compiti o nelle attività di gioco;

3) Spesso sembra non ascoltare quando gli si parla direttamente;

4) Spesso non segue correttamente le istruzioni e sbaglia nel portare a termine i compiti di scuola, gli impegni quotidiani o i propri doveri (non a causa di comportamenti oppositivi o di errori di comprensione delle istruzioni);

5) Spesso ha difficoltà ad organizzare compiti ed attività;

6) Spesso evita, non sopporta o è riluttante nell'affrontare compiti che richiedono uno sforzo cognitivo rilevante (come compiti di scuola);

7) Spesso dimentica cose necessarie per compiti o attività (ad esempio giocattoli, consegne scolastiche, matite, libri o strumenti);

8) Spesso è facilmente distratto da stimoli estranei;

9) Spesso è smemorato nelle attività quotidiane.

Iperattività - impulsività

1) Spesso è irrequieto con le mani o i piedi oppure si agita sulla sedia

2) Spesso si alza dal posto in classe o in altre situazioni in cui è richiesto di rimanere seduti

3) Spesso corre qua e là o si arrampica eccessivamente in situazioni nelle quali non è appropriato (negli adolescenti o negli adulti può essere limitato dal soggettivo senso di irrequietezza)

4) Spesso ha difficoltà nel giocare o impegnarsi in attività nel tempo libero in modo tranquillo

5) È spesso "in movimento" o spesso agisce come "spinto da un motore"

6) Spesso parla eccessivamente

7) Spesso dà risposte prima che le domande siano complete

8) Spesso ha difficoltà ad aspettare il proprio turno

9) Spesso interrompe o importuna gli altri

Conseguenze

Le esperienze in ambiti sociale ed educativo possono evidenziare l'accentuarsi di disturbi della condotta e di personalità antisociale, disturbi dell’umore, disturbi d’ansia. Gli studenti con ADHD hanno maggiori probabilità di essere fermati, di ritirarsi dalla scuola, scarsa realizzazione scolastica e difficoltà di adattamento sociale ed emozionale, se non ricevono un adeguato e appropriato trattamento.

Questo probabilmente perché l'ADHD rende i bambini vulnerabili all'insuccesso nei due ambiti più importanti per una regolarità dello sviluppo: le prestazioni scolastiche e le relazioni fra pari. I bambini con ADHD non sono incapaci di apprendere, ma difficilmente arrivano a risultati scolastici per la scarsa organizzazione, l'impulsività e l'iperattività, la disattenzione e la distraibilità.

Inoltre l'ADHD frequentemente coesiste con altri problemi d'apprendimento, di comportamento, emozionali e di sviluppo. Questi includono i disturbi d'apprendimento, in particolare di lettura e scrittura, dislalie e discalculie, disturbi di linguaggio, comportamentali, disturbi di oppositività aggressiva, sindromi ansiose. L'ADHD inoltre incide sulla memoria, soprattutto sulla memoria di lavoro, e sull'organizzazione.

L'ADHD non trattato può, inoltre, può indurre scarsa autostima e insufficiente adattamento sociale. I ragazzi con ADHD hanno comunemente difficoltà di esperienze interpersonali e rifiuto dai coetanei e sono stati indicati come quelli che provocano le peggiori reazioni degli insegnanti.

L'ADHD si può verificare in soggetti di ogni livello intellettivo, persino ragazzi brillanti e dotati con l'ADHD possono fallire nell'esperienza scolastica. Nonostante le loro abilità naturali, la loro disattenzione, l'impulsività e l'iperattività spesso causano insuccessi nelle prove, trattenimenti, sospensioni ed espulsioni. Senza una diagnosi appropriata, gli adattamenti e gli interventi necessari, i ragazzi con ADHD fanno esperienze con maggior frequenza di conseguenze negative.

Strategie e tecniche di intervento

L'approccio al trattamento di questa sindrome deve essere multimodale e, quindi, prevedere un mix di interventi di tipo diverso.

Il trattamento farmacologico è attuato soprattutto negli USA, in Italia il Ministero della Sanità sta considerando la possibilità di approvare la messa in commercio del farmaco psicostimolante che era in commercio in Italia sino alla fine degli anni '80 e successivamente non più disponibile. Il medicinale, un farmaco, risulta chiaramente efficace, con effetti collaterali lievi e facilmente reversibili, resta efficace per molti anni.

L’aggressività verbale e fisica si riducono. È stata dimostrata una significativa diminuzione degli eventuali comportamenti antisociali. Gli effetti psicostimolanti nell’ADHD comprendono miglioramento clinico dell’impulsività, dell’iperattività, della disattenzione e della labilità emotiva e possono portare a miglioramento duraturo delle competenze sociali e delle attitudini verso se stessi.

Attualmente può essere richiesto dalle farmacie ospedaliere in alcuni paesi europei.

Aspre polemiche hanno per ora accolto le notizie di una possibile commercializzazione in Italia del farmaco in questione.

Il trattamento farmacologico non dovrebbe, però, essere utilizzato in sostituzione di un adeguato trattamento educazionale, o di altri "aggiustamenti" ambientali. Attualmente, la risposta più appropriata ad un problema comportamentale è la modificazione del comportamento e per i bambini il cambio di posizione all’interno della classe a scuola o la modificazione del modo di insegnare dell’insegnante.

Questo è il caso quando è particolarmente evidente che il comportamento disturbato è circoscritto ad una isolata situazione sociale sia per gli adulti che per i bambini; oppure quando è la risposta alla sostituzione dell’insegnante o è la reazione ad un particolare approccio dell’insegnante con il paziente o quando il paziente ha un disturbo dell’apprendimento.

Specifiche disabilità nell’apprendimento, lacune nelle abilità e nelle conoscenze accademiche o lavorative dovute al deficit attentivo e deficit nelle capacità organizzative, possono richiedere interventi di tipo educazionale. Spesso sono indicati dei training di tecniche di gestione comportamentale per i genitori e per i familiari dei pazienti. Deficit nelle abilità sociali e patologie familiari spesso necessitano di specifici trattamenti.

Il controllo comportamentale è un intervento di grande rilievo con i soggetti con ADHD. La tecnica più efficace è il "rinforzo positivo", per la quale il bambino viene gratificato quando mette in atto un comportamento richiesto. Quasi ogni piano di insegnamento di comportamenti sociali contiene strategie di "modeling", cioè mostrare comportamenti appropriati in modo che il bambino impari per imitazione. Il modeling include l'uso rinforzo dei comportamenti positivi, il saluto alla porta ed appropriati gesti e sorrisi. Per i bambini più piccoli pupazzi e bambole possono essere modelli adatti.

Un aspetto importante del modeling comprende l'uso del linguaggio del corpo. I ragazzi con ADHD possono avere problemi di comprensione delle espressioni del viso, se gli si insegna ad interpretare le emozioni sottintese all'espressione del viso, può essere migliorata la loro comprensione delle interazioni sociali. I bambini con ADHD traggono benefici dalle reazioni immediate (l'insegnante o i genitori sono arrabbiati, contenti, ecc.?). Risposte gestuali accentuate (strizzate d'occhi, gesti di approvazione, aggrottamento delle sopracciglia, ecc.) inoltre, comunicano efficacemente con il ragazzo.

Il genitore che usa esplicite lodi di incoraggiamento, promuove una risposta sociale positiva. Gli incoraggiamenti spostano il valore sugli sforzi del ragazzo, non sulla qualità dei risultati. Per esempio: "Sono sicuro che hai lavorato molto su questo". La lode non giudica la qualità, ma dichiara in modo specifico che ha lavorato bene. Non bisogna focalizzarsi su ciò che non sa fare ma sulle capacità e le abilità.

L'intervento educativo risulta di fondamentale importanza per una positiva evoluzione del percorso formativo. Il successo in classe richiede una serie di interventi. La maggior parte dei soggetti con ADHD possono apprendere regolarmente in classe con alcuni adattamenti, con il supporto di personale e/o alcuni interventi fuori dalla classe.

L'ADHD rientra, negli USA nelle categorie che consentono interventi di "special education" ai soggetti mediante servizi di supporto. Alcuni degli interventi che possono essere forniti agli alunni in questione includono adattamenti nell'insegnamento, nelle richieste, e nelle valutazioni (ad esempio nei tempi di esecuzione delle prove); assistenza di un "addetto alla classe" oppure un insegnante specializzato; tecnologie di supporto (assistive technology) e lo sviluppo di un piano d'intervento comportamentale. Questo significa inoltre che, negli USA, ragazzi che hanno bisogno di assistenza farmacologica possono usufruirne anche a scuola.

Il supporto psicoterapico, soprattutto a breve termine, può aiutare il paziente a riconoscere come la propria disabilità può essere associata alla serie di prestazioni insoddisfacenti e alle difficoltà nelle relazioni personali. Un intervento più lungo può indirizzare gli sbalzi di umore, stabilizzare i rapporti interpersonali e alleviare i sensi di colpa e di scoraggiamento. È consigliabile ricorrervi per favorire l'accettazione e la convivenza con la sindrome, per evitare una destabilizzazione della persona che procede verso l'età adulta.

Il counseling esercitato anche nei confronti della famiglia può essere utile nella gestione dell'aggressività. È possibile reperire informazioni sul Web. Qualche sporadico intervento è presente sulla rete italiana, molto di più si trova nei siti statunitensi. Poiché la sindrome presenta una forte familiarità i genitori stessi possono scoprire nella loro personale "storia" episodi o atteggiamenti attribuibili a questa problematica e essere fonte di indicazioni utili al contenimento degli esiti negativi.

ADHD E ASSISTIVE TECHNOLOGY

Può essere utile ricorrere a tecnologie coadiuvanti? Ci sono ausili particolari? E indicazioni specifiche? Le risposte, per ora, non si possono dare: troppo breve e discontinua l'esperienza accumulata. Per rilevare i problemi particolari che si evidenziano quando un soggetto con ADHD usa tecnologie coadiuvanti occorre procedere ad osservazioni in situazione.

Nel nostro paese, probabilmente per il fatto che è piuttosto recente l'attenzione a questa sindrome da parte di specialisti ed operatori, non solo è difficile avere una individuazione certa della disabilità, ma è anche difficile trovare suggerimenti o indicazioni metodologiche di indirizzo all'azione educativa. Tanto meno si può accedere facilmente ad informazioni teoriche od operative sulle possibili interazioni che nascono nel momento in cui soggetti con ADHD si avvicinano ad una attività educativa di tipo informatico.

Negli USA gli studi e le esperienze si svolgono da un periodo di tempo maggiore, ma, nonostante la maggior conoscenza di queste problematiche, non sono diffusissime le informazioni su ADHD e assistive technology. Riportare osservazioni e considerazioni su una effettiva esperienza può forse contribuire ad attivare riflessioni più approfondite e risultati più generali.

Atteggiamenti in situazione

All’inizio della scuola media, il soggetto ha manifestato subito atteggiamenti di netto rifiuto alle proposte di utilizzare il computer, adducendo la giustificazione di non essere capace. È vero che questi comportamenti erano frequenti in moltissime altre situazioni, ma raramente si incontra una reazione di opposizione così radicata, soprattutto nei ragazzi. Il computer entra già, nella preadolescenza dei ragazzi, nel novero delle esperienze maggiormente ambite e ricercate È più frequente incontrare ragazze che non considerano il computer come qualcosa che ha a che fare con il proprio mondo o come uno strumento utile per conseguire risultati apprezzabili oppure come un gioco.

I comportamenti rilevati con maggior frequenza erano:

1) Rifiuto di recarsi nell’aula

2) Rifiuto di accendere il computer

3) Rifiuto delle attività proposte

4) Abbandono precipitoso della postazione

5) Manifestazioni di impulsività verbale

6) Manifestazioni di impulsività gestuale (pugni sul tavolo, utilizzo della tastiera come “pianoforte”, continuo giocherellare con i pulsanti, apertura e chiusura del drive per CD, ecc.)

Solo una parte delle reazioni presentate dai soggetti affetti da ADHD è imputabile ad un quadro di iperattività mentre altre sono conseguenza di accumulo di frustrazioni sociali ed educative. L’abbandono del posto fa parte delle reazioni tipiche in questo tipo di situazione, come anche il giocherellare con i pulsanti della tastiera senza considerare sufficientemente le conseguenze del proprio agire.

Alcuni comportamenti corrispondono, invece, ad un possibile passato di frustrazioni, ad un concetto di sé molto precario: non agisco perché non riesco (e, di conseguenza, non riesco perché non agisco), non voglio mettermi alla prova. Nel progettare, quindi, un percorso di insegnamento/apprendimento efficace, pur limitandoci ad un aspetto molto settoriale, dovremo tener conto delle risorse tecniche a disposizione e del loro uso "al meglio" ma, soprattutto, delle possibilità di incentivare la visione di sé e la capacità di operare bene per creare prodotti che siano fonte di orgoglio e riconoscimento personale e sociale.

Regolazioni delle modalità di accesso

Inizialmente le energie si indirizzano al "tamponamento" dell'impulsività. Dal punto di vista dell’utilizzo delle tecnologie coadiuvanti si presenta quindi un primo problema: queste azioni impulsive possono causare reali danneggiamenti alle attrezzature. La problematicità della situazione si può quindi affrontare con modalità diverse.

La prima considerazione può essere quella di salvaguardare a priori l’integrità degli strumenti. Sconsigliabile è l’uso delle sedie da postazione informatica (sebbene siano a norma di legge) per evitare una accentuazione dei movimenti: meglio orientarsi verso una sedia fissa.

Diventa necessario avere un piano d’appoggio stabile, che non trasmette in modo eccessivo le vibrazioni. L’accesso ai tasti dell’unità centrale può essere reso più difficile spostando fisicamente questa in una posizione meno accessibile, compatibilmente con la lunghezza dei cavi. Anche la stampante ed eventuali altre periferiche possono essere allontanate dalla postazione. In particolare è consigliabile allontanare le casse per evitare accensioni improvvise a volume alto.

È possibile anche regolare il livello del volume di emissioni dei suoni.

Una volta entrati nel pannello di controllo (Start ¿; Impostazioni ¿; Pannello di controllo ¿) si seleziona l'icona Multimedia. Si apre la finestra di regolazione delle Proprietà Audio. Conviene selezionare, in basso, l'opzione Mostra controllo del volume sulla barra delle applicazioni in modo da poter accedere più rapidamente a questa finestra in futuro. Ora, nel riquadro riguardante la Riproduzione, si preme il pulsante con il disegno dell’altoparlante giallo. Compare la finestra di regolazione. Ora è sufficiente regolare il volume su un livello medio per attenuare il problema. L'utilizzo della cuffia al posto degli altoparlanti non è, invece, consigliabile perché aumenta la sensazione di isolamento e potrebbe danneggiarsi in caso di azioni impulsive.

Il problema dell’accesso iperattivo alla tastiera può essere in parte diminuito mediante un adeguato intervento sulle modalità di accesso.

Windows presenta la funzione di Accesso facilitato, in conformità con le norme anti-discriminazione in vigore negli USA. La messa a punto personale delle modalità di utilizzazione del computer può soddisfare esigenze molto particolari, soprattutto, ma non esclusivamente, in caso di disabilità di tipo motorio o sensoriale.

L'accesso a tali regolazioni si trova in Pannello di controllo. Queste messe a punto possono agire sull'impostazione delle unità di accesso e di uscita del computer. È possibile, in questa particolare situazione, ridurre la possibilità di scrivere non intenzionalmente un carattere quando il tasto corrispondente viene premuto per un tempo inferiore a quanto impostato. Questa regolazione avviene scegliendo Usa filtro tasti e, nella finestra relativa alle Impostazioni occorre scegliere Ignora i tasti premuti rapidamente e regola la velocità di ripetizione.

Premendo il pulsante Impostazioni presente a fianco si apre una ulteriore finestra dove è possibile regolare il Tempo di pressione. La scelta di 0.30s è sufficiente ad eliminare, in questo caso, l'effetto di pressioni involontarie o impulsive sui tasti. Come per tutte le regolazioni introdotte con le proprietà di Accesso facilitato bisogna considerare il problema della condivisione del computer con altri utenti.

È vero che è possibile condividere, mantenendo quindi impostazioni personalizzate, uno stesso mezzo informatico. Ciò richiede però l'introduzione di profili diversi per i vari utilizzatori e di password relative. È necessario allora avere la garanzia che ci sia un uso consapevole e ragionato nella gestione delle attività e delle password.

Non è tuttavia pensabile che la prevenzione possa ovviare ai possibili inconvenienti causati da soggetti con ADHD. Se è necessario un adattamento delle attrezzature e degli strumenti alle esigenze del soggetto, è d'altra parte prevedibile che, in un percorso formativo della persona, si tenda a sollecitare la capacità di adattamento del soggetto all'ambiente esterno. Si può agire in seconda istanza sulla riduzione della quantità e della qualità degli stimoli. I soggetti con ADHD risentono dell'influsso degli stimoli ambientali: non è presente la necessità di usare immagini particolarmente vivaci ma, soprattutto, non è auspicabile aumentare a dismisura la quantità di stimoli.

A partire dalla configurazione del desktop è, allora, possibile agire sul tipo di sfondo. Con un click destro del mouse sullo sfondo si può accedere alla regolazione delle Proprietà e scegliere, nella finestra Sfondo, l'opzione nessuno per mantenere un'interfaccia uniforme azzurra.

È possibile anche scegliere una immagine in modo che l'inizio della attività sia più motivato, alla condizione che il soggetto raffigurato sia abbastanza schematico, non ridondante o di contenuto eccessivamente coinvolgente. La presenza di immagini influisce, inoltre, sulla visibilità delle icone presenti sul desktop.

Una immagine che non interferisca eccessivamente deve necessariamente essere uniforme nelle zone periferiche dove, di solito, sono dislocate le icone. Una ulteriore alternativa è l'opzione centrato presente nelle proprietà dello schermo alla voce Disponi che lascia un margine più o meno ampio a seconda delle dimensioni originali dell'immagine. Nella scelta dell'immagine consideriamo tuttavia un altro aspetto fondamentale.

Evitiamo di cadere nell'eccesso opposto, l'eccessiva scarsità di stimoli. Il soggetto con ADHD ha una attenzione labile e la scelta di contenuti particolarmente vicini ai suoi interessi può essere determinante per il successo o il fallimento di una iniziativa.

In casi estremi, se si ritiene veramente rischioso l'accesso libero, non irregimentato, al computer, si può prendere in considerazione l'applicazione di software particolari che limitano l'accesso al computer. Con tali precauzioni il soggetto accede ad un desktop personalizzato dove le impostazioni possono essere scelte in base alle esigenze considerate. È possibile allora limitare il numero di icone lasciando solo quelle effettivamente utili per il soggetto. Occorre, tuttavia, tenere ben presente il punto di arrivo delle nostre attività.

Accanto ad un necessario e positivo uso di tutto ciò che attiene alla "assistive technology" per raggiungere in modo più efficace obiettivi altrimenti meno perseguibili, non bisogna ignorare che una delle finalità principali delle attività è quella di arrivare ad un utilizzo standard del mezzo informatico. La capacità di gestire questo mezzo non è solo utile per i prodotti realizzabili, ma anche come abilità integrante nella società. In questa ottica, quanto maggiore è la serie di aggiustamenti e di variazioni introdotte, tanto più lungo è il percorso per giungere ad un utilizzo standard. Questo porta come conseguenza l'esigenza di mantenere, per quanto possibile, la configurazione del computer "vicina" a quella comunemente utilizzata.

Nella scelta del software per la scrittura si è utilizzato Word per Windows in configurazione standard. Si sono verificati problemi soprattutto all'avvio del programma. La procedura di doppio click sull'icona non è particolarmente difficoltosa ma, in assenza di un risultato evidente immediato, si è manifestata la tendenza a reiterare l'operazione parossisticamente fino a rallentare il computer o a bloccarlo per eccesso di caricamenti in corso.

In parte ha migliorato la situazione la scelta di rendere più evidente la clessidra che segnala la necessità di attendere. Per ottenere questa variazione, passando per Start, Impostazioni, Pannello di controllo e Mouse si giunge alla finestra di modificazione delle Proprietà del mouse.

Selezionando il tipo di puntatore da cambiare e premendo Sfoglia è possibile sostituirlo con un altro. In particolare si è ritenuto opportuno sostituire il puntatore di Esecuzione in background e di Attesa con altri simili ma leggermente ingranditi. Quelli scelti facevano parte delle dotazioni del mouse Logitech cordless (C:Programmi Logitech Mouseware pointers Lgeappst.cur; Lgewait.cur).

Software utilizzato

L'uso di Word si è esplicato con modalità standard. Il soggetto ha scritto per oltre due anni in stampato maiuscolo (modalità utilizzata anche sul quaderno). In questo modo ha evitato di dover distinguere maiuscola e minuscola. Solo nel corso del terzo anno, pur continuando a mantenere lo stesso tipo di scrittura manuale, ha iniziato ad orientarsi verso il minuscolo. La motivazione scatenante è derivata dal confronto con gli elaborati dei compagni. Ha appreso immediatamente che Word corregge automaticamente l'iniziale di una frase trasformandola in maiuscolo e non si è preoccupato eccessivamente dei nomi propri.

Ad ogni segnalazione di errore ortografico sa che azionando il tasto destro del mouse sulla parola si apre una finestra con i suggerimenti dei termini che probabilmente sono corretti. Sceglie quello che ritiene opportuno oppure, se non c'è alcun suggerimento, ignora la segnalazione e prosegue. La necessità di usare le lettere maiuscole in un testo scritto con lo stampato minuscolo è un problema che ritiene assolutamente irrilevante.

In nessun modo è stato possibile motivarlo, fino a quando non abbiamo utilizzato il programma software Lectra realizzato dal francese Brun Michel. Nell'ambito dei programmi shareware, anche se non recentissimo, è sicuramente uno dei più validi, tanto che negli scorsi anni ha avuto anche una certa diffusione anche negli Stati Uniti. Sui siti di shareware e freeware è apparso spesso nelle classifiche degli educativi maggiormente scaricati. Una volta scelto un testo già predisposto oppure scritto al momento, permette di sottoporlo a trattamenti diversi per creare vari esercizi.

La finalità del programma è l'esercitazione alla lettura mediante diverse attività che ne migliorano l'efficacia sia per quanto riguarda la velocità (tachistoscopio) sia per la comprensione. Non è indicato per i soggetti che devono apprendere a leggere ma serve per potenziare le abilità percettive, l'ampliamento del lessico, la capacità di anticipazione, la memorizzazione a breve e lungo termine e la lettura selettiva.

Negli esercizi di cloze è necessario comprendere il testo e formulare ipotesi sulle parole assenti (dieci) più che cercare di recuperare mnemonicamente i termini mancanti. Ci sono tre livelli di prestazione: verde se la parola è giusta, giallo se almeno i due terzi dei caratteri corrispondono al termine mancante e rosso se la proposta è errata.

Spesso le capacità del soggetto necessarie per una corretta esecuzione dell'esercizio sono sufficienti per non fare errori, ma nel confronto con altri alunni si è evidenziato subito la diversità di risultato. Lectra nel sintetizzare la situazione momento per momento, indica come risposte errate solo quelle in rosso mentre tutte le altre vengono considerate esatte. Se un termine viene introdotto con differenze ortografiche del tipo maiuscolo/minuscolo viene riportato in giallo.

Sfruttando l'estrema competitività del ragazzo si è riusciti finalmente a far risaltare l'importanza dell'uso delle maiuscole e ad ottenere una sua maggiore attenzione in questa direzione. Molto efficace anche l'esercizio di ricostituzione del testo nel quale vengono lasciate solo le parole brevi e la punteggiatura. In questo caso diventano fondamentali anche la capacità di memorizzazione e un uso corretto delle concordanze semantiche e sintattiche.

Molte altre attività sono presenti, alcune legate ancora al testo come la ricerca di parole base (predisposte dall'insegnante o, per alcune categorie, dal computer), le parole lampo (un tachistoscopio), la frase disordinata da risistemare, la frase incompleta nella quale bisogna introdurre una parola mancante scegliendola fra altre otto, la frase senza spazi, utilissima per i soggetti che tendono a conglutinare le parole, l'esercizio per potenziare la rapidità di lettura con una parola da ritrovare all'interno del testo, l'esercizio di messa in ordine alfabetico di alcuni termini del testo, il memory con le parole, il testo disordinato in cui bisogna riordinare le frasi e il testo da correggere nel quale dieci parole del brano sono state scritte in modo errato.

Sono presenti anche altre attività da esercitare però su liste di parole già presenti nel programma. Si tratta delle parole identiche da individuare in una serie, l'intruso da identificare all'interno di una categoria (con la possibilità di aggiungere altre liste di parole, un memory con immagini e una serie di domande a scelta multipla (nella versione shareware la quantità di domande da presentare è limitata).

Interessante è la possibilità di registrare le prestazioni ottenendo una serie di parametri che danno la misura delle capacità dell'alunno esplicate nei singoli esercizi e indici di abilità connesse con la lettura. È presente , inoltre, un "assistente pedagogico" che si attiva automaticamente quando le prestazioni sono al di sotto di un valore di soglia. Questa funzione consente di avere suggerimenti più o meno favorevoli in relazione con l'andamento delle prestazioni.

Fra le ulteriori possibilità fornite dal programma , si ritiene particolarmente significativa la stampa degli esercizi che consente di creare un collegamento fra software e quaderno per poter proseguire le attività anche senza computer. Sicuramente Lectra rappresenta uno dei migliori programmi educativi shareware reperibili in Internet. Non sono da sottovalutare le potenzialità che presenta sia per supportare lo studio sia di contenuti in lingua italiana sia in relazione a testi di lingua straniera studiata a scuola o utilizzata da ragazzi non italiani.

Sono stati utilizzati anche altri software fra quelli comunemente in commercio. In particolare "Sommare e sottrarre" della Bruno Mondadori Editore si è rivelato efficace anche se, come in altre situazioni analoghe, si è manifestata la tendenza a percorrere freneticamente i percorsi offerti o a fissarsi solo su alcune attività rifiutandone altre.

La possibilità di percorrere in modi diversi questi programmi, la varietà di alternative, la quantità di stimoli visivi più che contribuire ad innescare ed alimentare interesse rischia di alimentare lo stato di agitazione. In effetti, anche se in teoria potevano rispondere ad esigenze positive, sono stati utilizzati in modo non eccessivo e con tempi ridotti. Più utili i programmi scarni, sintetici, a percorso quasi obbligato, ad esempio i freeware creati da Ivana Sacchi. Fra le decine di attività proposte, ognuna indipendente dall'altra, ci siamo avvalsi del programma sull'uso dell'Euro.

Interventi educativi

Non bisogna sottovalutare altri fattori concorrenti, ad esempio, la "stancabilità" di questi ragazzi. L'apparente livello altissimo di energia manifestato con continuità sembra corrispondere, a volte, ad un eccessivo consumo di questa. In molte situazioni si osservano soggetti in perenne movimento incapaci di indirizzare questa apparente vitalità verso un compito prestabilito. Spesso hanno "bisogno" di essere fermati, quasi "resettati". Insistere con richieste di lavoro che difficilmente daranno risultati accettabili diventa scarsamente produttivo.

Di fronte ad un compito impegnativo protratto nel tempo come davanti al computer, specialmente nei primi tempi, conviene offrire la possibilità di effettuare una pausa. In alcune circostanze può rivelarsi utile scambiare i ruoli: l'insegnante esegue una parte di compito al posto dell'alunno. Oltre a rappresentare una fase di "sospensione" del lavoro scolastico può rientrare in una più completa strategia di modeling.

I ragazzi con questa sindrome hanno difficoltà a valutare immediatamente le conseguenze del proprio comportamento: deve essere inequivocabile il feedback immediato agli atteggiamenti manifestati sia positivi che negativi. Non si può pensare tuttavia ad un continuo accanimento nel rimarcare aspetti negativi: la consapevolezza è presente, anche con estrema lucidità, non appena si fa leva sul senso di responsabilità. Paradossalmente si nota spesso un super io talmente sviluppato da rappresentare un incombente peso sulla personalità e una fonte di schiaccianti e negativi confronti.

Su proposta dell'alunno, all'inizio della scuola media, abbiamo stilato liste di regole e norme in varie situazioni: "le regole del vero amico", "le regole della famiglia" fino a "le regole della bicicletta"(!). Questo aspetto della necessità di norme, regole, "steccati", viene rimarcato da diverse fonti specialistiche statunitensi ma per chi opera con questi soggetti è evidente anche nei comportamenti minimi: il quaderno "deve essere" perfetto (e non lo è per ovvi motivi), le parole "devono essere" senza errori. Il rituale, esperito più volte, si è ripetuto immutabile fino al termine del triennio: scrive, c'è un errore, usa la "scolorina", il foglio si buca, strappa la pagina.

Il seguito può essere poi diverso ma non può cambiare il senso di frustrazione derivante. Ricomincia e ripete la sequenza oppure lancia tutto per aria oppure scarabocchia altre pagine. La resistenza all'errore è molto bassa. Nelle attività di videoscrittura l'errore, invece, si può correggere più volte. Quando un lavoro scritto al computer è finito, revisionato, curato, è "quasi" perfetto. Penso che questa sia stata la molla determinante che ha modificato il comportamento del soggetto nei confronti delle attività svolte con il computer: la possibilità di mostrare con orgoglio un proprio prodotto.

Nello stendere un testo seguiamo una procedura ben stabilita. Il titolo può essere scritto con WordArt e posizionato su uno sfondo variamente colorato. Il testo viene diviso in paragrafi con sottotitoli colorati in modo da mantenere una uniformità grafica. Anche la dimensione e lo stile dei caratteri sono costanti. Solo alla fine si possono cercare immagini da inserire nel testo.

Spesso facciamo uso di tabelle che l'alunno sa preparare in modo autonomo per poi riempirle con i dati richiesti. L'attività che preferisce fare, sia sul quaderno che al computer, sono le "Ricerche di geografia su uno stato". Le voci della scaletta, utilizzate normalmente sui testi e dagli insegnanti di geografia, sono ormai fissate e interiorizzate. Iniziamo dalla realizzazione del lucido sul quaderno o dalla ricerca della carta fisica dello Stato sul computer. Procediamo poi nella determinazione di posizione e confini e via via delle caratteristiche fisiche, storiche, attuali ed economiche del Paese in esame. Per l'esame di licenza media sta attualmente realizzando, accanto ad un plastico del territorio dell'America Meridionale, una presentazione con Power Point sul Brasile.

Le indicazioni finora proposte ed adottate possono risultare di scarsa o breve efficacia se non rientrano in un quadro generale di formazione della persona. La finalità portante, l'idea forte sotto cui si svolge tutto il percorso, deve quindi andare oltre. Secondo gli specialisti di questa sindrome (soprattutto statunitensi), le caratteristiche comportamentali si mantengono nel tempo: non ci sono cambiamenti miracolistici che determinano la "guarigione".

Ci sono quindi adulti con ADHD che sono stati bambini con ADHD. Questo non significa d'altra parte, che la situazione sia inalterabile. Le manifestazioni dell'ADHD risentiranno dello sviluppo personale dell'età corrispondente: i comportamenti non sono gli stessi in età infantile e adulta. C'è una evoluzione che può essere favorita. Occorre mantenere un atteggiamento fiducioso per favorirla.

(Ins. Guido Bottura guido.bottura@mail.comune.mantova.it)

 

 


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