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LA DOMOTICA PER IL RECUPERO DELL'AUTONOMIA (CAPITOLO 3)

del: 27/07/2003

Dott.ssa Alessandra Eselli

CENTRALINE E UTENZE: COSA SI PUO' CONTROLLARE

Concludiamo oggi il percorso iniziato ormai un po' di tempo fa sulla domotica al servizio di persone disabili.

Nei capitoli precedenti abbiamo approfondito la scelta dell'interfaccia in relazione alle caratteristiche dell'utente e abbiamo parlato delle unità centrali
(vd. /archivio43.htm
/archivio48.htm
/archivio51.htm)

Cerchiamo ora di capire meglio cosa sia possibile fare concretamente con i telecomandi e le unità multifunzione programmabili.

Il primo passo è quello di trovare un modo per tradurre il segnale che esce dalle unità centrali in un comando comprensibile dalle utenze. Sarà questo il compito che avranno le centraline. A prescindere dal tipo di centralina che si sceglie (Centralina Gewa, unità bTicino o Vimar, moduli X10...) il risultato deve necessariamente essere quello di leggere una sequenza di raggi infrarossi e trasformarla in una variazione di tensione che dia lo spunto all'utenza. In definitiva, la centralina funzionerà come un vero e proprio interruttore che, una volta ricevuto il comando dall'unità centrale, dovrà interpretarlo e inviare all'utenza l'ordine corrispondente di accensione o spegnimento.

Non mi soffermerò molto sull'aspetto tecnico e sui componenti di una centralina, anche perché, nonostante la logica alla base sia la stessa, ogni modello e marca è fatto in modo diverso. Quello che è importante sapere è che la maggior parte delle centraline devono essere alimentate per poter funzionare e lavorano in regime di bassa tensione (12 o 24 Volt). Ognuna di essa è in grado di inviare comandi a più di una utenza e, ancora una volta, il numero è variabile a seconda del tipo di centralina scelto. Esistono alcune centraline (come ad esempio quelle Gewa) che sono in grado di supportare un numero massimo di 16 dispositivi e necessitano quindi di un'alimentazione in alta tensione (220 Volt).

Non esiste una regola per la scelta del tipo di centralina da adottare, solitamente lo si fa in base alla compatibilità con l'unità centrale, ma sicuramente ci sono alcuni suggerimenti che possiamo darvi.

Non consigliamo mai di utilizzare centraline che controllano contemporaneamente più di 2 o 4 dispositivi. Poiché sono dispositivi alimentati, il rischio di sbalzi di tensione nella linea li rende soggetti a danneggiamento (anche se non molto frequente). Maggiore è il numero di utenze che dipendono da una stessa unità, maggiore sarà il numero delle utenze che non saranno più utilizzabili nel caso di rottura.

Operando con i raggi infrarossi, è buona norma cercare di installare le centraline nelle vicinanze dei dispositivi da controllare, facendo attenzione a lasciare sempre ben visibile il ricevitore di segnale. Il segnale di attivazione o disattivazione di un utenza viaggia invece su cavo che può quindi essere murato o nascosto.

Se installate un motore per apertura di porte o finestre, scegliete un motore alimentato a bassa tensione e dotato di batteria tampone interna (dove possibile). Questo vi permetterà di integrare la centralina con la scheda madre del motore e di avere un residuo di carica per aprire la porta anche in caso di black out.

Sempre nel caso di motori per porte e finestre, si consiglia di sostituire la pulsantiera di controllo manuale (in dotazione con il motore) con uno dei frutti a pulsante della bTicino o Vimar che hanno già un ricevitore a raggi infrarossi integrato. In questo modo risparmierete sull'acquisto di una centralina poiché la pulsantiera sarà sufficiente per comunicare con l'unità centrale.

Nel caso di adattamento di luci centralizzate, ricordate sempre di impostare una modalità a pulsante e non ad interruttore (l'operazione va eseguita in fase di progettazione dell'impianto elettrico). La modalità a pulsante vi permette infatti di accendere una luce centralizzata in un punto e di spegnerla da un altro, senza obbligarvi a tornare sul pulsante che avete utilizzato per l'accensione. Nel caso invece di modalità ad interruttore, è necessario fare attenzione che tutti gli ordini di accensione e spegnimento vengano dati sullo stesso interruttore, rendendo molto difficile l'integrazione tra interruttori adattati ed interruttori standard.

Per quanto riguarda l'installazione delle centraline, vi consigliamo infine di rivolgervi ad un elettricista. La procedura è molto semplice e la normativa vincolante, non c'è quindi bisogno di coinvolgere un  tecnico specializzato.

Ma una volta che abbiamo scelto l'interfaccia utente appropriata e l'unità centrale che incontra le nostre necessità, cosa veramente possiamo controllare?

In via teorica tutto ciò che opera via etere (raggi infrarossi e radio frequenze) e tutto ciò che è alimentato da corrente e ha una funzione di accensione/spegnimento.

In pratica, abbiamo già affrontato nel primo degli articoli di questa serie la necessità di scegliere oculatamente i dispositivi da controllare, per non rischiare di disperdere energie e risorse in qualcosa che in ultima analisi risulterebbe inutile.

Diamo di seguito un elenco sommario delle utenze che si possono controllare.

Nel caso di utilizzo di unità centrali a raggi infrarossi, è possibile controllare tutte le apparecchiature domestiche che funzionano già con questa modalità: televisione, stereo, lettore DVD, videoregistratore, condizionatore, satellite, ecc....

Una volta installate le centraline necessarie: luci centralizzate, impianto di riscaldamento, impianto di citofonia, elettrovalvole di controllo fughe di gas, sistemi di allarme, sanitari o pensili motorizzati, pedane elevatrici, ascensori, ecc....

Una volta motorizzate e integrate con le centraline necessarie: porte, finestre, basculanti del garage, cancelli elettrici, antine dei mobili, ecc....

Scegliendo un dispositivo adattato e compatibile con l'unità centrale è possibile controllare a distanza il telefono, sia viva voce che cordless (la maggior parte delle aziende che forniscono l'unità centrale, forniscono anche l'apparecchio adattato).

In ultima analisi, permettetemi un breve commento sull'utilizzo dei sistemi via cavo che fino ad ora non abbiamo approfondito. In caso di progettazione di una nuova unità abitativa, potrebbe essere utile prevedere fin da subito un sistema dedicato via cavo (Instant bus) per il controllo ambiente. Siemens offre un ottimo sistema di controllo utenze, che opera con un telecomando a raggi infrarossi. Purtroppo il sistema non è accessibile da parte di soggetti affetti da disabilità motorie, ma è perfettamente compatibile con i dispositivi citati in precedenza. Uno dei vantaggi di un sistema di questo tipo è la possibilità di avere un controllo sullo stato delle utenze. Con un software dedicato è possibile impostare il sistema affinché informi l'utente quando un'utenza risulta già attiva con il risultante beneficio di non spegnere una luce che si desiderava accendere o di non aprire una porta che si voleva tenere chiusa.

Siamo arrivati al termine del nostro viaggio nella domotica e, sebbene non sia possibile in così pochi incontri dare tutte le informazioni necessarie, speriamo almeno di avervi fatto comprendere un po' meglio quelle che sono le possibilità offerte dalla tecnologia in ambito domestico.

Non ci stancheremo mai di ripetere che non esistono regole per la scelta di un sistema domotico, se non quella del buon senso e della voglia di indipendenza.

Molte delle aziende che lavorano in questo campo offrono consulenza dalla scelta dell'interfaccia utente fino alla definizione delle utenze da controllare, e seguono l'istallazione e la personalizzazione del sistema. Infine, non dimenticate che la normativa a supporto delle opere di adattamento in ambito domestico offre alcune possibilità di rimborso delle spese sostenute.

Non rinunciate ad un maggior grado di autonomia senza conoscere profondamente non solo quello che potete avere, ma anche quello che potreste controllare.

Dott.ssa Alessandra Eselli

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