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ANALISI DI UN CASO CON DIFFICOLTA' DI APPRENDIMENTO

ANALISI DI UN CASO CON DIFFICOLTA' DI APPRENDIMENTO

del: 02/03/2006

Ing. Rosaria Militello

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Giovanni è un bambino 10 anni che frequenta la 5° elementare. Ad inizio anno scolastico la madre mi chiede di seguirlo nelle attività di studio delle ore pomeridiane, in quanto presenta delle difficoltà di apprendimento. La madre riferisce che Giovanni è stato visto da una psicopedagogista che ha rilevato un impaccio motorio alle mani e una lentezza generale di risposta agli stimoli; le capacità cognitive risultano nella norma. Comunque non è stata effettuata alcuna valutazione in merito ai disturbi specifici d'apprendimento (nota 1).

Il bambino presenta un'anomalia nell'impugnare la penna, posizionandola tra il dito indice e il dito medio, la grafia è pessima,

vicapita , incasa , parlando, di ricorrere a espresioni dialettali?

No, acasa mia siparla in italiano

tende a scrivere le parole attaccate: scrive lamamma , pur sapendo che la parola è mamma mentre la è l'articolo, spesso attacca tre o quattro parole, quando gli viene fatto notare l'errore, stacca le parole con delle lineette, come si vede chiaramente nella figura sopra. Ha difficoltà di orientamento nello spazio, non segue il rigo (problema visibile soprattutto nei fogli a quadretti) e non rispetta i margini, a volte cerca di inserire una parola molto lunga in un spazio estremamente ristretto.

Inoltre quando scrive torna indietro e ripassa sopra le lettere precedentemente scritte, creando scarabocchi: si è notato che tale atteggiamento aumenta quando il bambino è in uno stato di disagio. Se gli si chiede cosa sta facendo, risponde "l'aggiusto era venuta male".

Nell'espressione orale è capace di descrivere bene gli avvenimenti, mentre ha qualche difficoltà nel descrivere luoghi. Usa un linguaggio verbale molto corretto, chiaro e ben articolato. Possiede un vocabolario molto ampio che usa con grazia ed eleganza.

Legge molto bene e spiega accuratamente quanto letto.

Durante il percorso di recupero scolastico, si riscontrano delle difficoltà nella numerazione: da 1 a 100 numera senza alcun problema, riuscendo a comprendere il concetto di prima e dopo; oltre il 100, soprattutto quando il numero contiene dei 9 e, quindi, deve passare alla decina successiva o al centinaio seguente o ancora al migliaio, il bambino fornisce risposte a caso, senza neanche rendersi conto del prima e del dopo, dicendo ad esempio che dopo 1999 viene 1100.

Spiegandogli come   numerare e facendolo esercitare, sembra che qualcosa acquisisca, ma si rileva che tale acquisizione è solo momentanea, infatti a distanza di qualche giorno riprende a numerare in maniera sbagliata.

Un'altra difficoltà di Giovanni riguarda la memorizzazione dei nomi dei mesi dell'anno: anche suggerendogli il primo mese dell'anno, gennaio, non è in grado di ricordare gli altri nomi e la corretta sequenza.

Nel frattempo si lavora sulla grafia proponendo esercizi per la manualità: ritagliare, colorare ecc. Giovanni ha difficoltà a ritagliare, non riesce neppure a inserire le dita negli anelli delle forbici: nel tentativo storce il polso, il braccio, la spalla e quindi anche la schiena. Ci si rende conto che bisogna partire da esercizi più elementari. Si propone un disegno sul quale è stata sparsa della colla: l'esercizio consiste nel riempire il disegno con dei chicchi di riso. Il bambino, inizialmente con difficoltà, e poi man mano sempre con maggiore scioltezza e precisione, prende un chicco per volta, usando pollice e indice, e l'incolla sulla foglio.

Si propone il computer, che viene accolto con grande entusiasmo dal bambino, con il software 10 DITA

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Il programma serve per imparare a scrivere sulla tastiera del computer usando tutte e dieci le dita e senza guardare i tasti. Gli esercizi sono strutturati su vari livelli di difficoltà: nel livello più basso l'utente deve, dopo avere posizionato le mani, premere i tasti che sono già sotto le dita, come ad esempio la "A" che si trova sotto il mignolo sinistra, o la "L" che si trova sotto l'anulare destro. Nei livelli successivi i movimenti e la singolarizzazione della dita, nonché l'orientamento spaziale diventano sempre più articolati: ad esempio, se si deve premere la lettera "U", l'indice della mano destra si deve spostare in avanti, mentre le altre dita devono rimanere tutte nella posizione di base. Il software è stato usato regolarmente come gioco per diversi mesi. Per Giovanni, dopo una pagina di storia o un problema di matematica, usare 10 DITA è un vero divertimento, spesso cerca di sbrigarsi a fare i compiti per poter giocare con questo software.

Dopo circa un mese di esercizio, si chiede al bambino di scrivere le brutte copie dei suoi elaborati al computer: il bambino scrivendo al PC non attacca le parole!

Che differenza c'è tra scrivere manualmente e scrivere al computer? Lo spazio è un tasto come tutti gli altri: il bambino come detto in precedenza sa esattamente che "mamma" è una parola staccata dall'articolo "la", che la parola "casa" si scrive staccata dalla preposizione semplice   "a" . Si ipotizza dunque che le parole attaccate siano dovute al problema di manualità del bambino.

Poiché Giovanni deve imparare a scrivere bene anche con carta e penna, si preferisce alternare l'uso del pc con l'uso della scrittura manuale; nel frattempo i vari esercizi di manualità cominciano a dare buoni risultati, infatti il bambino inizia ad impugnare bene le forbici, anche se ancora ritaglia a zig-zag.

Per scrivere viene utilizzato un movimento del polso detto di progressione e un movimento delle dita detto di iscrizione . Durante il percorso intrapreso con Giovanni, allo scopo di esercitare tali movimenti si è utilizzato come già detto il software 10 Dita, ma si sono effettuate prove con altri strumenti: si è proposto al bimbo l'uso di una trackball, cioè un mouse con la sfera per il movimento del puntatore sullo schermo, che per l'uso necessita un movimento rotatorio del polso e della mano ma con le dita unite

Si è rilevato che il bimbo non ha avuto alcun problema ad usare tale strumento, quindi il lieve impaccio ovviamente riguarda la manualità fine.

E' stato proposto anche un altro strumento di puntamento: un mouse a joystick, in questo caso Giovanni ha avuto difficoltà nell'utilizzare lo strumento. Impugnare la leva non è stato nè immediato, nè naturale: l'ha afferrata inserendola tra il dito medio e l'anulare e mi ha guardata in maniera interrogativa e con disagio inarcando la schiena e nascondendo la testa tra le spalle.

 

A proposito del risvolto emotivo del bambino rispetto a queste difficoltà, è possibile che dal confronto con i suoi coetanei possa scaturire in lui senso di frustrazione, di inadeguatezza, di insicurezza che possono intaccare ulteriormente il rendimento scolastico.

Riguardo al problema con la numerazione, si procede come segue: viene effettuata una ricerca tra i software didattici in commercio e tra quelli scaricabili gratuitamente dalla rete, ma non si trova nulla di specifico. Infatti il problema della numerazione viene affrontato quasi esclusivamente con i numeri piccoli. Si dà per scontato che un bimbo che ha compreso la numerazione da 1 a 100 applichi automaticamente il meccanismo ai numeri più grandi. Si verifica che in realtà non sempre è così: chiedendo a bimbi di 4° e 5° elementare, si rileva che alcuni hanno difficoltà nella numerazione e nel riconoscimento di numeri elevati.

Con l'esercizio, Giovanni impara a leggere tutti i numeri (anche i miliardi), ma la numerazione con le cifre alte sembra non avere alcuna  presa su di lui

Il bambino ha buona dimestichezza con le 4 operazioni, non ha alcun problema con i riporti, riesce a svolgere divisioni a due cifre in maniera scorrevole, perciò si cerca di sfruttare queste sue abilità: mettendo in colonna l'addizione di un numero elevato con il numero 1, Giovanni svolge esattamente il compito. E' impensabile, però, che il bambino ogni volta che abbia bisogno di numerare ricorra a carta e penna. Si precisa che Giovanni non ha problemi nel calcolo mentale con numeri entro il 100.

Alla fine si risolve il problema spiegando al bambino che per aggiungere 1 a un numero basta, partendo dall'ultima cifra di destra, trasformare in zero tutti i 9 e aumentare di 1 la prima cifra che non è 9. Pochi esempi per valorizzare questa spiegazione e Giovanni ha imparato a numerare. Ci si chiede se le difficoltà in tal senso di Giovanni possano dipendere da una lieve discalculia (nota 2) precisando però che il bimbo conosce alla perfezione le tabelline, esegue le quattro operazioni in maniera corretta, legge e risolve i problemi in maniera agevole, quindi l'unica difficoltà consiste nella numerazione.

Conclusioni:

ad oggi la grafia di Giovanni è migliorata, non attacca più le parole, il rendimento scolastico si è elevato notevolmente, quell'eleganza e fluidità espressiva che lo caratterizzano adesso sono riscontrabili anche nei compiti scritti svolti a scuola.

Il pedagogista Pestalozzi, nel XIX sec. aveva affermato che l'educazione deve essere integrale, deve coinvolgere cioè le tre forze: cuore, mano e mente. Questo caso lo dimostra pienamente: Giovanni pur avendo una vita familiare e relazionale serena, capacità cognitive nella norma, non riesce ad esprimere   adeguatamente il suo potenziale intellettivo a causa delle difficoltà nel canale della comunicazione scritta.

Il quaderno di Giovanni  sembra quello di un bimbo disgrafico (nota 3); ci si chiede se la brutta scrittura è dovuta all'impaccio motorio, oppure se realmente sussiste una situazione di DSA.

Inizialmente erano presenti anche degli errori di ortografia, quasi del tutto superati dagli esercizi fatti utilizzando alcune griglie di apprendimento costruite col software aperto Clicker  che consente di creare tastiere a video con immagini, suoni e parole.

Riguardo al problema della numerazione, si precisa che Giovanni attualmente oltre una certa cifra non è riuscito ad automatizzare il conteggio, ma ricorre al ragionamento con il metodo da me fornitogli, che in ogni caso risulta veloce e agevole grazie anche alla sua buona capacità di memorizzazione dei numeri. Quindi se gli viene fornito un numero del tipo 3999, lui lo tiene in memoria e attua un processo di trasformazione: i nove diventano zeri e la prima cifra che non è nove aumenta di uno. Se presente una discalculia, è sicuramente a carattere lieve tale da non compromettere in alcun modo le prestazioni del bambino nella matematica: Giovanni è in grado di applicare il metodo di numerazione non automatico in maniera veloce e precisa.

E' opportuno che il bimbo continui ad esercitare la manualità fine, inoltre si ritiene importante continuare a proporre esercizi di numerazione con cifre elevate. A tale proposito, recentemente, si è individuato un software che potrebbe essere utile a Giovanni, si tratta di Matematica facilissima 3 ( distribuito da Edizioni Erickson), che affronta le operazioni aritmetiche, la geometria di base, le misure di lunghezza e capacità, l'orologio ed anche la numerazione con cifre alte. Pertanto ne viene consigliato l'uso al bambino, anche perché, come si è visto, l'utilizzo del computer rappresenta uno strumento didattico impareggiabile, in quanto consente lo stimolo multimediale e soprattutto perché non viene visto dai bambini come un noioso studio, ma un avvincente ed entusiasmante gioco.

Note

  1. Disturbi specifici d'apprendimento (DSA) comprendono: dislessia, disortografia, disgrafia, discalculia. E' presente un DSA quando esiste una significativa discrepanza tra le capacità intellettive del bambino e le sue prestazioni scolastiche, in assenza di problemi di disagio familiare e di scarsa qualità d'insegnamento.
  2. La discalculia è il disturbo meno conosciuto tra i DSA. La neuropsicologia individua alcune abilità difficili da acquisire in presenza di tale disturbo:   difficoltà relative alla lettura, scrittura e ripetizioni dei numeri; difficoltà relative alla loro manipolazione, come nel caso delle tabelline, del calcolo a mente e scritto; errori di risoluzione dei problemi aritmetici, determinati da errori di calcolo.
  3. La disgrafia riguarda una scrittura che compromette la leggibilità del testo. Vi sono dei protocolli di osservazione per riconoscere una scrittura disgrafica: velocità di scrittura, pressione (debole o eccessiva) esercitata sul foglio, tendenza alla macro o alla micrografia, discontinuità del gesto, ritoccatura del segno già tracciato, direzionalità della scrittura, andamento del tracciato in senso orario e occupazione anomala dello spazio sul foglio, inesatta legatura dei segni, distanza tra le parole.

 

Ing. Rosaria Militello 

 


 

 

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