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LA DOMOTICA PER IL RECUPERO DELL'AUTONOMIA (CAPITOLO 2 - seconda parte)

del: 29/04/2003

Dott.ssa Alessandra Eselli

L'UNITA' CENTRALE, UN MONDO A PORTATA DI MANO. PARTE SECONDA

Come promesso, eccoci di nuovo insieme per approfondire meglio la conoscenza dei dispositivi a raggi infrarossi dei quali si è accennato nella prima parte relativa all'Unità Centrale (/archivio43.htm ; /archivio48.htm)  Abbiamo parlato di telecomandi programmabili e di unità multifunzione programmabili. Cerchiamo ora di capire meglio quali sono le principali caratteristiche e differenze dei dispositivi in esame.

Telecomandi programmabili

Si tratta in sostanza di telecomandi molto simili a quelli che siamo abituati ad utilizzare per accendere la televisione, controllare il condizionatore o regolare il timer del videoregistratore. Ma allora perché dovremmo prenderli in considerazione? Per due delle loro principali caratteristiche: programmabilità e adattabilità.

Quando si parla di telecomandi, una delle prime immagini che ci salta alla mente è quella del trasmettitore della televisione. Ma al giorno d'oggi, quanti sono i telecomandi che maneggiamo quotidianamente? Se penso alla "console dei bottoni" a casa mia mi viene il mal di testa: televisione, stereo, videoregistratore, satellite, sistema home theatre DVD (e non pensate che io abiti in un negozio di elettronica, perché se ci riflettete un minuto, la situazione in molte altre case non è poi così diversa). Ma allora, ogni volta che desidero usare un dispositivo diverso, devo anche cambiare il telecomando. Quanto comodo sarebbe poter compattare tutti i comandi necessari in un unico sistema?

Questo è proprio quello che fanno i telecomandi programmabili: grazie alla loro capacità di copiare i codici infrarossi e di riprodurli utilizzando lo stesso segnale del telecomando sorgente, questi dispositivi consentono di fondere più telecomandi in uno fornendoci un solo strumento per controllare tutti gli elettrodomestici che solitamente fanno uso di un controllo remoto.

Viene però spontaneo porci un'altra domanda: quanti tasti hanno telecomandi in grado di riprodurre ben più di 50 codici diversi? Come possono risultare comodi se assumono le dimensioni di un tavolino da soggiorno?

In effetti non è proprio così. La logica che sta alla base di questi strumenti è quella del multilivello: ogni telecomando è in grado di memorizzare i codici copiati su differenti livelli, attribuendo più funzioni diverse ad ogni tasto, così da ridurre notevolmente il numero di tasti necessari per il controllo di svariati dispositivi.

Proviamo a pensare ad uno dei dispositivi presenti sul mercato e abbastanza conosciuto: il telecomando programmabile Gewa Prog III. Questo trasmettitore presenta sedici tasti, organizzati su dieci livelli differenti (per un numero massimo di funzioni controllabili pari a 160). Ogni volta che si programma un codice (e cioè che si insegna al telecomando programmabile a trasmettere la stessa sequenza di dati del trasmettitore sorgente), è necessario fare molta attenzione al livello nel quale si sta lavorando. In questo modo è possibile raggruppare le funzioni necessarie del telecomando della televisione nel livello1, quelle del videoregistratore nel livello2, e via dicendo.

Permettetemi un paio di consigli per facilitare l'uso del trasmettitore e la memorizzazione dei comandi. Cercate di selezionare dai telecomandi sorgente solo i tasti che effettivamente utilizzate. Oggi i telecomandi hanno un numero incalcolabile di funzione che spesso, nell'uso domestico o standard di un dispositivo, non vengono prese in considerazione. Riprodurli tutti sul trasmettitore programmabile potrebbe significare uno spreco inutile di canali che invece potrebbero servire per altre funzioni o altri elettrodomestici (non memorizzate ad esempio tutti i canali; i numeri dallo 0 al 9 sono sufficienti per la composizione dei numeri superiori alla decina e per l'utilizzo del televideo).

Una volta scelte le funzioni da programmare, cercate di mantenere la stessa logica per i diversi dispositivi sui diversi livelli. Questo dovrebbe in parte facilitare la memorizzazione dei comandi programmati (ad esempio, mantenete sempre la funzione di on/off sul tasto asterisco, sia che si tratti di televisione, di videoregistratore, etc...).

Ma la vera caratteristica che fa di questi telecomandi uno strumento indispensabile per le persone disabili è l'adattabilità del sistema. Fino ad ora abbiamo visto come possa essere utile avere un solo dispositivo invece che quattro o cinque, ma se le nostre capacità motorie sono così ridotte da non poter premere i tasti? Pensate a quanto sono piccoli e ravvicinati i tasti di un telecomando standard ed immaginatevi di doverli azionare con una nocca perché il vostro dito è contratto e ripiegato su se stesso o peggio con una bacchetta perché le vostre mani non si muovono affatto.

Tutti i telecomandi programmabili presenti sul mercato offrono la possibilità di essere azionati non solo attraverso la normale pressione dei tasti. E' infatti possibile collegare un sensore esterno (a pressione meccanica, a soffio, a sfioramento) e attivare la modalità a scansione: il telecomando illumina in sequenza (direzione e tempi personalizzabili) i singoli tasti del telecomando; una volta che il tasto che si desidera premere è illuminato, sarà sufficiente azionare il sensore esterno per ottenere il risultato voluto. Alcuni trasmettitori hanno anche la passibilità di collegare un joystick con il quale è possibile "muovere" la luce sui vari tasti scegliendo autonomamente la direzione; la pressione di un sensore esterno attiva nuovamente la selezione del tasto desiderato. Altri trasmettitori hanno la possibilità di essere collegati a computer: un programma visualizza la schermata del telecomando sul monitor del pc; un qualunque sistema di puntamento alternativo al mouse tradizionale consentirà di scegliere e selezionare il tasto desiderato. I telecomandi più evoluti infine integrano un sistema di riconoscimento vocale che consente di "chiamare" il tasto desiderato e attivarne così a voce la funzione associata.

Ancora una volta fondamentale risulta essere l'analisi dei bisogni e delle potenzialità residue dell'utente: la tipologia di accesso, sebbene possa sembrare la più facile o carica di "effetti speciali" (ci riferiamo particolarmente all'uso del comando vocale o del collegamento a computer) potrebbe aggiungere difficoltà nel caso di utenti abituati a spostarsi molto all'interno dell'abitazione o con notevoli variazioni nel tono della voce dovute a difficoltà respiratorie. Non dimentichiamo infatti che stiamo parlando di dispositivi a raggi infrarossi e che, per evitare sovra cablaggi nell'impianto, sarebbe auspicabile mantenere l'unità centrale vicino all'utente.

Unità multifunzione programmabili

In questo caso parliamo di unità particolari che possono svolgere più funzioni tra loro apparentemente non correlate. Anche per questa tipologia di unità centrali, le caratteristiche di nostro interesse da valutare per la scelta saranno la programmabilità e l'adattabilità.

Ancora una volta stiamo parlando di dispositivi in grado di racchiudere
in un unico sistema più telecomandi e unità di controllo ma, come vedremo
di seguito, non ci limiteremo a parlare di telecomandi infrarossi.

Per capire meglio di cosa stiamo parlando, facciamo nuovamente riferimento ad uno dei dispositivi oggi sul mercato: Easy Rider. Si tratta di un display a cristalli liquidi che, collegato ad una centralina di controllo particolare, nasce come sistema di guida per la carrozzina elettrica. Scelta la giusta interfaccia per la guida (joystick a mento, controllo a piede, controllo occipitale a testa, scansione o accesso con sensori multipli, etc...) è possibile avere accesso a una serie di comandi che vanno ben oltre le funzioni di guida. E' infatti possibile controllare tutti gli attuatori della carrozzina (luci, pedane, seduta) e tutti i dispositivi di domotica installati nell'abitazione.

Le unità multifunzione presentano le stesse caratteristiche di programmabilità dei telecomandi a raggi infrarossi, sono cioè in grado di copiare le sequenze di dati emesse da un telecomando standard e riprodurli dando origine ad un segnale identico. Quello che le differenzia notevolmente dai precedenti è il sistema di memorizzazione dei dati immessi. Non si tratta infatti più di logica multilivello, ma di organizzazione secondo menu a tendina.

Avete presente un normale programma di videoscrittura per computer? Tutti i comandi di menu relativi a funzioni analoghe sono raccolti in un menu (Salvataggio, apertura, chiusura, stampa e altri comandi relativi ad operazioni sui file, sono nel menu File; comandi di formattazione del testo sono nel menu Formato; etc...). Allo stesso modo è possibile immagazzinare i comandi copiati in una unità multifunzione in differenti menu a seconda di quello che i suddetti comandi andranno a fare (ad esempio tutti i comandi di guida e controllo degli attuatori della carrozzina, sono all'interno del menu carrozzina; i comandi provenienti da altri telecomandi a raggi infrarossi sono nel menu IR; i comandi di controllo ambiente sono nel menu Domotica; etc...).

La personalizzazione di una unità multifunzione è forse un po' più semplice poiché, una volta memorizzati i codici dei telecomandi sorgenti, è possibile attribuire ad ognuno di essi delle etichette di testo che facilitano la ricerca della funzione desiderata. L'organizzazione secondo menu offre il vantaggio di non dover necessariamente memorizzare tutto ciò che è stato immagazzinato nella memoria dell'unità multifunzione, poiché ogni comando, con relativa descrizione, verrà semplicemente visualizzato sul display a cristalli liquidi una volta aperto il menu corrispondente.

Ma ancora una volta, quello che veramente fa di questi strumenti degli ottimi dispositivi di controllo ambiente è la possibilità di adattare l'accesso alle potenzialità residue di qualunque utente.

Abbiamo già detto che le unità multifunzione servono anche da sistema di guida per la carrozzina elettrica, e quindi se ne deduce che facilmente potranno essere gestite attraverso l'uso di un joystick, che sia esso a mento, a piede, testa o dito.

Ma per tutti coloro che non riuscirebbero comunque a controllare un joystick per molto tempo (pensiamo a patologie progressive muscolari nelle quali il fattore affaticamento diventa rilevante), la possibilità di adattare un sensore singolo ed utilizzare il già descritto sistema a scansione o la possibilità di collegare un sensore multiplo e gestire i movimenti all'interno dei vari menu con più pressioni su tasti differenti diventano un valido aiuto per il controllo di molte attività domestiche.

L'aspetto più interessante di tutto questo è che forse, in questo fiume di parole, è sfuggito è senz'altro quello di avere un'unica interfaccia per fare più cose.

Già, quello che non salta immediatamente all'occhio è che, accorpando in un unico strumento le funzioni di guida della carrozzina e il controllo delle utenze domestiche, il compito dell'utente sarà solo quello di muoversi da un menu all'altro per passare dalla guida al controllo della televisione piuttosto che all'apertura  della porta, il tutto senza mai dover passare ad una interfaccia diversa: il joystick che fino ad un momento ci faceva spostare tra i locali dell'abitazione è lo stesso che ora ci fa selezionare il canale della televisione che vogliamo vedere.

Non dimentichiamo però che la maggior parte di queste unità multifunzione non deve necessariamente essere collegata ad una carrozzina elettrica per funzionare. Esiste infatti una modalità di utilizzo stand alone per tutti quegli utenti che non necessitano o che non hanno la possibilità di spostarsi all'interno della loro abitazione.

Come abbiamo più volte sottolineato, il mercato oggi offre varie possibilità di scelta, da strumenti molto semplici in grado di controllare solo poche funzioni  e accessibili solo con la pressione diretta dei tasti, a strumenti più complessi, o meglio completi, in grado di accorpare innumerevoli funzioni in un unico dispositivo e adattabili al punto da essere controllati con la sola voce; alcuni di questi sistemi si appoggiano ad un personal computer, altri sono assolutamente indipendenti. Ne abbiamo citati due quali rappresentanti ideali di una categorizzazione che speriamo vi abbia aiutato a capire un po' meglio cosa sia possibile fare.

A questo punto, sperando di non avervi fatto venire il mal di testa, vi rimandiamo all'ultimo incontro che terremo su questo argomento per scoprire, ora che conosciamo un po' meglio il come, cosa si può controllare con i vari dispositivi di controllo ambiente.

Per chi volesse conoscere un po' meglio i dispositivi citati e non solo quelli, segnaliamo di seguito alcuni collegamenti utili:

http://www.leonardoausili.com/easyrider.htm

http://www.tiflosystem.it/autom.htm

http://www.auxilia.it/Frame/Gioco/tv.html

http://www.myhome-bticino.it/myhomepages/public/myhome/cosa_serve/comfort/luce.jsp

http://www.ottobock.it/reha/srs100.htm

http://www.helpicare.com/prodotti/prodotti_descr.php?
HIC_Session=85d8e4acdc5ef45fb2786e99a72b25cd&
cat=AU⊂=0&id=1

 

Dott.ssa Alessandra Eselli
 

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