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L'UTILIZZO DEL COMPUTER NEI DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO

L'UTILIZZO DEL COMPUTER NEI DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO

del: 04/06/2010

Dott.ssa Alice Scalabrini

Il presente articolo è liberamente tratto dalla pubblicazione "Il ruolo delle Nuove Tecnologie nel Progetto Psicoeducativo per l'alunno autistico", realizzata a seguito della lezione tenuta dalla Prof. ssa M. Antonietta Difonzo, il 23 aprile 2008, per il CTS di Bologna. La relazione è pubblicata all'indirizzo  nel sito dell'Ufficio Scolastico Provinciale di Bologna.

 

Questo articolo si propone di fornire delle semplici indicazioni e facili spunti utilizzabili per organizzare e perfezionare l'uso del computer nel lavoro con i ragazzi che presentano sintomatologie tipiche dei disturbi dello spettro autistico.

Le occasioni per ricordare che un impiego ragionato e consapevole del computer è in grado di facilitare gli apprendimenti nelle diverse discipline, sia per ragazzi portatori di difficoltà che per tutto il contesto classe, sono sempre maggiori. In questo senso, vorrei ricordare che l'utilizzo delle nuove tecnologie riesce a rafforzare la motivazione e l'interesse dei ragazzi, avvicinandosi al loro linguaggio ed al loro funzionamento cognitivo, riesce a facilitare i processi di attenzione e concentrazione, fornendo feedback costanti e stabili, rafforzando una positiva coscienza di sé e permettendo ai bambini di percepirsi come soggetti che hanno potenzialità e risorse. Si tratta di considerazioni generalizzabili esclusivamente in contesti in cui le tecnologie vengono utilizzate all'interno del piano educativo e il cui impiego è inserito in una progettazione di rete che tenga conto di modalità, tempi e obiettivi ben definiti.

Utilizzare il Pc con ragazzi e bambini autistici consente di presentare il materiale didattico ed educativo scegliendo un linguaggio prevalentemente visuo-spaziale che sappiamo essere il loro punto di forza. In questo senso, il linguaggio dell'informatica risponde alle esigenze di chiarezza e precisione comunicativa perché è chiaro, strutturato e prevedibile, senza inferenze emotive o sottintesi tipici della comunicazione tra due o più persone.

Le moderne teorie neuropsicologiche definiscono il Disturbo Autistico come dovuto a tre tipi di deficit:

-deficit di teoria della mente,

-deficit di coerenza centrale,

-deficit delle funzioni esecutive.

Possedere una teoria della mente significa attribuire stati mentali, cioè desideri, emozioni, intenzioni, pensieri e credenze, sia a se stessi che agli altri ed, in base a ciò, prevedere come le persone si comporteranno in relazione ai propri stati interni. Il deficit di teoria della mente viene considerato come un'anomalia dell'interazione sociale, della comunicazione, del gioco di finzione e come l'incapacità di comprendere le emozioni/opinioni altrui.

Il computer risulta essere uno strumento vantaggioso all'interno di questo range di difficoltà per la sua caratteristica voce meccanica e anaffettiva, per la rigidità, per la strutturazione e la prevedibilità. E' più semplice comprendere un contesto e immaginare quali saranno le conseguenze di un comportamento se variabili quali i desideri, le opinioni, le credenze, il sentire altrui non funzionano come agenti da controllare e tenere in considerazione. Il computer non ha opinioni, non sente dolore, non si arrabbia e i suoi “comportamenti” sono facilmente prevedibili e non legati al contesto. Se gestito correttamente, adeguati software possono essere usati per stimolare l'intersoggettività e la socializzazione, riproponendo azioni e comportamenti che possano essere generalizzati in contesti più complessi come quello reale (programmi aperti), oltre all'utilizzo come comunicatore.

L'ipotesi di un deficit di coerenza centrale riguarda una difficoltà nelle operazioni di sintesi e integrazione dell'informazione. E' sostanzialmente un problema di generalizzazione, di percezione e attenzione, che si traduce nell'incapacità di cogliere il tutto e in una percezione frammentata della realtà. Implica la presenza di buone abilità visuo-spaziali e la necessità di ripetere diverse volte un esercizio per apprendere, cioè per riuscire a fondere i frammenti di un compito in un'unità coerente e dotata di significato. L'incapacità di sintetizzare in una gestalt le informazioni che investono i nostri sensi spiega i comportamenti ripetitivi, le isole di abilità e gli interessi particolari che attraggono questi pazienti. I vantaggi dell'uso del computer all'interno di quest'area si riferiscono prevalentemente alla presenza di materiale visivo e con possibilità di ripetizione “infinita” finalizzata all'acquisizione di nuove competenze oltre che alla possibilità di utilizzare programmi autore che funzionano da stimolo alla generalizzazione.

Il deficit delle funzioni esecutive si riferisce all'incapacità di pianificazione degli obiettivi e controllo degli impulsi, che si traduce in difficoltà a risolvere problemi, ad inibire le risposte impulsive, a formulare un piano d'azione, a spostare l'attenzione per considerare più possibilità; la conseguenza principale di queste difficoltà è la mancanza di flessibilità di pensiero e azione. In altre parole, si tratterebbe di un deficit delle funzioni esecutive programmatorie, di monitoraggio dell'azione e delle sue conseguenze. Il disturbo neuropsicologico di base intralcerebbe l'organizzazione e la percezione dell'esperienza come insieme strutturato e coerente di comportamenti orientati ad uno scopo e lo sviluppo intenzionale di una risposta articolata. Il computer consente un'alta prevedibilità e strutturazione degli stimoli oltre a feedback sistematici che agiscono come rinforzi. Oltre a questo, consente di personalizzare la presentazione generale e i software pianificando le fasi del compito strutturandole rispetto ai tempi di attenzione e alla gradualità necessaria.

I vantaggi dello strumento computer sono evidenti e dimostrati ma è indispensabile ricordarsi che si tratta di uno strumento che va gestito con cautela attraverso software flessibili e personalizzabili, per evitare di alimentare ulteriormente la naturale rigidità comportamentale, integrandolo in una progettazione psicoeducativa complessa, organizzata e articolata che presti attenzione a tempi e modalità d'uso.

Ciò che deve essere sempre ricordato a priori è che è necessario stimolare l'uso autonomo dello strumento, evitando l'abbandono del ragazzo davanti al PC per evitare il rischio dell'irrigidimento in nuove stereotipie o la perseverazione incontrollata in attività ripetitive gratificanti. Oltre a questo, l'affiancamento da parte di un adulto o di un piccolo gruppo di pari consente di non alimentare l'isolamento sociale e le stereotipie comportamentali. Evitiamo noi stessi di essere ripetitivi e proponiamo attività didattiche varie e diversificate; l'esperienza d'uso incrementa le conoscenze tecniche e le stereotipie si riducono se il repertorio di possibilità, di conoscenze ed esperienze si accresce.

Innanzitutto, è fondamentale una chiarificazione dello spazio e del tempo .

I bambini autistici comprendono meglio, diventando più collaborativi, se lo spazio di lavoro è ben definito, è sempre lo stesso con pochi stimoli distraenti.

La strutturazione del tempo invece chiarisce con quale sequenza e per quanto tempo si dovrà svolgere una determinata attività. Quando l'utente comprende cosa ci si aspetta da lui si riduce l'ansia dovuta ad una nuova attività o al passaggio da un'azione all'altra ed è più semplice lo svolgimento in autonomia di compiti che richiedono capacità di pianificazione.

Per personalizzare è indispensabile iniziare dall'hardware rispetto alle capacità motorie, percettive e cognitive con tastiere facilitate, emulatori di mouse. Ad esempio, per facilitare ragazzi con competenze cognitive compromesse potrebbe essere sufficiente un touch screen per consentire di indirizzare tutte le risorse al compito e non alla gestione del puntatore; per altri ragazzi, utilizzare tastiere espanse potrebbe essere dispersivo e non funzionale rispetto ad una mini tastiera.

E' importante personalizzare lo schermo con un buon contrasto testo-sfondo, con caratteri chiari e abbastanza grandi (definizione 800x600), con un set di puntatori del mouse più grandi e di colore vivace. Per evitare la distraibilità e favorire la comprensione, evitare schermate troppo complesse, con un numero elevato di icone o con immagini di sfondo che ne riducono il contrasto e la visibilità.

 

Potrebbe risultare utile creare un profilo utente personalizzato, non solo per mantenere le impostazioni, ma anche perché impostare una password può favorire la memorizzazione di parole scritte ed essere una buona strategia per stimolarne la rievocazione.

Una volta definita la presentazione, è indispensabile personalizzare il software ricordando che non esistono programmi specifici per allievi autistici (ad eccezione di alcuni prodotti di Erickson). Generalmente il programma viene scelto tra la proposta commerciale o freeware per la didattica. Oltre ai contenuti legati agli apprendimenti, è importante proporre attività che stimolino la comunicazione e l'intersoggettività, scegliendo software flessibili e personalizzabili cercando di evitare il rischio di ritualizzare ulteriormente.

Anche programmi molto semplici e stimolanti possono non essere adatti alle esigenze dei ragazzi. Ad esempio, il software open source di disegno per bambini Tux Paint, all'interno della funzione “mostra figure” entra in loop. Per un bambino autistico è molto difficile interrompere un ciclo che non abbia un inizio e una fine ben definiti.

 

Per facilitare la comunicazione è utile preparare menu cartacei o multimediali per la scelta dei programmi preferiti. Ad esempio CREAMENU di Ivana Sacchi consente di organizzare il lavoro al computer, stimolare la capacità di scelta ed evitare la “navigazione” stereotipata sullo schermo.

La scelta dei programmi deve sempre essere effettuata tra risorse che consentano di personalizzare: la presentazione (colori dello schermo, font…), la gradualità della presentazione dei contenuti, il tipo di rinforzo, la presenza o meno del sonoro. Tutti questi elementi potrebbero infastidire o risultare distraenti, poco visibili o non gratificanti a seconda delle situazioni; per questo motivo è importante preservarsi la possibilità di variare l'aspetto grafico oltre che quello dei contenuti (ad esempio software di Ivana Sacchi, Clicker, Mind Express, JClick ...).

La voce meccanica della sintesi vocale, come accennato nella parte introduttiva, sembra più gradita ai ragazzi autistici. Questo può essere spiegato da una maggiore prevedibilità dello stimolo sonoro collegato alla stringa alfabetica che consente una più facile comprensione della relazione grafema fonema. Per questo, può essere utile l'uso di programmi nati per l'apprendimento della letto-scrittura (come ad esempio “Leggo facile” prodotto da Marcello Lucarelli e scaricabile dal sito di Ivana Sacchi) perché stimolano la produzione verbale oltre che l'apprendimento della lettura.

Come precedentemente accennato, l'unico strumento software specifico per l'autismo in commercio è il programma “Autismo e competenze cognitivo emotive” edito da Erickson che stimola i bambini a riconoscere le proprie emozioni per arrivare gradualmente a capire gli stati mentali degli altri. Il software permette di individuare le aree maggiormente compromesse e presentare un percorso di potenziamento centrato su quelle abilità.

Il computer può essere usato anche per l'educazione all'affettività attraverso presentazioni multimediali su emozioni e regole di comportamento, con immagini e video di role playing o situazioni di vita personale. A questo proposito è possibile scegliere la strada della costruzione di attività per mezzo di programmi aperti come Clicker o risorse differenti, come ad esempio le attività on line che si possono trovare sul sito do2learn.   

Per quanto riguarda i programmi aperti, come ad esempio Clicker, ma non solo, anche nella comunicazione faccia a faccia, è importante ricordare alcuni semplici accorgimenti: non utilizzare frasi negative di più difficile comprensione, utilizzare sempre verbi al presente e frasi semplici composte da verbo e predicato. Questo semplifica la mole di informazioni da integrare tra loro e rende più comprensibili i messaggi che vogliamo trasmettere. Ricordarsi di creare attività motivanti e gratificanti, soprattutto nelle fasi iniziali, dove il rischio di frustrazione è maggiore, in modo che i benefici nell'affrontare una certa attività consentano di tollerare le inevitabili difficoltà che si presenteranno.

Oltre al riconoscimento delle emozioni, educare all'interazione tra pari significa anche rispettare i turni all'interno dei giochi proposti. Ad esempio il gioco dei DADI di Ivana Sacchi consente di lavorare sull'intersoggettività e sull'attenzione condivisa.

All'interno di attività di questo tipo è necessario rispettare i tempi di latenza dei ragazzi e lasciare loro il tempo di processare le informazioni necessarie a formulare una risposta adeguata.

Un'ulteriore indicazione importante è che, una volta creata una routine, sia al computer che nella vita di classe o domestica, “spezzarla” potrebbe essere una strategia per ottenere una richiesta diretta dal ragazzo e poterla quindi soddisfare. In questo modo, gradualmente, sarà possibile comprendere che per soddisfare un bisogno, l'unica via percorribile è quella della richiesta; uno degli obiettivi di chi vive a contatto con i disturbi dello spettro autistico è quello di insegnare a chiedere evitando gli agiti.

L'uso didattico e riabilitativo del computer offre la possibilità di migliorare e sviluppare le capacità comunicative, verbali e non, se pensato all'interno di una programmazione coerente e adeguata. Maggiori interazioni vocali, maggiore contatto oculare, miglioramenti significativi nella comunicazione spontanea, nell'attenzione condivisa e negli apprendimenti sono i risultati possibili delle stimolazioni che le nuove tecnologie possono fornire a ragazzi con questo tipo di difficoltà specifiche.

Poiché l'attività al computer è strutturata, organizzata e chiara, il computer è uno strumento semplice che consente di raggiungere competenze notevoli nell'uso autonomo e ha positive ricadute sull'autostima, il benessere psicologico e l'integrazione.

In questo contesto non è stato approfondito il fondamentale tema dell'uso della CAA e del computer come comunicatore attraverso il software Mind Express o i comunicatori a display dinamico, per il quale rimandiamo ad altri articoli presenti sul nostro sito nell'area dedicata.

Dott.ssa Alice Scalabrini 

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE


-Vio, Maschietto, De Meo (2000), Intervento cognitivo nei disturbi artistici e di Asperger, Edizioni Erickson.
-Linee guida per l’autismo, edito società italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza.
http://autismo.inews.it/coselautismo/Linee%20guida%20autismo.pdf

 


  

COMUNIKIT AUTISMO: un tablet per l'autismo  

 


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