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DIFFICOLTA' VISIVE: STRATEGIE E STRUMENTI - dal convegno del 4 maggio 2011

DIFFICOLTA' VISIVE: STRATEGIE E STRUMENTI - dal convegno del 4 maggio 2011

del: 26/05/2011

Lo scorso 4 Maggio 2011 si è tenuto presso l’hotel Ramada di Reggio Emilia un convegno, organizzato da Leonardo Ausili, sul tema delle difficoltà visive.

Con il contributo di questo mese vogliamo offrire ai lettori di questo notiziario una breve sintesi degli interventi che hanno animato questo incontro, accompagnato da una esposizione di ausili per ipovedenti e non vedenti

 Il bambino ipovedente e non vedente: modalità di approccio all'apprendimento e alla socializzazione

La giornata si è aperta con un contributo di Anna Maggiani, ortottista e assistente in oftalmologia presso il servizio di neuropsichiatria infantile dell'Azienda USL di Carpi e Vignola.

Come riportato dalla dott.ssa Maggiani, l’utenza della struttura è costituita da bambini ciechi (affetti da disturbi isolati della vista dovuti a malformazioni o a retinopatia del prematuro o da deficit che coinvolgono non solo la vista ma anche il sistema nervoso centrale come nel caso di paralisi cerebrale infantile o di tumori cerebrali) e da bambini ipovedenti affetti da patologie congenite o acquisite (ad es.infezioni) o da vizi refrattivi gravi, affetti, anche in questo caso, da deficit isolati o di tipo centrale.

Dopo aver sinteticamente ricordato le principali tappe dello sviluppo visivo nel bambino, Anna Maggiani ha analizzato il percorso di presa in carico dei piccoli pazienti che accedono al servizio di neuropsichiatria infantile.

Sono state a questo proposito descritte le fasi della valutazione - che coinvolge non solo la funzione visiva, ma anche il livello di sviluppo generale nelle componenti relazionali, cognitive, linguistiche e motorie - della definizione del progetto riabilitativo e della messa in atto dell’intervento da parte dell’équipe multidisciplinare.

La finalità principale di quest’ultimo – ha evidenziato la relatrice - deve sempre essere lo sviluppo armonico del bambino in tutte le aree, curando l’acquisizione dei prerequisiti necessari all’inserimento scolastico e avendo cura di promuovere, sin dalle primissime fasi dello sviluppo, il più alto grado di autonomia possibile.

Diverse le strategie riabilitative, in considerazione dell’entità del deficit (cecità o ipovisione) e della sua tipologia (deficit sensoriale isolato o danno centrale), oltre che dell’età del bambino.

Per raggiungere questi obiettivi, sottolinea Anna Maggiani, è necessario trasferire metodi e materiali della riabilitazione ambulatoriale al contesto scolastico ed extrascolastico (casa, attività del tempo libero).

L’intervento realizzato dal servizio - riferisce la dott.ssa Maggiani - non trascura gli aspetti emotivi, relazionali ed educativi, con interventi di sostegno psico-pedagogico alla famiglia e comprende anche la valutazione e la scelta di ausili specifici.

Il percorso riabilitativo descritto si incentra - nei primi tre anni di vita - sulle acquisizioni di base (schema corporeo, nessi di causa-effetto, esplorazione dell’ambiente) e si avvale del gioco come strumento di crescita e di sviluppo delle abilità emergenti.

Dai tre anni in poi si passerà all’acquisizione di rappresentazioni mentali sempre più complesse, al raggiungimento di più ampie autonomie e di complesse abilità motorie (es. correre , saltare ecc.).

Il percorso riabilitativo, concentrato nei primi sei anni di vita, prosegue fino alla maggiore età con azioni di supporto e monitoraggio da parte dei servizi sanitari territoriali.

La relazione di Anna Maggiani si è conclusa con la descrizione delle procedure e delle facilitazioni per la fornitura di ausili tiflologici e tiflodidattici.

Questa, in sintesi, la situazione:

gli ausili per la vista inclusi nel nomenclatore tariffario (ingranditori per PC, sistema I.C.R., videoingranditori, stampante braille, sintetizzatore vocale, tavoletta per scrittura braille, display braille, macchina dattilo braille) possono essere richiesti da minori o adulti con residuo visivo inferiore a 1/10, dietro prescrizione del medico specialista, alla ASL di appartenenza. Sull’acquisto di ausili si applica l’IVA  al 4%; le famiglie possono inoltre detrarre dall’imponibile il 19% della spesa sostenuta.

Se a richiedere l’ausilio non è il singolo individuo con disabilità visiva o la sua famiglia ma la scuola, è necessario che l’istituto faccia richiesta al comune di residenza che a sua volta potrà attingere ai fondi per il Diritto allo Studio.

Anche in questo caso l’aliquota IVA imponibile è del 4%.

Ulteriori facilitazioni, in Emilia Romagna, sono offerte dalla legge regionale 29 del 21/08/1997 su “interventi per la permanenza nella propria abitazione”.

Anna Maggiani ha infine ricordato che la Federazione Nazionale delle Istituzioni pro Ciechi promuove ogni anno l’iniziativa di cedere gratuitamente, su richiesta dei genitori, materiale tiflodidattico per un ammontare massimo di euro 130,00 per ogni alunno con minorazione visiva frequentante la Scuola Materna, Primaria e Secondaria di I e II grado.

L’intervento si è concluso con la discussione di un caso clinico di un bambino erroneamente identificato come non vedente che è stato successivamente diagnosticato dal servizio di neuropsichiatria infantile come ipovedente e gradualmente ri-educato a “saper vedere”, fino ad acquisire delle abilità grafo-motorie di base che potranno consentirgli successivamente di accedere alla letto-scrittura.

 

L'alunno con deficit visivo pluriminorato: dalle prime stimolazioni alla strumentazione specifica

Dedicato all’età evolutiva – con un contributo sul tema dell’alunno con minorazioni plurime e deficit visivi - anche l’intervento di Sonia Benedan e di Fiorella Liberini, Centro non vedenti di Brescia ,organizzazione che ha come missione l’integrazione scolastica degli alunni con deficit visivo inseriti nelle scuole di ogni ordine e grado e che offre una variegata tipologia di servizi (intervento diretto, formazione degli insegnati, consulenza tiflodidattica e tifloinformatica, trascrizione e produzione di testi, realizzazione di materiali sensoriali, documentazione bibliografica) alle istituzioni scolastiche del territorio.

In un soggetto con disabilità plurime, ricorda Benedan, c’è il rischio che l’impatto del deficit visivo possa essere sottostimato. Un pericoloso errore, secondo la relatrice, poiché l’assenza di interventi mirati condotti da personale specializzato sulle problematiche della disabilità sensoriale ha l’effetto di moltiplicare le conseguenze negative degli altri deficit.

Quali obiettivi devono essere perseguiti con questi bambini?

Benedan sottolinea come l’intervento educativo debba promuovere in primo luogo la socializzazione, un obiettivo troppo spesso messo da parte in favore dell’acquisizione di competenze specifiche; ma lo stare bene all’interno del contesto scolastico, evidenzia la relatrice, è il pre-requisito fondamentale di qualunque apprendimento. Il bambino deve inoltre, con la mediazione costante dell’adulto, acquisire fiducia nell’ambiente circostante e imparare gradualmente ad orientarsi nello spazio e nel tempo.

Il modello di intervento proposto dal centro non-vedenti di Brescia si realizza all’interno delle istituzioni scolastiche e prevede un momento di accoglienza, la predisposizione di ambienti adeguati ai bisogni dell’alunno ed accessibili a cui fa seguito una prima fase di osservazione. Si curano poi i tempi di inserimento e frequenza nella scuola cercando di guidare il bambino verso un adattamento graduale per poi passare alla fase più impegnativa ovvero la fase della programmazione.

A titolo esemplificativo Sonia Benedan ha riportato il caso di una bambina di terza classe della scuola primaria con grave miopia, mostrando ai presenti una ricca galleria di immagini raffiguranti le numerose modifiche ambientali adottate nella scuola (predisposizione di una sezione aperta con “angoli” dedicati alla socializzazione, all’ascolto, al gioco simbolico; creazione di un’aula “delle magie” con percorsi multisensoriali).

Molto interessante il lavoro di integrazione e raccordo con la programmazione della classe: i compagni della bambina ipovedente hanno infatti usufruito di spazi e materiali “speciali” utilizzandoli per finalità didattiche diverse ed hanno loro stessi contribuito alla realizzazione di sussidi tiflodidattici come i libri tattili.

Prendendo la parola, Fiorella Liberini ha approfondito il tema delle nuove tecnologie, premettendo che “la ricchezza tecnologica, l’informatica, diventano importanti se le strategie di sostegno si adattano e si modificano nel tempo in base al variare delle necessità, ne diventano un mezzo e non un fine”.

Diverse le tecnologie adottate nel contesto scolastico su indicazione dell’associazione bresciana: si va dall’hardware (tastiere espanse, tastiere con scudo, sensori) agli ausili software (ad es. riconoscimento vocale, sintesi vocale, software per l’ingrandimento, screen reader), ai programmi didattici (programmi a diffusione gratuita come quelli elaborati da Ivana Sacchi o programmi commerciali aperti come Clicker) fino ai sistemi di scrittura e la lettura in  braille (barra braille per il computer).

Per offrire ai presenti esempi concreti dell’utilizzo dell’informatica con bambini con deficit della vista, Fiorella Liberini ha mostrato alcune attività realizzate al computer. I partecipanti, nello specifico, hanno avuto modo di vedere alcuni esercizi di riconoscimento suoni realizzati personalizzando un software di Ivana Sacchi, un libro multimediale realizzato con Power Point e l’adattamento di un comune programma per la viusualizzazione di filmati (Videolan). 

Un secondo caso, riportato da Sonia Bendedan, ha invece riguardato un’ alunna pluridisabile frequentante la scuola secondaria di primo grado nella cui classe è stata realizzata una programmazione a sfondo integratore sul tema del castello in epoca medioevale nel corso della quale tutta la scuola ed i suoi spazi (classi, uffici, mensa e altri spazi comuni) sono stati trasformati sulla base della tematizzazione storica avendo modo di intervenire, allo stesso tempo, anche sulle barriere architettoniche e sensoriali e realizzando molteplici attività didattiche sia individuali (laboratorio di cucina “medioevale”, costruzione di libri tattilie multimediali, orientamento uditivo e spaziale, ecc.) che di classe (nell’area logico matematica in quella storico-letteraria, nell’ambito dell’educazione motoria ecc.).

Colpisce la qualità degli interventi esposti, interventi in cui si è saputo collegare attività e obiettivi curricolari a quelli individuali, coinvolgendo tutta la classe e con l’attiva collaborazione del gruppo dei docenti.

 

Cosa cambia nell'educazione dei ciechi e ipovedenti se le "nuove tecnologie" diventano normali e quotidiane. ovvero: ma come facevano a scuola quando il computer non c'era?

L’incontro è proseguito nel pomeriggio con la relazione di Flavio Fogarolo, dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Vicenza, che ha esordito sottolineando la centralità di un approccio centrato sulla qualità dell’integrazione scolastica. Una qualità che non si gioca - a suo avviso - sulle così dette “buone prassi",  intese come interventi didattici di natura eccezionale,  ma su un supporto organizzativo efficiente e diffuso su tutto il territorio e su di una didattica che porti allo sviluppo di competenze compensative in grado di contro-bilanciare le difficoltà specifiche degli alunni.

E’ per questo motivo che le nuove tecnologie da eventi straordinari devono farsi diritto di tutti.

E’ in questa ottica, ha ricordato Fogarolo, che il MIUR ha realizzato a partire dal 2005 il progetto Nuove Tecnologie e Disabilità. Con questo progetto, recentemente concluso, si è cercato, in particolare, di promuovere l’uso corretto delle tecnologie per l’integrazione - intese come strumento indispensabile per l’effettivo esercizio del diritto allo studio – e di risolvere le molte criticità correlate all’introduzione delle tecnologie come strumenti didattici (sprechi ed inefficienze negli acquisti, carenza di competenze specifiche e di servizi di consulenza sul territorio, poca attenzione all’accessibilità del software, mancanza di strumenti in grado di rispondere a bisogni altamente specifici, come ad esempio lo studio del greco da parte di un non - vedente).

Momento cruciale del progetto, che ha visto la realizzazione di sette diverse azioni, è stata la messa a punto di percorsi formativi per gli insegnanti e la creazione di una rete territoriale di supporto su scala nazionale costituita da 92 Centri Territoriali di Supporto, tuttora in funzione, delegati all’acquisto delle attrezzature informatiche e al supporto alle scuole per il corretto utilizzo delle stesse.

L’azione 6 si è stata invece dedicata ai problemi insoluti, finanziando 26 diversi progetti che hanno individuato strategie innovative per rispondere a questi bisogni.

Sei di questi progetti sono stati dedicati agli alunni con deficit visivo.

Fogarolo ha sintetizzato funzionalità e caratteristiche di questi prodotti, realizzati da altrettanti istituti scolastici italiani, evidenziando, in particolare, l’apporto innovativo di Braille Koinè, software per la trasformazione del greco antico in Braille, di INFTY Braille, programma per il riconoscimento ottico dei caratteri e delle operazioni matematiche e di Facilitoffice, pacchetto di applicativi aggiuntivi per Office (nella versione Windows e OpenOffice) integrata da una sintesi vocale. L’intervento è proseguito con una disamina del progetto europeo Lambda, finalizzato a rendere accessibili tutti i codici matematici e con un’analisi molto dettagliata del libro di testo digitale – strumento utile, grazie alle sue caratteristiche di accessibilità e personalizzabilità, non solo a chi presenta un deficit della vista ma anche nei casi di dislessia, di disabilità motoria, cognitiva o di sordità.

Fogarolo ha evidenziato le criticità non risolte dalla normativa vigente (si veda la Legge Stanca del 2004): tuttora le case editrici non forniscono i testi in formato digitale agli alunni disabili se non in alcuni casi e a seguito di accordi specifici. Analogamente l’effettiva accessibilità dei testi digitali è ancora un obiettivo da raggiungere, nonostante le specifiche direttive ministeriali.

L’insegnante, ha proseguito Fogarolo, può tentare di risolvere i problemi rimasti aperti sfruttando la multimodalità della fruizione dei documenti digitali.

Va in questa direzione un progetto sperimentale dell’amministrazione provinciale di Vicenza finalizzata a portare presso ciascuna scuola la produzione di materiali adattati (libri braille e ingranditi; file digitali eventualmente adattati; file audio MP3 in formato Daisy; eventuali disegni tattili) per studenti delle superiori con disabilità visiva.

Le barriere informatiche, sottolinea Fogarolo, sono fortemente influenzate dalle competenze personali dell’utente, motivo per il quale lo strumento (ausilio, materiale adattato) da solo non serve se non vengono potenziate le abilità compensative dello studente, facendo leva sugli aspetti motivazionali e favorendo l’emergere di una più profonda consapevolezza dei propri limiti e dei propri bisogni.

A conclusione del suo intervento Fogarolo ha voluto fare una digressione (solo apparente) sull’esperienza della scuola per ciechi Kekeli Neva (letteralmente “venga la luce”), una struttura fondata e gestita dall’associazione Gruppo San Francesco D'Assisi- di cui Fogarolo è il presidente - in Togo.

A dispetto dell’estrema semplicità degli strumenti didattici adottati (semplici tavolette in legno, chiodini) i risultati ottenuti dagli allievi (che sono spesso reduci da difficili storie personali fatte di emarginazione e solitudine) sono estremamente positivi tanto che molti di loro, usciti dalla scuola, si iscrivono all’università, in un paese dove l’istruzione superiore è una rarità. Un esempio lampante di come delle valide strategie educative possano supplire ai limiti economici e tecnologici.

        

Disabilità visiva e terza età: non e' mai troppo tardi per conservare o riconquistare l'autonomia:

Il convegno si è concluso con la relazione di Franco Frascolla dell’ Associazione Nazionale Subvedenti che ha preso in esame le problematiche e le possibili soluzioni per migliorare la qualità di vita degli anziani con deficit della vista.

Frascolla ha voluto sintetizzare l’esperienza maturata presso l’ausilioteca del Servizio Tommaso di Milano, struttura che ha tra i propri utenti una consistente quota di over 65 (circa 1/3) affetti da patologie quali le retinopatie o la cataratta.

Cruciale, in questa fascia di età, la presenza di disturbi che si assommano al deficit della vista, come ad esempio il decadimento delle funzioni della memoria e le difficoltà motorie e posturali, elementi che, uniti a fattori di tipo ambientale (difficoltà economiche, isolamento sociale), rendono particolarmente critica la vita quotidiana dell’anziano ipovedente.

Risulta pertanto fondamentale individuare i più opportuni strumenti assistivi tenendo conto delle specificità dell’anziano e in particolare:

  • la richiesta di semplificazione (che può entrare in conflitto con l’elevato grado di complessità tecnologica di alcuni strumenti)
  • la progressiva riduzione dei contesti percettivi, dovuta al restringersi di interessi e attività
  • la tendenza (non universale ma molto frequente) al peggioramento della funzionalità visiva, elemento che deve indurre il consulente a non scegliere ausili che devono da subito essere utilizzati al massimo delle potenzialità poiché lo stesso ausilio (si pensi ad es. ad un videoingranditore da tavolo) potrebbe divenire inidoneo a rispondere ai bisogni della persona in un breve lasso di tempo.
  • la presenza di atteggiamenti di rifiuto legati allo sperimentare una condizione, quella dell’ipovisione, nuova ed indesiderata

Diverse le categorie di ausili analizzate da Frascolla: gli ausili ottici (sempre meno utilizzati) per vedere da vicino come le lenti e gli occhiali o per vedere da lontano come gli ausili mono e bi-oculari, i videoingranditori e gli ausili informatici per la lettura, la vita quotidiana, la comunicazione, l’uso del computer ecc.

Risulta da questa disamina come ciascuno strumento presenti pro e contro.

L’adozione di uno strumento specifico, infatti, si associa in ogni caso ad un compromesso – occorre sempre effettuare, ad esempio, un compromesso tra il campo visivo e livello di ingrandimento; lo stesso ausilio, inoltre, non andrà bene in tutte le circostanze (di giorno e di notte, in casa e fuori) ne’ risolvere i tanti problemi collegati al deficit della funzione visiva.

Frascolla sottolinea tuttavia come gli ausili informatici, che pure possono presentare elementi di complessità non sempre gestibili con facilità dall’anziano, meglio si prestano ad accompagnare la persona nella naturale evoluzione della patologia visiva.

 

Conclusioni

L’incontro del 4 Maggio promosso da Leonardo Ausili ha offerto ai partecipanti un’interessante visione d’insieme sulle strategie educative, riabilitative, compensative o assistive adottabili nei casi di ipovisione o cecità, dalla prima infanzia fino alla terza d’età, senza tralasciare le questioni poste dalla disabilità plurima.

Significativamente, tutti gli esperti che si sono alternati durante questa giornata di approfondimento si sono soffermati a rimarcare la centralità dell’approccio educativo/riabilitativo rispetto allo strumento di ausilio (ad alta o bassa tecnologia) in sé, sottolineando, allo stesso tempo, la necessità di una personalizzazione delle strategie e delle soluzioni di intervento.

Grazie alla pluriennale esperienza maturata nei servizi di appartenenza i relatori hanno saputo offrire ai partecipanti numerosi spunti operativi e metodologici supportati da esempi clinici e esperienze pratiche.

 

 plateamostra ausili

 

A cura dello staff Leonardo

staff@leonardoausili.com

 

 

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Link

Decreto Ministeriale - Ministero della Sanità - 27 agosto 1999, n. 332 "Regolamento recante norme per le prestazioni di assistenza protesica erogabili nell'ambito del Servizio sanitario nazionale: modalità di erogazione e tariffe." (Nomenclatore Tariffario)

http://www.handylex.org/stato/d270899.shtml

 

Informazioni su agevolazioni e contributi per l’acquisto di ausili in Emilia Romagna 

 www.emiliaromagnasociale.it

 

Centro per l’integrazione scolastica dei non vedenti di Brescia

http://www.centrononvedenti.it

 

Software gratuiti di Ivana Sacchi

http://www.ivana.it

 

Associazione Nazionale Sub-Vedenti

http://www.subvedenti.it

 

Servizio Tommaso

https://www.subvedenti.it/?page_id=1601

 

Sito personale di Franco Frascolla

http://www.frascolla.org/ (ndr 2020 https://www.facebook.com/permeladisabilitavisiva/

 

Progetto Nuove Tecnologie e disabilità del MIUR

http://archivio.pubblica.istruzione.it/dgstudente/disabilita/ntd/presentazione.shtml

 

Centri Territoriali di Supporto (CTS) realizzati nell’ambito del progetto “Nuove Tecnologie e Disabilità”

http://archivio.pubblica.istruzione.it/dgstudente/disabilita/ntd/azione4_5.shtml#cts

 

Progetto Braille Koinè (Nuove tecnologie e disabilità del MIUR, Azione 6)

http://www.liceosancarlo.it/joomla2/index.php?option=com_content&task=view&id=403&Itemid=234

 

Progetto INFTY-Braille (Nuove tecnologie e disabilità del MIUR, Azione 6)

http://www.copernico.bo.it/index.php?option=com_content&view=article&id=277&Itemid=294

 

Progetto Facilitoffice (Nuove tecnologie e disabilità del MIUR, Azione 6)

http://www.facilitoffice.org/j/

 

Progetto Lambda

http://www.lambdaproject.org

Gruppo San Francesco D’Assisi –Associazione di solidarietà per i ciechi del Togo onlus

 http://www.grupposanfrancesco.org/

 

Approfondimenti

 

Benedan Sonia, Faretta Elisa (2008). Pluri disabilità e vita scolastica Manuale per la prima accoglienza e la programmazione integrata. Erickson, Trento.

 

Benedan Sonia, Faretta Elisa (2006). Pluridisabilità e vita quotidiana. Crescere un bambino con disabilità multipla. Erickson, Trento.

 

Frascolla Franco (2010). Windows Vista per tutti i punti di vista. Vederci chiaro davanti al PC:
guida pratica alle nuove funzionalità per chi ha problemi di vista.

http://www.subvedenti.it/GWV/GWV000.asp

 

Frascolla Franco (2003). Ipovisione e personalizzazione di Windows

http://www.subvedenti.it/IW/IW.asp

 

Fogarolo Flavio (2007). Il computer di sostegno. Ausili informatici a scuola. Erickson, Trento.

(ndr 2020 gruppo Facebook Normativa Inclusione)



[1]I criteri dell’accessibilità dei testi digitali sono stati esplicitati dai decreti ministeriali del 30/04/08 e n. 41 dell’ 8/04/09

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