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PRIMA CONFERENZA ITALIANA SULLA COMUNICAZIONE AUMENTATIVA E ALTERNATIVA

del: 03/06/2005

Dott.ssa Vittoria Stucci

Come già anticipato nella News di aprile, i giorni 27 e 28 maggio si è tenuta a Genova la prima conferenza italiana sulla Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA), organizzata dalla sezione italiana di ISAAC. Vogliamo dunque dedicare l'articolo di questo mese a quest'importante evento che per la prima volta è stato realizzato in Italia. Chi desidera avere maggiori chiarimenti rispetto alle natura ed alle finalità di ISAAC internazionale e relativamante alla nascita di ISAAC Italy può leggere l'articolo del mese di gennaio alla pagina /archivio70.htm  del nostro sito. Altre informazioni sono disponibili sul sito stesso della sezione italiana di ISAAC www.isaacitaly.it .

Il convegno è stato aperto (dopo gli immancabili saluti alle autorità, tra cui il sindaco di Genova) da Gabriella Veruggio, presidente di ISAAC Italy, che ha chiarito a tutti i partecipanti (circa 200) la natura di ISAAC internazionale, ha tracciato una breve storia dell'associazione per arrivare alla nascita della sezione italiana. I dati aggiornati al 2005 indicano una partecipazione nel mondo di quasi 4000 iscritti provenienti da 54 paesi con 14 chapter (sezioni) nazionali e regionali (tra questi anche l'Italia).  La sezione italiana attualmente conta 130 iscritti anche se il numero è in costante crescita grazie alla fondazione del chapter ed alla scuola di formazione in CAA, che si svolge  presso il Centro Benedetta d'Intino di Milano, dove vengono formate annualmente circa una ventina di persone che operano in ambito riabilitativo (medici, terapisti, logopedisti, educatori, etc). Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito del centro, in particolare alla pagina http://www.benedettadintino.org/BDI/Centri/Milano/Formazione/FormazioneCAA.aspx . Gli obiettivi di ISAAC Italy rispecchiano quelli di ISAAC internazionale anche se ogni chapter deve adattare la propria attività alle peculiarità del territorio di appartenenza. I primi tre anni di vita del chapter italiano sono stati dedicati, oltre che all'adempimento degli obblighi fiscali ed amministrativi, principalmente alla creazione di una rete di collegamento interna (come ad esempio il foglio informativo Chapter News che prevede anche uno spazio per ragazzi) ed alla diffusione dell'informazione all'esterno dell'associazione per consentire a tutti i soggetti interessati (utenti, famiglie e operatori) di conoscere le opportunità offerte dalla CAA e dall'associazione. Il perseguimento di quest'ultimo obiettivo ha visto la creazione del sito internet, la traduzione di alcuni testi e pubblicazioni e l'organizzazione della prima conferenza italiana. Gabriella Veruggio, che oltre ad essere presidente di ISAAC Italy è anche una terapista che lavora da anni in questo ambito, ha concluso il suo intervento parlando della conferenza internazionale di Washington che è stata la prima a cui ha partecipato. Ha descritto questo evento come un incontro speciale che l'ha colpita anche per la disponibilità di tutti i partecipanti a scambiarsi esperienze ed informazioni. Il suo auspicio è che anche le conferenze italiane divengano un'occasione di confronto e di creazione di nuovi legami da parte di professionisti, famiglie ed utenti.

Il convegno è proseguito con l'intervento della Dott.ssa Aurelia Rivarola, direttrice della scuola di CAA che si svolge presso il centro Benedetta d'Intino, che ha parlato della CAA e della sua evoluzione dagli anni '70. Ha sottolineato come l'aggettivo "aumentativo" sia stato introdotto proprio per sottolineare la multimodalità della CAA dato che la finalità principale dell'intervento è aumentare, potenziare le capacità comunicative del soggetto. La dott.ssa Rivarola ha poi parlato dell'utilizzo dei simboli grafici e dei risultati di diverse ricerche in cui è stato dimostrato che l'utilizzo di linguaggi simbolici favorisce l'apprendimento del codice alfabetico. Molti altri sono stati gli argomenti toccati: la selezione e lo sviluppo del vocabolario, le diverse tipologie di simboli grafici, gli strumenti a supporto dei percorsi di CAA (tabelle di comunicazione e ausili tecnologici), le modalità di interazione dell'interlocutore parlante e dei facilitatori, etc.  La relazione si è conclusa evidenziando come questi interventi cercano sempre di fornire un sistema di comunicazione globale, ovviamente studiato sulle peculiari esigenze di ciascun utente, che comprenda strategie e strumenti valutando le occasioni di partecipazione. Rispetto a quest'ultimo punto la dott.ssa Rivarola ha sottolineato come L'intervento deve essere rivolto non solo alla persona, ma a tutto il suo ambiente di vita. Quest'aspetto è stato poi ampiamente trattato nel workshop del 28 maggio condotto da Sarah Blakstone (USA) che ha parlato di Social Network (rete sociale) come nuovo strumento di valutazione e programmazione dell'intervento di CAA. Sarah Blakstone è partita analizzando le aspettative di soggetti con bisogni comunicativi complessi. Le risposte ottenute da questi utenti, rispetto ai risultati desiderati, riguardavano sempre un aumento delle autonomie personali (indipendenza, trovare una modalità per risolvere o aggirare un problema, aiutare un altro individuo...sono alcune delle risposte date). Viene dunque evidenziato come la comunicazione sia in realtà uno strumento e non un obiettivo. Il punto di attenzione è  l'interazione; ne consegue che i partner comunicativi assumono un ruolo di primaria importanza. Anche analizzando le definizioni più attuali del concetto di comunicazione è evidente l'enfasi data al processo: non si parla più di emittente e ricevente che si scambiano informazioni, ma della cooperazione di due persone che cercano di costruire un significato comune. Il Social Network è dunque un strumento che aiuta tutti i soggetti coinvolti: operatori, genitori, amici, etc.

Le altre comunicazioni sono state suddivise in due macroaree:

  1. i protagonisti dell'intervento di CAA,
  2. esperienze di CAA.
  1. Per ciò che riguarda il primo punto, i soggetti individuati sono i seguenti: utenti, familiari, professionisti, aziende.  Diverse sono state le comunicazioni, tutte molto interessanti, che hanno testimoniato il serio lavoro svolto in questi anni da molti professionisti (neurologi, psicologi, neuropsichiatri, logopedisti, educatori, terapisti della riabilitazione, etc). Molti strumenti sono stati messi a punto, anche riguardanti la valutazione dell'efficacia di questi interventi.                                                             

    Le storie raccontate dai genitori hanno permesso di prendere coscienza di un altro punto di vista, quello di un genitore che cerca di instaurare un rapporto con un bambino che non parla. Questi interventi sono stati molto intensi perché non è possibile trascurare gli aspetti emotivi che accompagnano questi rapporti difficili, ma in alcuni casi anche densi di soddisfazioni per le graduali conquiste che accompagnano la quotidianità di queste famiglie. Sempre molto illuminante è stata la relazione di Ezio Bettinelli, utente CAA, pedagogista responsabile del servizio Informa Handicap dell'USSL 19 di Adria in provincia di Rovigo e membro del consiglio di amministrazione di ISAAC Italy, che ha raccontato la sua esperienza di vita ed il suo approccio con la CAA. Il titolo della sua relazione, realizzata tramite PC con sintesi vocale, "La libertà di comunicare" riassume in una frase il messaggio che ha voluto trasmettere. Per ciò che riguarda le aziende, essendo questo il nostro ruolo, crediamo importante sottolineare alcuni aspetti evidenziati dalla persona che ha esposto il punto di vista delle ditte, Paolo Vaccari. In primo luogo la scelta dell'ausilio deve essere sempre effettuata tenendo conto del fatto che si tratta di uno strumento che deve essere necessariamente inserito in un progetto in cui sono stati individuati alcuni obiettivi prioritari. Anche Sarah Blakstone ha infatti sottolineato come spesso ed erroneamente la prima domanda che ci si pone durante un intervento di CAA riguarda la scelta dell'ausilio. In secondo luogo è stata sconsigliata la scelta di questi strumenti solo dopo aver consultato un catalogo o un sito internet. Quando è possibile, è sempre consigliabile provare gli ausili, in particolare se si tratta di VOCAs. Molte ditte effettuano il servizio di conto visione, ovviamente senza nessun obbligo di acquisto, proprio del dare la possibilità di provare gli strumenti nei contesti in cui si pensa che siano più appropriati.

  2. Per ciò che concerne le esperienze, diverse sono state le relazioni in cui sono stati esposti diversi casi. Molte storie, documentate con immagini, sono state raccontate dai poster esposti a fianco dell'area espositiva.

 

Gli spazi di quest'articolo non ci consentono di citare tutti gli interventi che abbiamo considerato interessanti non solo per i contenuti, ma anche per la metodologia adottata. Anche in questo campo è importante avere dei criteri condivisi e scientifici che permettano di guidare le osservazioni e le valutazioni dei casi.

Alla fine della prima giornata è stato dato ampio spazio alle domande dei partecipanti. E' stata avvertita da tutti i professionisti coinvolti la necessità di trovare un lessico, un linguaggio comune per consentire a tutti di comprendere in modo approfondito le esperienze portate. I genitori hanno invece avvertito la necessità di creare una rete di servizi pubblici conosciuti e condivisi. Anche la nostra impressione, dai contatti che quasi quotidianamente riceviamo, è che in Italia manchino punti di riferimento condivisi non solo relativamente alla CAA, ma riguardo il discorso degli ausili tecnologici in generale. Molti utenti non sanno a chi rivolgersi per ottenere servizi adeguati al loro caso. L'auspicio è dunque quello che questa prima conferenza italiana possa essere un passo importante per la realizzazione di una rete informativa a cui tutti possano accedere in modo semplice.

 

Dott.ssa Vittoria Stucci

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