.
Tecnologia e disabilità. L’esigenza di un’educazione digitale.
del: 23/12/2024
Ringraziamo la Dott.ssa Giulia Bianchi per aver condiviso con noi le sue riflessioni in merito all'uso della tecnologia in questi ultimi anni di continua innovazione e scoperta nel campo.
Scriveva Aristotele «se tutti gli strumenti (gli organa) privi di vita, necessari per una famiglia, svolgessero il ruolo, la loro propria funzione - come sembra facessero le statue di Dedalo e i tripodi di Efesto [...] - gli artigiani, i costruttori e gli amministratori delle proprietà non avrebbero più bisogno di subordinati e di schiavi» (Politica, I, 125b, 22-39).
Il bisogno di far svolgere a meccanismi o creature inanimate compiti o funzioni riservate agli uomini si è manifestato da sempre; d’altronde essa è una dimensione propria dell’uomo che ci differenzia dagli altri esseri viventi(1).
Si dice che la tecnica sia l’essenza dell’uomo, a differenza dell’animale che vive nel mondo attraverso l’istinto l’uomo può vivere in esso solo grazie alla sua azione; nell’era della tecnica l’azione si è risolta in essa, l’uomo rivolgendosi al solo mero utilizzo intravede in essa un’ancora di salvezza sopravvalutando il suo potenziale e dimenticandosi del proprio io, della propria umanità che è la sola a renderci differenti dagli animali. La tecnica ad oggi occupa ogni aspetto della nostra realtà evidenziando come senza questa l’uomo risulti perso e disorientato; essa diviene mezzo per la risoluzione di qualunque difficoltà.
«La téchne viene anche definita come arte e, di qui, la parola artefatto ovvero “fatto con arte”. Artefatto è tutto ciò che risulta da un processo trasformativo da parte dell’uomo e che consegue un telos, uno scopo»(2).
Qual é dunque lo scopo della tecnologia nella dimensione della disabilità? La tecnologia è volta a soddisfare ogni bisogno umano e nel caso delle persone con disabilità possiamo riscontrare tecnologie assistive, compensative e Universal Design tutte volte a promuovere l’inclusione, ovvero il superamento di qualsiasi barriera sia a livello sociale, la partecipazione, e sia a livello scolastico, l'apprendimento. L'inclusione è dunque un'azione propria dell'uomo, che solo grazie alle sue capacità intrinseche ha la possibilità di attuare; l'uomo dunque non può delegare alla tecnica questo onere, essa diviene solo un mezzo e uno strumento nelle mani dell'uomo.
La tecnica ha indubbiamente un grande potenziale ma è necessario porre lo sguardo sulle capacità di ognuno di noi di utilizzare al meglio tali strumenti.
Secondo un'ottica inclusiva è di vitale importanza l'utilizzo consapevole delle tecnologie, che se adoperate nel giusto modo divengono dispositivi utili all'autodeterminazione di tutte le persone, anche delle persone disabili. Se viene a mancare la consapevolezza e l'educazione all'uso delle tecnologie si rischia di approcciarsi a queste in maniera totalmente errata. Esse infatti permetterebbero un miglioramento notevole della qualità della vita della persona con disabilità, tuttavia è chiaro che se lo strumento non viene
adeguatamente promosso o se non vengono promosse continue occasioni di educazione a questi strumenti l'obiettivo viene meno.
A questo proposito è stato di grande interesse il colloquio intrattenuto con la Dott.ssa Cristina Sassi(4) e la Dott.ssa Elisa Medici(5) che da anni si occupano, presso l'azienda Leonardo Ausili(6), di erogazione e supporto di ausili per persone con disabilità. Dal colloquio è emerso che la tecnologia viene comunemente vista come uno strumento per risolvere il problema, sia esso fisico, cognitivo o di comunicazione, come "il salvagente" per risolvere alla radice qualsiasi tipo di deficit. Questa è sicuramente una convinzione fortemente sbagliata in quanto il loro utilizzo non deve essere volto "all'estinzione del problema" quanto più ad un semplice supporto per migliorare la condizione esistente.
Dobbiamo pensare alla tecnica non come sostituto dell’uomo, non come strumento che agisce per noi perchè esso è privo di quella intenzionalità intrinseca ad ogni azione umana. La tecnica non ha intenzione ma è creata dall’uomo al fine di colmare le sue mancanze(7).
Attenzione, non si vuole sottovalutare l'importanza di questi strumenti quanto più originare una riflessione sul fine di tali strumenti per poter giungere alla consapevolezza che si debbano essere considerati come un mezzo per agevolare l'inclusione e non il mezzo perchè vi sia un'inclusione. L'ausilio dev'essere valutato per ciò che realmente è, un supporto, e ultimo anello di una catena che prevede una collaborazione a più mani: la scuola, le istituzioni, la famiglia e la società.
È nella società infatti che hanno luogo le relazioni, i dialoghi, l'apertura alle diversità, ciò che permette ad ogni individuo di costruire sè stesso, come uomo individuale, con le proprie peculiarità e specificità. Aristotele, nella Politica, afferma che "l'essere umano è un animale sociale", è dunque attraverso la società che l'uomo ha la possibilità di costruire la propria identità e personalità.
Ognuno di noi è diverso dagli altri, ed è questa la bellezza del genere umano, ognuno è a sè con i propri limiti e le proprie difficoltà, ed è solo grazie alla vicinanza gli uni agli altri che ogni individuo ha la possibilità di migliorare sè stesso. Ed è proprio la nostra individualità la ricchezza più grande di cui disponiamo, dobbiamo dunque riconoscere anche ad ogni persona disabile la sua specificità come individuo a sè e come parte integrante di una società.
Dobbiamo dunque rimuovere l'idea che le persone disabili siano parte di un gruppo ben definito, con determinati bisogni ed esigenze, che necessitano di determinate cure, che possono svolgere solo determinate attività, come se tutto fosse già scritto, già deciso, senza concedere ad essi la possibilità di poter scrivere il proprio futuro.
Ritengo dunque che la tecnologia sia uno strumento fondamentale al giorno d'oggi per l'uomo e mezzo di considerevole miglioramento della qualità della vita di tutti noi, ma necessariamente non deve risultare sostituto dell'uomo.
L'educazione all'utilizzo di questi strumenti, inoltre, è fondamentale per garantirne un utilizzo adeguato fornendo ad ogni persona le competenze necessarie per adoperarli con consapevolezza. Tale educazione deve essere rivolta anche e soprattutto alle famiglie dei ragazzi disabili per poter comprendere che l'ausilio non è la soluzione e che esso varia il suo potenziale in base al suo utilizzo. La tecnologia nelle mani di chi non ha competenza può essere uno strumento pericoloso.
Bibliografia e riferimenti
1 Grigenti F., Carli E., (2019), Mente, cervello, intelligenza artificiale, Pearson.
2 Traetta L., (2023), Tecnologia e disabilità: dalla scienza medica all’inclusione, Progedit, Bari,
p. 23. 3 Traetta L., (2023), Tecnologia e disabilità: dalla scienza medica all’inclusione, Progedit, Bari.
4 Cristina Sassi, Psicologa esperta di Tecnologie Assistive Digitali.
5 Elisa Medici, Terapista Occupazionale – Consulente DAT.
6 Leonardo Ausili è un’azienda sita in Reggio Emilia che offre un servizio di consulenza per la scelta degli ausili, la formazione all’uso degli strumenti, corsi di formazione e webinar su
diverse tematiche.
7 Galimberti U. L’uomo nell’età della tecnica. La tecnica da strumento a soggetto della storia. Raicultura.
Giulia Bianchi - Dottoressa in Filosofia