.

Tecnologie Assistive Digitali: ausili per vivere meglio e più a lungo in autonomia
del: 27/06/2025
Viviamo in un’epoca in cui la tecnologia può cambiare radicalmente il modo in cui affrontiamo la vita quotidiana. Questo è particolarmente vero per gli anziani (che con l’avanzare dell’età rischiano di non essere più autosufficienti) e le persone con disabilità, che spesso si trovano a convivere con limiti fisici o sensoriali che rendono più difficile compiere anche le azioni più semplici.
Questo spesso ha una ricaduta molto importante sia nella cerchia familiare, all’interno della quale si presenta la necessità di identificare uno o più caregivers in grado di supportare la persona con difficoltà, sia a livello di servizi territoriali e sanitari, che a volte sono chiamati a prendere in carico persone che non sono più in grado di vivere una vita indipendente presso il loro domicilio.
Eppure, oggi più che mai, esistono strumenti digitali pensati proprio per restituire autonomia e dignità alle persone con difficoltà congenite o acquisite, che le possono superare tornando ad essere protagonisti nella gestione della propria quotidianità.
Usare la tecnologia poi diventa strumento di empowerment ed inclusione, limitando l’isolamento sociale che la mancanza di autonomia può portare.
Le tecnologie assistive digitali sono dispositivi o software progettati per aiutare le persone con disabilità e/o fragilità a svolgere attività che altrimenti sarebbero inaccessibili. E non stiamo parlando solo di dispositivi medici, ma di strumenti intelligenti, spesso anche esteticamente gradevoli e intuitivi, che permettono di comunicare, orientarsi, lavorare, partecipare alla vita sociale. Tali tecnologie possono rappresentare un ponte verso un contesto ed una società più inclusivi.
Poter contare su questi strumenti aiuta non solo la propria indipendenza, ma anche il benessere psicologico: l’autonomia riduce la solitudine e la frustrazione ed aumenta il tono dell’umore, mentre far parte della comunità digitale aumenta la partecipazione sociale e può consentire anche di proseguire la propria attività lavorativa. Mantenere una vita attiva previene anche il declino funzionale, innescando una spirale positiva. Il digitale può in parte anche compensare il declino dovuto all’avanzare dell’età.
La nostra esperienza ci porta a constatare che nel valutare tali ausili occorre sempre tenere presente anche a chi sono destinati: la connettività e le funzioni multiple non sempre rappresentano un vantaggio per chi con la tecnologia non è cresciuto. La scelta che può apparire ottimale ad un caregiver non sempre rappresenta una soluzione efficace in mano a chi ha bisogno di utilizzare strumenti semplici, intuitivi, concreti.
I dispositivi di sicurezza
Escludendo volutamente i dispositivi legati al controllo a distanza tramite cellulare nell’abitazione dell’anziano o della persona con disabilità, si può ricorrere ad un campanello in grado di richiamare l’attenzione di un caregiver. Se la persona però non è in grado di comprendere se si trova in una situazione di pericolo, tali dispositivi di richiamo possono tramutarsi in sistemi di sicurezza passiva che allertano i caregivers se la persona in difficoltà scende dal letto o dalla carrozzina.
La attività quotidiane
Soprattutto per chi ha problemi di vista, esistono innumerevoli strumenti di semplicissimo utilizzo che possono rendere indipendenti le persone nella vita quotidiana: bastoni elettronici con GPS, sensori con feedback che aiutano a muoversi in sicurezza, sveglie, termometri e misura pressione parlanti, rilevatori di colore, ecc.
Ci sono poi videoingranditori di tutte le dimensioni che aiutano a leggere testi cartacei o a visualizzare meglio oggetti di piccole dimensioni, per poter firmare documenti, farsi la barba o la manicure, guardare fotografie o documenti, ecc
Per chi ha difficoltà motorie, la domotica può fare molto: luci, tapparelle, termostati e forni si possono ormai controllare con comandi vocali, usando dispositivi come Alexa o Google Home. Occorre però sempre prestare grande attenzione quando si decide di affidarsi a strumenti che necessitano della rete internet e/o della rete elettrica per poter funzionare, perché un improvviso disservizio potrebbe avere gravi conseguenze per chi non è in grado di avere accessi alternativi ai servizi che offrono.
Uso del telefono
Anche gli smartphone a volte, pur così ricchi di funzioni, non sono accessibili a chi non ha una manualità fine ottimale e presenta difficoltà sensoriali e/o cognitive: si può ricorrere, in questi casi, a telefoni semplificati e con tastiera fisica come Blindshell Classic 3 oppure si può configurare un iPhone in modo che possa essere gestibile con la voce e fruibile anche da persone non vedenti.
L’utilizzo del computer
Pensiamo ancora a chi ha perso la vista o ha difficoltà visive dovute all’età.
Kit Ti Guido è un dispositivo che consente un utilizzo pressochè completo, ma assolutamente semplificato, delle più comuni funzioni del computer, anche solo attraverso la voce, oppure con pochi tasti della tastiera. Utile per chi utenti ciechi o ipovedenti senza competenze informatiche, si adatta anche a chi ha fragilità cognitive o impaccio motorio
Esiste poi GuideConnect. Si tratta di un’interfaccia semplificata per computer, tablet o anche TV, pensata proprio per chi non ha molta familiarità con la tecnologia. Grazie alla voce guida, a menu chiari e pulsanti grandi, permette di scrivere email, ascoltare audiolibri, fare videochiamate o leggere un documento.
Per chi presenta solo difficoltà motorie, si può ricorrere ad un filtro antitremore per l’utilizzo del mouse e ad impugnature che permettono di ottimizzare l’utilizzo del touchscreen dei dispositivi smart, nonché tastiere con tasti di grandi dimensioni e a contrasto elevato.
La comunicazione
Anche le persone che non comunicano o hanno perso l’uso della voce possono facilmente trarre giovamento da comunicatori dinamici o alfabetici, che consentono loro di interagire con le persone con le quali sono in relazione. Questo libera dalla necessità di intermediazione di un facilitatore che conosce i loro bisogni ed i loro eventuali gesti convenzionali. Un esempio è Comunikit Afasia, dispositivo pensato per supportare giovani adulti, adulti e anziani non autosufficienti nella comunicazione, anche in casi in fase iniziale di demenza.
La potenza dell’intelligenza artificiale
Sempre più spesso poi le tecnologie assistive si fondano sull’intelligenza artificiale o sulla realtà aumentata. Si possono utilizzare tali tecnologie sia in ambito riabilitativo od abilitativo per sostenere le autonomie, come Comunikit ARIA, o come strumenti compensativi. È quest’ultimo il caso di Voxivision, pensato per persone cieche o ipovedenti. Voxivision può descrivere l’ambiente circostante, leggere testi anche scritti a mano, riconoscere oggetti e persino aiutare a contare soldi o identificare prodotti.
L’estetica della tecnologia: quando il design aiuta l’inclusione
Un altro aspetto importante è che oggi questi dispositivi non sono più stigmatizzanti come lo erano in passato gli ausili destinati a persone con disabilità. Al contrario, sono sempre più curati nel design. Pensiamo agli occhiali smart OrCam MyEye, un piccolo dispositivo che si aggancia agli occhiali e verbalizza ciò che si guarda, con una sintesi vocale chiara e naturale.
Utilizzare la tecnologia assistiva non significa più rendere visibile la propria disabilità, ma adottare strumenti eleganti che migliorano la qualità della vita.
Un supporto anche per chi assiste
Anche i caregiver — familiari, assistenti, operatori sanitari — possono trarre enorme beneficio dalle tecnologie assistive. Sistemi di teleassistenza permettono di monitorare da remoto lo stato di salute di un anziano o una persona fragile, ricevendo notifiche in caso di cadute, malesseri o dimenticanze nei farmaci.
Inoltre, molti strumenti digitali favoriscono l’autonomia dell’utente, alleggerendo il carico di lavoro del caregiver e riducendo il rischio di burnout.
L’importanza delle politiche pubbliche
A livello istituzionale, è utile sapere che queste tecnologie rappresentano un diritto grazie al DPCM 12/1/17 inserito nei Livelli Essenziali di Assistenza
Incentivi, detrazioni fiscali, inclusione nei piani di assistenza domiciliare, finanziamenti pubblici (come ad esempio quelli previsti dalla Sottocomponente 1 "Servizi sociali, disabilità e marginalità sociale” -Investimento 1.1.2 -Autonomia degli anziani non autosufficienti della Missione 5 del PNRR) possono ulteriormente fare la differenza.
Dal punto di vista sanitario, l’uso di assistive technology ritarda l’ingresso in strutture di cura, riducendo costi sanitari e garantendo qualità di vita.
Non solo ausili: un cambio di mentalità
Occorre cambiare il modo in cui guardiamo alla disabilità e all’invecchiamento. Queste condizioni possono rappresentare una fase della vita o una caratteristica della persona che, se opportunamente supportata anche attraverso le tecnologie, può godere di una vita piena ed indipendente, dignitosa e capace di apportare un contributo fattivo e positivo al contesto familiare e sociale in vive, senza dipenderne passivamente, con ricadute positive non soltanto sulla cerchia ristretta della persona che ne fa uso, ma anche sul welfare sociale.
Le tecnologie assistive digitali rappresentano un investimento che restituisce autonomia e dignità perché permettono di scegliere, di essere indipendenti, di comunicare, di sentirsi parte della comunità.
Dott.ssa Cristina Sassi - psicologa
Dott.ssa Elisa Medici - terapista occupazionale