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Al Servizio della vita indipendente: intervista al Dott. Carlo Montanari

Al Servizio della vita indipendente: intervista al Dott. Carlo Montanari

del: 28/01/2022

Dott. Carlo Montanari - Ingegnere delle Telecomunicazioni e Tecnico nei Sistemi Domotici

Il diritto alla Vita Indipendente è stato riconosciuto nell’Articolo 19 della “Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità”, come diritto a vivere nella società con la stessa libertà di scelta delle altre persone, tramite l’adozione di misure volte a facilitare la piena integrazione e partecipazione nella società.

In diverse realtà locali sono attivi progetti per rendere concreti i principi di questo diritto.
A Reggio Emilia, ad esempio, ci si può rivolgere al Centro per l’Adattamento dell’Ambiente Domestico.
Riportiamo l’intervista a Carlo Montanari, Dottore in Ingegneria delle Telecomunicazioni e Tecnico nei Sistemi Domotici presso il C.A.A.D. di Reggio Emilia.


1) Buongiorno Carlo, innanzitutto grazie per aver accolto il nostro invito, nato dall'esigenza segnalata da molti utenti di identificare un riferimento per favorire l'indipendenza e l'autonomia delle persone con disabilità.
Vuole presentarsi e presentare il servizio che offre CAAD?

Buongiorno, vi ringrazio a mia volta e mi presento: sono Carlo Montanari tecnico dei sistemi domotici dell’equipe del CAAD Reggio Emilia. L’equipe di tipo multidisciplinare è composta inoltre dal tecnico progettista Silvia Trolli, dall’operatrice con competenze di segretariato sociale ed amministrative Manuela Veneziani e dalla responsabile e coordinatrice Arch. Piera Nobili. Il centro è gestito dall’Associazione Cerpa Italia Onlus.

Il CAAD – acronimo di Centro per l’Adattamento dell’Ambiente Domestico – è un servizio pubblico che fornisce gratuitamente consulenza, sostegno ed orientamento sui temi dell’accessibilità e della fruibilità dell’ambiente domestico.

Il Centro si rivolge a tutti coloro che hanno delle limitazioni nello svolgere le attività della vita quotidiana, come le persone anziane e con disabilità, alle loro famiglie, agli operatori dei servizi sociali e sanitari ed ai tecnici progettisti del settore pubblico e privato.

La finalità del CAAD è quindi aumentare l’autonomia delle persone nella propria casa, sostenere contemporaneamente il lavoro dei caregivers formali e informali coinvolti nell’assistenza e più in generale promuovere la cultura dell’accessibilità e dell’inclusione.


2) Date le finalità del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), di cui tanto si parla ultimamente, ritenete che le novità apportate dal Piano e dalla nuova Legge Delega in materia di disabilità possano fornire un impulso e comportare un aumento di richieste a servizi come il vostro?

Recentemente siamo stati già coinvolti nel nostro ambito territoriale per il supporto alle nuove progettualità del PNRR ma sarei molto cauto nell’anticipare i possibili esiti di azioni appena intraprese; si parla di processi complessi e che andranno valutati nel complicato sfondo delle riforme e delle future politiche di welfare. Di certo sul tema delle nuove forme di domiciliarità, sul potenziamento dei servizi ad essa legati e sull’utilizzo opportuno delle nuove tecnologie si gioca una partita molto importante.

Sul versante delle richieste il CAAD a Reggio Emilia opera in stretta collaborazione con i servizi sociosanitari territoriali e ospedalieri quindi le richieste non mancano già oggi, ma l’impoverimento delle persone fragili e la mancanza di risorse private a disposizione per gli interventi di adattamento domestico sono temi che affrontiamo spesso, nonostante la presenza di contributi nazionali e regionali e di sgravi fiscali. Proprio per questo si spera che le riforme possano affrontare e risolvere anche questi problemi.


3) Attualmente come è strutturata la vostra rete e quali sono i servizi coinvolti?

Il CAAD è un servizio che fa tesoro e valorizza il concetto di rete operando in maniera capillare sui vari territori rispettandone le prerogative.

L’espressione più ampia è la Rete CAAD, operante sull’intero territorio della Regione Emilia-Romagna, composta da dieci centri provinciali oltre a molti sportelli CAAD aperti successivamente in vari distretti.
La rete è coordinata dalla regione Emilia-Romagna e da due centri regionali di secondo livello: il CRA (acronimo di Centro Regionale Ausili) e il CRIBA (acronimo di Centro regionale di Informazione sul benessere Ambientale).
Il CRA si occupa dello studio e della proposta di Soluzioni/Tecnologie Assistive, ovvero di ausili con componente tecnologica, più o meno elevata. Queste soluzioni permettono di migliorare l’autonomia e la qualità della vita della persona con disabilità e favoriscono la riabilitazione, l’inclusione sociale e la partecipazione.
Il CRIBA, invece, si occupa del tema della progettazione inclusiva e ha come finalità primaria l'individuazione delle soluzioni più efficaci e idonee per accrescere i livelli di accessibilità e fruibilità del territorio.
I due Centri regionali inoltre forniscono supporto e consulenza, tecnica e organizzativa ai CAAD provinciali.
Per approfondimenti si rimanda al sito www.retecaad.it

Tornando al nostro territorio, il servizio CAAD si articola con uno sportello CAAD per ogni Distretto Sanitario.
Il CAAD di Reggio Emilia è inserito nella rete dei servizi sociali, sanitari e ospedalieri per cui esistono dei protocolli di collaborazione e accesso ben definiti, ma è un servizio a cui tutti i cittadini possono accedere direttamente.
Negli altri distretti sanitari della provincia di Reggio Emilia esistono altri Sportelli CAAD distrettuali.


4) Sapete se esistono servizi analoghi su tutto il territorio nazionale?

In nessun’altra regione italiana esiste una rete di servizi articolata come quella presente in Emilia-Romagna, ma in alcune si sono replicate le esperienze dei centri di secondo livello. È il caso dei centri che fanno parte del Cerpa Network, presenti nelle seguenti regioni: Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Umbria, Trentino-Alto Adige, Lombardia.
Dal 1996, inoltre, esiste una rete di Centri di consulenza sugli Ausili Informatici ed Elettronici – che prende il nome di GLIC – che mira a supportare l’autonomia delle persone con disabilità.


5) Può raccontarci in maniera più analitica come si struttura il vostro lavoro e come si accede ai vostri servizi?

Il CAAD è un servizio di primo livello e i cittadini possono accedere direttamente contattandoci allo 0522585540 o venendo negli uffici di Via Wybicki 7/a a Reggio Emilia (attualmente su appuntamento).
Come ho già detto c’è la possibilità di accedere attraverso la mediazione dei servizi sociali, sanitari ed ospedalieri.
L’attività del CAAD si articola a seconda delle necessità; la consulenza fornita dal CAAD può essere di diverso tipo:

  • semplice informazione a distanza o tramite lo sportello durante gli orari di apertura al pubblico
  • consulenza programmata in sede CAAD con operatori, tecnici e famiglia - se necessario anche con il diretto interessato
  • sopralluogo domiciliare programmato dell’equipe multidisciplinare se è da subito evidente la complessità del caso. Dopo il sopralluogo il CAAD elabora una bozza di progetto e resta a disposizione sia della persona sia della ditta per eventuali chiarimenti o approfondimenti.

Il CAAD è anche una risorsa informativa su agevolazioni fiscali e contributi legati ai temi dell’adattamento domestico.
Il CAAD di Reggio Emilia nello specifico accoglie le domande di contributo per l’eliminazione delle barriere architettoniche (L. 13/89 e L.R 24/01) e quelle relative alla fruibilità dell’ambiente domestico (L.R 29/97 art.10) e alla mobilità personale (L.R. 29/97 art.9).


6) Dato il nostro ruolo di operatori di mercato, quale ritenete debba essere la sinergia tra la rete di consulenza e i fornitori di ausili? Quali i rispettivi ruoli?

Il CAAD è un servizio di raccordo tra i cittadini e il complesso mondo dei fornitori delle soluzioni per l’adattamento domestico, senza alcun interesse commerciale.
Ritengo che la sinergia sia altresì fondamentale per entrambi.
Il CAAD può tradurre le complesse esigenze dei cittadini nelle specifiche di prodotto o di sistema, la ditta le concretizza ricercandole nella soluzione più adatta. Il processo molto spesso è tutt’altro che semplice e per questo può essere agevolato da un continuo confronto tra professionisti, teso alla ricerca di un comune obiettivo: la soddisfazione del cittadino nell’ottenimento dell’autonomia possibile.


7) Sulla base della vostra esperienza, ci sono punti di forza e punti di debolezza che ritenete utile segnalare, relativamente al ruolo delle aziende? Questo nell'ottica di rendere il miglior servizio possibile agli utenti finali.

Il punto di forza in un contesto complesso come quello dell’adattamento domestico è di certo la varietà delle soluzioni che le aziende riescono a proporre, ma anche il contesto multiprofessionale che le accompagna e che ormai si riscontra in diverse aziende del settore.


8) Infine, le chiedo una curiosità personale. È prevista nel vostro servizio la figura del TO? Se non è prevista, quale pensate possa essere il valore aggiunto di questa figura ad un servizio come il vostro?

In alcuni CAAD dell’Emilia-Romagna la figura del terapista occupazionale è presente ed è una figura che si integra perfettamente nei tre ambiti su cui si fonda l’equipe multidisciplinare ideale del CAAD (sociale, sanitario, tecnico). Noi non abbiamo un TO in equipe, ma colmiamo questa lacuna “adottando” di volta in volta i professionisti e le professioniste dei servizi territoriali che seguono direttamente i cittadini nei percorsi di autonomia in una logica collaborativa di rete.

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La collaborazione tra le diverse realtà e figure professionali che ruotano attorno alla persone con disabilità è alla base della buona riuscita di un percorso per il suo benessere ambientale e sociale.
Crediamo che il modello adottato dalla nostra Regione risponda in modo adeguato ad un bisogno reale che stimola domande sempre più consapevoli.

Ringraziamo pertanto per la disponibilità il C.A.A.D. di Reggio Emilia e lasciamo un riferimento mail per chi volesse approfondire l’argomento:
caad@comune.re.it

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