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PADUA REHABILITATION TOOL: UNO STUDIO PILOTA SU UN SOFTWARE PER LA RIABILITAZIONE...

del: 19/01/2017

Stefano Cardullo, psicologo, Silvia Milan, psicologa

Articolo originale: Cardullo, S., Gamberini, L., Milan, S., & Mapelli, D. (2015). Rehabilitation Tool: A Pilot Study On A New Neuropsychological Interactive Training System. Studies in Health Technology and Informatics219, 168-173.

 

Introduzione

Ormai da anni la ricerca ha dimostrato che fenomeni di plasticità cerebrale non si limitano a specifici ed esclusivi periodi dello sviluppo ma sono presenti lungo tutto l’arco di vita (Draganski & May, 2008; Johansson, 2004). Inoltre, è oramai riconosciuto come il Sistema Nervoso Centrale possa subire modificazioni sia a livello strutturale che funzionale in conseguenza ad esercizio prolungato: questi dati di letteratura sono alla base della riabilitazione neuropsicologica (Warraich & Kleim, 2010).

Lo sviluppo delle nuove tecnologie ha spinto i ricercatori ad identificare nuove metodologie di intervento più efficaci e che contribuiscano a migliorare l’adesione al trattamento aumentando la motivazione. A tal fine diversi training computerizzati e serious games sono stati appositamente sviluppati per favorire un maggiore coinvolgimento nell’attività riabilitativa del paziente (e.g., Gamberini & Barresi, 2008).

I training computerizzati infatti, consentono una maggiore flessibilità nel trattamento cognitivo, offrono la possibilità di adeguare i compiti alle necessità del paziente, e forniscono un feedback immediato consentendo al paziente di conoscere istantaneamente l’accuratezza o meno della propria risposta. Grazie al processo di gamification, le sedute di riabilitazione neuropsicologica possono quindi diventare più divertenti per il paziente rispetto ai tradizionali interventi carta e matita. Da studi di letteratura, la riabilitazione basata su training computerizzati è stata applicata in ambito geriatrico e con pazienti con lesioni cerebrali acquisite di varia eziologia (e.g., Kiran, Des Roches, Balachandran, & Ascenso, 2014; Lundqvist, Grundström, Samuelsson, & Rönnberg, 2010; Gamberini et al., 2006; Mattioli, Stampatori, Zanotti, Parrinello, & Capra, 2010).

Recentemente, la ricerca ha posto particolare attenzione sull’utilizzo dei tablet in ambito riabilitativo (e.g., Chan, Haber, Drew, & Park, 2016; Kiran et al., 2014). Quest’interesse si basa su due elementi propri di questi dispositivi ovvero il touch screen e la loro ampia diffusione. La tecnologia touch screen è molto intuitiva e facilmente utilizzabile da tutti i tipi di pazienti attraverso l’uso di semplici gesti naturali che non sono mediati da altri dispositivi di input (e.g., mouse o tastiere). L’ampia diffusione ha determinato un abbattimento dei costi che questi dispositivi avevano solo qualche anno fa, rendendoli relativamente accessibili. I tablet consentono inoltre di essere facilmente spostati, esistono molti supporti che ne favoriscono l’utilizzo e hanno l’enorme vantaggio di poter essere adoperati anche da utenti allettati. I risultati ottenuti da recenti ricerche incoraggiano a proseguire nell’ uso di questo tipo di tecnologia che permette all’utente di svolgere sessioni di riabilitazione (Des Roches, Balachandran, Ascenso, Tripodis, & Kiran, 2014).

 

La ricerca

Basandosi su ricerche precedentemente condotte (Cardullo et al., 2011; Gamberini, Cardullo, Seraglia, & Bordin, 2010)è stato sviluppato il “Padua Rehabilitation Tool” (PRT) un software composto da 35 esercizi di stimolazione cognitiva suddivisi per le varie funzioni cognitive maggiormente coinvolte: attenzione, memoria, linguaggio, ragionamento logico, riconoscimento, orientamento e controllo motorio. Il software è stato implementato per Appleã Ipadâ ed è in fase di studio e non attualmente commercializzato. Per lo sviluppo dell’app è stato utilizzato Adobeâ Flash professional CCã con ActionScript 3.0.

Il software è stato sviluppato con un’interfaccia e stimoli appositamente semplificati in modo da consentire un utilizzo più immediato; gli oggetti presentati sono ben visibili e le istruzioni sempre molto semplici e dirette.

Grazie alla varietà degli esercizi è possibile sottoporre ad ogni paziente training diversi in base alle proprie difficoltà. Il software è quindi utilizzabile con una varietà di pazienti a prescindere dalla patologia neurologica acquisita: è possibile programmare programmi di intervento specificatamente focalizzati sulle necessità di ogni paziente.

Ogni esercizio prevede la medesima modalità di risposta ovvero quello di indicare la risposta corretta tra quelle proposte con un semplice tocco. Viene fornito un chiaro e immediato feedback in modalità sia visiva che uditiva. La difficoltà dei vari compiti è strutturata secondo livelli di crescente complessità, in modo che il paziente abbia la possibilità di iniziare con compiti semplici sperimentando un senso di adeguatezza, riducendo il senso di frustrazione e supportando la motivazione.

 

                                                                                  Metodo e Risultati

Per questo studio pilota sono stati reclutati sei pazienti con cerebrolesioni acquisite di varia eziologia in un Centro Riabilitativo italiano con LCF superiore a 6 e in grado di utilizzare almeno un arto superiore. Quattro pazienti hanno utilizzato il PRT per un totale di 20 sedute (5 volte a settimana per 4 settimane). Per ogni paziente sono stati scelti esercizi diversi in base profilo cognitivo emerso dalle valutazioni neuropsicologiche. I restanti due pazienti hanno svolto le normali attività previste dal trattamento riabilitativo della struttura.

All’inizio e al termine del primo mese di training, ai pazienti è stato somministrato l’Esame Neuropsicologico Breve 2 (Sara Mondini, Daniela Mapelli, Alec Vestri, Giorgio Arcara, 2011)composto da 16 subtest che indagano differenti abilità cognitive.

Dato l’esiguo numero di partecipanti, le profonde differenze nei profili neuropsicologici di ognuno e la varietà delle eziologie, non sono stati eseguiti confronti tra gruppi ma i singoli casi sono stati comparati tra di loro. Dal confronto dei risultati tra test e re-test si nota un significativo miglioramento nei pazienti che hanno utilizzato PRT. Anche competenze cognitive non direttamente connesse agli esercizi svolti hanno beneficiato del training, effetto attribuibile all’utilizzo di nuove strategie non relate al singolo compito. Dall’altro lato, i pazienti che non hanno utilizzato il software hanno mostrato una performance stabile nel tempo e in alcuni casi un peggioramento di alcune funzioni cognitive: in generale non hanno migliorato la loro condizione clinica.

 

                                                                                    Conclusioni

Da questi primi risultati si evince che il PRT può rappresentare una risorsa nella riabilitazione neuropsicologica. La pluralità degli esercizi a disposizione consente di realizzare training personalizzati in base alle specifiche esigenze riabilitative di ogni paziente, seguendo anche le necessità che via via mutano nel tempo.

L’utilizzo del touch screen ha consentito un’interazione facilitata con il software. I pazienti si sono dimostrati curiosi nei confronti del training e disponibili all’utilizzo del tablet anche in futuro.

Lo studio presenta diverse limiti, prime tra tutte l’esiguità del campione e la non randomizzazione dello stesso, infatti ogni partecipante era ovviamente libero di non aderire. La ricerca su PRT continuerà nel futuro per consolidare il numero partecipanti, confrontarli con pazienti che utilizzano altri strumenti e valutare la ricaduta dell’utilizzo del PRT su altri aspetti della vita quotidiana.

 

Stefano Cardullo, psicologo

stefano.cardullo@gmail.com

 

Silvia Milan, psicologa

silvia.milan.89@gmail.com

 

 

BIBLIOGRAFIA

 

Cardullo, S., Seraglia, B., Bordin, A., Gamberini, L. (2011). Cognitive training with Nintendo Wii® for the elderly : Journal of CyberTherapy and Rehabilitation, 4

Chan, M. Y., Haber, S., Drew, L. M., & Park, D. C. (2016). Training older adults to use tablet computers: Does it enhance cognitive function? Gerontologist, 56(3), 475–484.

Des Roches, C. A., Balachandran, I., Ascenso, E. M., Tripodis, Y., & Kiran, S. (2014). Effectiveness of an impairment-based individualized rehabilitation program using an iPad-based software platform. Frontiers in Human Neuroscience, 8(JAN), 1015.

Draganski, B., & May,  a. (2008). Training-induced structural changes in the adult human brain. Behavioural Brain Research, 192(1), 137–42.

Gamberini, L., Alcaniz, M., Barresi, G., Fabregat, M., Ibanez, F., & Prontu, L. (2006). Cognition, technology and games for the elderly: An introduction to ELDERGAMES project. PsychNology Journal, 4(3), 285–308.

Gamberini, L., & Barresi, G. (2008). A game a day keeps the doctor away: A short review of computer games in mental healthcare. Journal of CyberTherapy …, 127–145.

Gamberini, L., Cardullo, S., Seraglia, B., & Bordin, A. (2010, January). Neuropsychological testing through a Nintendo Wii console. Studies in Health Technology and Informatics.

Johansson, B. B. (2004). Brain plasticity in health and disease. The Keio Journal of Medicine, 4, 231–246.

Kiran, S., Des Roches, C., Balachandran, I., & Ascenso, E. (2014). Development of an impairment-based individualized treatment workflow using an iPad-based software platform. Seminars in Speech and Language, 35(1), 38–50.

Lundqvist, A., Grundström, K., Samuelsson, K., & Rönnberg, J. (2010). Computerized training of working memory in a group of patients suffering from acquired brain injury. Brain Injury, 24(10), 1173–1183.

Mattioli, F., Stampatori, C., Zanotti, D., Parrinello, G., & Capra, R. (2010). Efficacy and specificity of intensive cognitive rehabilitation of attention and executive functions in multiple sclerosis. Journal of the Neurological Sciences, 288(1-2), 101–105.

Mondini, S., Mapelli D., Vestri, A., Arcara, G., Bisiacchi, P.,. (2011). Esame Neuropsicologico Breve 2. (R. C. Editore, Ed.). Milano.

Warich, Z., & Kleim, J. ara. (2010). Neural plasticity: the biological substrate for neurorehabilitation. PM & R : The Journal of Injury, Function, and Rehabilitation, 2(12 Suppl 2), S208–19. http://doi.org/10.1016/j.pmrj.2010.10.016

 

link diretto all'articolo originale su PubMed

http://ebooks.iospress.nl/publication/42145


 

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