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AUSILI E MINDFULNESS: una sinergia possibile?
del: 22/09/2017
Nel campo dell’Assistive Technology sono pochi gli studi facilmente accessibili che forniscano dati scientifici sull’efficacia dell’uso degli ausili nel controllo di comportamenti socialmente non accettabili.
Esistono diverse evidenze a favore dell’ipotesi che l’utilizzo di ausili tecnologici possa, in determinate circostanze, contribuire al controllo di comportamenti iperattivi o violenti, fornendo un canale di comunicazione e di gestione della situazioni frustranti.
L’utilizzo della Comunicazione Aumentativa Alternativa rappresenta per chi non può parlare un importante argine a comportamenti aggressivi e violenti per manifestare la propria frustrazione: poter indicare la causa di un disagio in modo intellegibile a chi può intervenire ed aiutare apre già la strada al superamento della situazione sgradevole.
Allo stesso modo, l’adattamento dell’ambiente e l’uso di accorgimenti e strumenti particolari possono fornire un aiuto nel controllare comportamenti socialmente non adeguati. La descrizione di un caso di adattamento della postazione informatica per un ragazzo con disturbo dell’attenzione e iperattività è, a distanza di tanti anni dalla pubblicazione, ancora oggi uno degli articoli più letti sul nostro sito
Numerose esperienze di utilizzo di ausili informatici e per la comunicazione sono riportati sul sito www.portale.siva.it , ma ciò che spesso viene riferito nell’esperienza quotidiana, e cioè che l’uso di ausili aiuta nella gestione di comportamenti problematici, non trova purtroppo il riscontro di dati fondati su ricerche di ampio respiro.
L’uso di strumenti e strategie, non ci stancheremo mai di ripetere, rimane comunque sterile, se non viene inserito in un ampio progetto che coinvolga diverse figure nel perseguire obiettivi chiari e condivisi.
Questa riflessione si è di recente arricchita grazie ad un confronto con la Dott.ssa Lorenza Beltrami, che da anni si occupa di consulenze per la scelta di ausili e che, in qualità di psicoterapeuta, propone insieme alla collega Dott.ssa Chiara Ciracì un percorso di avviamento alla Mindfulness rivolto, oltre che agli adulti, anche all’età evolutiva ed a soggetti in condizione di disagio.
Di seguito vi proponiamo una panoramica sintetica ed accurata degli studi e dei dati a sostegno dell’utilizzo della Mindfulness, pratica sempre più diffusa e studiata anche in età evolutiva. La nostra idea è che tale pratica possa essere di stimolo e cornice all’inserimento di ausili tecnologici, nella speranza che l’utilizzo di ausili con bambini con problemi comportamentali e di comunicazione possa essere accolto in un progetto più ampio, che coinvolga la classe in un percorso di largo respiro che implichi la presa di coscienza di sé, dell’ambiente circostante e delle persone che ne fanno parte.
Ringraziamo quindi Le Dott.sse Beltrami e Ciracì del contributo che segue; ne riportiamo i riferimenti per chi voglia contattarle con l’intenzione di intraprendere questo percorso e, perché no, fornircene poi riscontro per un prossimo articolo.
Mindfulness
In tutto il mondo oggi si sente parlare di “Mindfulness” o “pratica di consapevolezza”; nel corso degli ultimi vent’anni numerosi studi scientifici hanno identificato questa pratica come base per interventi terapeutici efficaci nei confronti di diversi disturbi psichici e medici.
L’utilizzo della Mindfulness, con modalità diverse, è indicato per adulti e bambini; ansia e stress, disturbi dell’umore e dell’alimentazione, dolore cronico ma anche disturbi di attenzione con iperattività sono solo alcuni dei campi di applicazione.
Nel corso degli ultimi anni, gli interventi basati sulla Mindfulness si sono rivelati efficaci in età adulta per la cura e il mantenimento della salute psicofisica.
Il programa Mindfulness Based Stress Reduction (MBSR; JonKabat-Zinn, 1990) è un intervento terapeutico di gruppo, nato verso la fine degli anni Settanta[1] e consistente in un training sistematico alla meditazione Mindfulness o Mindful awareness, ovvero “attenzione consapevole”, finalizzato ad acquisire maggiore efficacia nella gestione dello stress e delle proprie emozioni. Esso mira, in particolare, a sviluppare la capacità di focalizzarsi sul presente, di prestare attenzione a ciò che accade dentro di sé e intorno a sé, momento per momento, in modo intenzionale e non giudicante, a favorire l’auto-esplorazione della propria personale esperienza e l’acquisizione di consapevolezza delle proprie sensazioni, percezioni, emozioni, pensieri, parole, azioni e relazioni. In tal modo, l’attenzione consapevole conduce la persona ad acquisire maggiore conoscenza del proprio corpo, ad accrescere l’accettazione del proprio stato di salute, che sia di malattia o di malessere psico-fisico, a migliorare la gestione di situazioni difficili, di problemi ordinari o straordinari, ad incrementare la resistenza allo stress e la propria resilienza (Santorelli, 2014).
Una prima meta-analisi di sessantaquattro studi (Grossman et al., 2004) ha rilevato un miglioramento del benessere psicofisico in popolazioni cliniche, caratterizzate da varie sintomatologie: dolore cronico, fibromialgia, cancro, malattia coronarica, disturbo da alimentazione incontrollata (BED), ansia e depressione; laddove in quelle non cliniche,l’effetto benefico dell’intervento consisteva in un incremento dell’abilità di coping della persona. Il Coping è definito come la capacità di far fronte agli eventi difficili e/o negativi ricorrendo alle proprie risorse e abilità; in psicologia dello sviluppo,è altresì riconosciuto come una problem solving skill o una dimostrazione di competenza emotiva (Rollo, 2005).
Una recentissima review (Geiger et al., 2016) conferma gli effetti benefici dell’intervento MBSR in età adulta tanto sul piano psicologico quanto su quello fisico mostrando una riduzione dei sintomi ansiosi, depressivi e del senso di stress percepito e contribuendo al miglioramento del funzionamento cognitivo e fisico generale in differenti tipologie di pazienti, da quelli oncologici a quelli dermatologici, dai poli-abusatori a quelli affetti da dolore cronico. Effetti positivi si riscontrano, inoltre, su capacità cognitive quali attenzione sostenuta, memoria visuo-spaziale, working memory e concentrazione (Jha et al., 2007; Chambers et al., 2008; Zeidan et al., 2010).
Attualmente programmi meditativi rivolti all’età evolutiva sono in crescendo ed interessano perlopiù realtà educative americane, australiane ed inglesi. Similmente gli effetti positivi trovati sono di natura sia cognitiva che emotiva: regolazione dell’attenzione, incremento della capacità metacognitiva e funzioni esecutive (Napoli, Krech&Holley, 2009; Flook et al, 2010); riduzione di problemi comportamentali e dei sintomi ansioso-depressivi (Randye et al., 2010; Joyce et al, 2010); migliore competenza emotiva ed aumento dei comportamenti prosociali (Schonert-Reichl&Lawlor, 2010).
Uno studio californiano (Flook et al., 2010) ha esaminato gli effetti delle pratiche Mindfulness in classi seconde e terze di una scuola primaria: 64 bambini partecipanti sono stati assegnati a random al gruppo sperimentale e a quello di controllo, bilanciando l’età e il genere (età media = 8 anni). Il programma è stato svolto in otto settimane (due incontri a settimana di 30 minuti ciascuno) e comprendeva esercizi sull’acquisizione della consapevolezza di sensazioni, pensieri, sentimenti e ambiente. I risultati hanno rilevato nel gruppo sperimentale un miglioramento delle funzioni esecutive, misurate tramite il Behavior Rating Inventory of Executive Function (BRIEF; Gioia, Isquith, Guy, &Kenworthy, 2000) rispetto al controllo, in particolare degli indici: regolazione comportamentale, metacognizione e controllo esecutivo globale. Gli effetti maggiori sono stati osservati in bambini con maggiore difficoltà della componente esecutiva
Un’ulteriore evidenza americana (Randye et al., 2010) ha constatato la riduzione dei sintomi ansiosi attraverso lo State-Trait Anxiety Inventory for Children (STAIC) e il Multidimensional Anxiety Scale for Children (MASC 2), del deficit attentivo e dei problemi comportamentali mediante il Child Behavior Checklis (CBCL), in un campione di 25 bambini (età 9-13 anni) dopo aver seguito il programma Mindfulness-Based Cognitive Therapy for Children; tali effetti sono permasti anche dopo tre mesi dall’intervento.
Secondo uno studio australiano (Joyce et al., 2010) il programma Mindfulness (dieci incontri settimanali di 45 minuti ciascuno) è risultato funzionale alla riduzione dei comportamenti problematici (SDQ; Strengths and Difficulties Questionnaire) e della sintomatologia depressiva (CDI; Children’s Depression Inventory) in due scuole primarie di Melbourne (range età = 10-13 anni), soprattutto in quei bambini con un profilo problematico nella fase antecedente al training.
BIBLIOGRAFIA
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[1] Sin dal 1979, anno in cui JonKabat-Zinn ha fondato la sua Clinica per la Riduzione dello Stress presso l'Università del Massachusetts Medical School, più di diciassette mila persone hanno completato il suo programma (Greco &Hayes, 2008). Il protocollo MBSR oggi viene proposto negli ospedali di tutto il mondo nel contesto della medicina integrativa, in programmi di formazione atletica, di intervento nelle aziende, nelle organizzazioni, nelle scuole e nelle carceri, al fine di affrontare molte delle problematiche psicologiche e fisiche legate allo stress (Santorelli, 2014).
Dott.ssa Lorenza Beltrami
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Dott.ssa Chiara Ciracì
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