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IL COMPUTER, IN COMPENSO… RIFLESSIONI IN CONCLUSIONE DI UN ANNO SCOLASTICO INSIEME - ESPERIENZE...

del: 27/07/2012

Dott.ssa Alice Scalabrini, Dott.ssa Patrizia Scardilli

Perché la tecnologia da sola non può né liberare né rendere schiavi; essa deve essere capita, guidata, impiegata verso gli obiettivi che ci interessano. (G. Ceragioli)

 

Nell’articolo contenuto nella newsletter di ottobre scorso http://www.leonardoausili.com/approfondimenti/il-computer-compenso-esperienze-sul-campo-dislessia-e-strumenti-compensativi ho avuto modo di condividere un’esperienza di campus informatico, dedicata a ragazzi delle scuole medie, propedeutica all’inizio dell’anno scolastico. In questa occasione, ai ragazzi sono stati presentati strumenti compensativi, all’interno di un percorso intensivo, per sviluppare autonomie personali da utilizzare nel corso dell’anno scolastico successivo.

L’esperienza di campus informatico ha visto coinvolti più gruppi di lavoro e, ad uno di questi, si sono susseguiti incontri periodici regolari che hanno accompagnato nell’intero anno scolastico i ragazzi, sostenendoli nella ricerca delle loro autonomie durante le attività di studio pomeridiane.  In particolare, il gruppo originario formato da 10 ragazzi è stato suddiviso in due sottogruppi, rispettivamente da 5 partecipanti, in base alla classe di riferimento  e al livello raggiunto al termine del percorso intensivo. I due gruppi si incontravano con cadenza quindicinale per laboratori della durata di 2 ore da ottobre a maggio per svolgere insieme i compiti assegnati dagli insegnanti e condividere dubbi emersi nel tentativo di utilizzare i software nel corso della settimana. In particolare, gli obiettivi che ci siamo riproposti riguardavano la possibilità di svolgere i compiti in modo più autonomo, per un minor tempo giornaliero e di utilizzare il computer in modo maggiormente finalizzato all’aprendimento.

Parallelamente, vista la necessità delle famiglie, sono stati attivati percorsi similari per bambini delle classi quarte e quinte delle scuole primarie. In questo caso si è trattato di attività dilazionate nel corso dell’anno della durata di un’ora e mezza ciascuno dalla cadenza settimanale. Al percorso propedeutico intensivo si è sostituita una serie di incontri strutturati mirati alla conoscenza e alla iniziale acquisizione di autonomie nell’utilizzo di software compensativi. In particolare, sono stati utilizzati Cmaps Tools o Supermappe di Anastasis, Microsoft Office Word e Power Point, sintesi vocali SAPI 5 all’interno di applicativi freeware o Personal Reader di Anastasis, software per la modificazione di libri digitali formato .pdf come PdfViewer. Data l’età degli studenti e la presenza diffusa di libri digitali non sono stati introdotti software OCR, rimandando tale presentazione al momento del passaggio alle scuole medie o ad un successivo laboratorio  di livello più avanzato.

 

Per verificare l’efficacia del percorso abbiamo somministrato un semplice questionario ai ragazzi delle scuole medie a settembre e a giugno in cui viene indagata la frequenza e l’utilità  del computer nello svolgere i compiti in modo autonomo.

I ragazzi hanno percepito alcuni cambiamenti nel loro modo di utilizzare il computer in termini di frequenza di utilizzo, comprensione delle finalità didattiche dello strumento, velocità e autonomia nello svolgimento dei compiti a casa. Prima di una qualsiasi analisi dei dati, è importante ricordare che il re-test è stato somministrato alla fine del percorso riferendosi all’anno scolastico appena concluso e che, partecipando al gruppo, era naturale utilizzare sintesi vocale, internet e mappe concettuali almeno in quella occasione.

Relativamente ai risultati ottenuti in relazione ai nostri obiettivi, possiamo affermare che i ragazzi utilizzano il computer più spesso rispetto all’inizio dell’anno (tabella 1) così come la sintesi vocale (tabella 2). Per quanto riguarda l’elaboratore di testi, ad esempio Microsoft Word, sono aumentati soprattutto coloro che lo utilizzano saltuariamente a discapito di chi lo utilizzava poche volte l’anno, mentre rimangono invariati coloro che lo utilizzano spesso (tabella 3), probabilmente in relazione alle maggiori richieste del contesto scolastico. Rimane da indagare in che modo questo programma di larga diffusione viene utilizzato, se con maggiori accorgimenti o come semplice videoscrittura “selvaggia”, il nostro scopo era infatti anche quello che i ragazzi imparassero ad utilizzare correttore ortografico e altre funzioni come “trova”, “evidenzia”, etc e di scrivere sulla tastiera con le dieci dita. In tabella 4 notiamo un aumento evidente delle persone che utilizzano saltuariamente mappe concettuali a scapito di coloro che non le utilizzavano mai, la speranza è che i laboratori abbiano permesso lo sviluppo della conoscenza di uno strumento prima inutilizzato, utile nello studio, anche se non ancora impiegato in modo sistematico. Probabilmente, parte della fatica riscontrata nell’utilizzo autonomo delle mappe concettuali deriva dalla grande quantità di tempo necessaria per entrare nella loro “forma mentis”, soprattutto se non richiesta come competenza da parte della classe di riferimento, a scapito della reale comprensione delle potenzialità di uno strumento così importante. Infatti, invariate rimangono le persone che utilizzavano mappe già a settembre, in corrispondenza di coloro che gradualmente, nel corso degli anni scolastici, hanno acquisito tale competenza, richiesta da ogni singolo insegnante. Maggiore è anche l’utilizzo di internet per finalità didattiche (tabella 5) anche se solo la metà dei ragazzi lo utilizza almeno una volta a settimana per soddisfare le proprie curiosità o trovare risposta ai propri dubbi. Internet è una grande risorsa di materiale accessibile; essendo già in formato digitale è possibile leggerlo utilizzando la sintesi vocale, la speranza è che l’utilizzo di questo strumento sia migliorato dal punto di vista della qualità di utilizzo sostenuto da semplici accorgimenti come Google Toolbar. Google Toolbar presenta alcune funzioni molto utili durante le fasi di ricerca sul web come l’evidenziazione delle parole ricercate all’interno del documento, in modo da individuare anche in testi molto lunghi i capoversi nei quali si parla dell’argomento di interesse, o la ricerca per immagini. Il numero di ore dedicate allo studio è rimasto mediamente pressoché invariato (tabella 6), in leggera diminuzione. Utilizzare uno strumento nuovo, sia riferendosi ad una nuova strategia di pensiero o un mezzo informatico, richiede tempo, risorse ed energia oltre ad una grande motivazione, il tempo iniziale investito nell’apprendimento dell’utilizzo del computer è un pegno necessariamente da pagare. Uno strumento come il computer, che non si può definire nuovo in quanto tale ma solo in relazione al suo scarso utilizzo in classe per finalità didattiche, consente di risparmiare tempo soltanto in prospettiva e sicuramente non nel breve termine. Ciò non va a togliere l’importanza, per chiunque ma soprattutto per questi ragazzi, di conoscerlo e sfruttarlo per ottimizzare i propri risultati ma necessariamente deve diventare competenza trasversale per non essere vissuto nelle fasi iniziali come un carico di lavoro eccessivo e insostenibile. Nonostante le nostre aspettative fossero più alte, è aumentato il numero di ragazzi che svolgono i loro compiti in maniera autonoma ma è anche aumentato il numero di coloro che si sono rivolti ad uno specialista anziché ad un familiare (tabella 7). Questo può essere spiegato con la crescente complessità dei contenuti da studiare rispetto alle scuole primarie ma anche con una possibile stanchezza da parte dei genitori ad affrontare le numerose ore di studio necessarie. Sappiamo infatti che uno dei maggiori problemi presenti nei soggetti che soffrono di DSA, è la mancanza di autonomia nell’apprendimento, la quale porta i ragazzi ad una disistima e ad un insuccesso formativo. Per raggiungere l'autonomia formativa occorrono: adeguati strumenti compensativi, una buona motivazione e un ambiente favorevole e stimolante. Il computer permette un vantaggio di tipo psicologico aumentando la sicurezza e la fiducia perché può non venire vissuto come una “protesi” ma come uno strumento “da grandi” ma solo se sostenuto dalla famiglia e dal contesto scuola con continue gratificazioni.

Nonostante i dati raccolti, dal punto di vista quantitativo, siano modesti e senza pretesa di scientificità, i dati qualitativi ci paiono sicuramente più interessanti e significativi, da essi partiremo il prossimo anno con nuova e rinnovata energia, nuovi obiettivi e diverse modalità di lavoro. L’impressione di noi operatori, sia relativamente al percorso delle scuole medie che rispetto al percorso delle scuole primarie, è che raggiungere la motivazione necessaria al raggiungimento delle autonomie, anche in presenza di strumenti adeguati e ambiente favorevole non sia così semplice. Se è vero che l’informatica si presta in maniera specifica perché possiede velocità, memoria, estetica, riproducibilità e infinita possibilità di scambio è anche vero che lo strumento da solo non è sufficiente. Se l’informatica rappresenta un’insostituibile opportunità per chi soffre di DSA, in quanto, ponendosi come strumento vicariante, consente un completo utilizzo delle abilità integre, quali l’intelligenza e la fantasia, rischia di diventare una difficoltà in più se ci si trova in presenza di diagnosi impure. Prendiamo il caso di un ragazzo dislessico puro che facilmente si renderà conto dei vantaggi presenti nell’utilizzo di una sintesi vocale ai fini della comprensione di un testo e che in questo modo potrà raggiungere risultati simili ai compagni, facilmente questo ragazzo accetterà e richiederà di utilizzare il computer se sostenuto da scuola e famiglia. La stessa cosa non è detto che accada in presenza di diagnosi impure, nel caso di cattivi lettori o difetti attentivi, potrebbe succedere che i risultati tardino ad arrivare, che richiedano più tempo o che, se non sostenuti adeguatamente, rendano più complesso il processo di rafforzamento dell’autostima, pena lo scivolamento verso il disinteresse per le attività proposte. In alcune situazioni ciò è proprio quello che ci è parso di osservare; compiti troppo complessi, scarsa valorizzazione del lavoro svolto da parte del contesto scuola, immutata fatica nelle famiglie frustrate dalla percezione del fallimento. Sostenere i ragazzi nei compiti era la richiesta primaria delle famiglie, oberate da carichi di lavoro eccessivo ma a volte vivevamo l’impressione che il lavoro fosse davvero troppo o troppo complesso, che la lettura con sintesi vocale non fosse sufficiente. Allora parte del problema si potrebbe trovare a monte del lavoro che potevamo svolgere. Il computer rimane strumento fondamentale ma non risolutore di tutti i problemi, lo strumento per essere efficace va necessariamente calato all’interno di un percorso individualizzato e specifico che non indica il semplice progetto didattico, ma individua il progetto globale di vita dell’alunno. Ciò sarebbe un diritto dei ragazzi DSA ma non sempre la sua attuazione concreta e specifica risulta  condivisa.

Alla luce di queste riflessioni personali e qualitative, riteniamo che per il futuro sia importante rivedere alcune scelte metodologiche. In particolare riteniamo che un maggiore coordinamento con gli insegnanti di classe sia tassello fondamentale per far mi che gli sforzi nello svolgere un lavoro al computer siano riconosciuti, premiati ed eventualmente richiesti a tutti i ragazzi del contesto classe. Questo potrebbe sostenere la motivazione al lavoro nel corso dei mesi, migliorare l’accettazione dello strumento da parte di chi tarda a riconoscerne i benefici e sostenere una maggiore interazione con i pari al di fuori del “gruppetto di informatica”. Una nota a favore va lanciata per le ormai famose “chiavette” (Personal Reader in particolare), di semplicissimo e immediato utilizzo sono risultate strumento gradito ai ragazzi che potevano utilizzarle indifferentemente alla LIM o al computer portatile in concomitanza con i libri digitali, condividendo contenuti.

E’ necessario quindi mettere in evidenza l’importanza di un’educazione alla tecnologia: qualsiasi bambino e qualsiasi ragazzo ha bisogno sia di una figura che lo guidi nell’utilizzo degli strumenti, che di lavorare in gruppo con altri ragazzi. L’adulto dovrà svolgere il ruolo di intermediario tra il mondo reale e quello virtuale, per sostenerlo, motivarlo, guidarlo ed evitare sterili isolamenti di fronte al computer.

Dott.ssa Alice Scalabrini, psicologa 

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Dott.ssa Alice Scalabrini

Dott.ssa Patrizia Scardilli

 

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