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LA CAA PER L'INCLUSIONE SCOLASTICA

LA CAA PER L'INCLUSIONE SCOLASTICA

del: 12/10/2018

Dott.ssa Alessandra di Giovanna

I FONDI PER LE SCUOLE

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L’articolo di questo mese è tratto da un capitolo della tesi della dott.ssa Alessandra Di Giovanna per la Laurea Magistrale in Scienze della Formazione primaria presso l’Università degli Studi di Verona dal titolo

La Comunicazione Aumentativa Alternativa per l’apprendimento e l’inclusione scolastica di bambini con Bisogni Comunicativi Complessi

Abbiamo scelto di pubblicare il capitolo che riguarda la CAA in relazione all’inclusione scolastica, che risponde un bisogno molto sentito dagli insegnanti nella nostra realtà scolastica inclusiva, cui spesso mancano riferimenti e indicazioni per applicare con consapevolezza e competenza la pratica della CAA in classe

Ringraziamo la dott.ssa Di Giovanna per la disponibilità e la competenza dimostrate

 

La CAA per l’inclusione scolastica

“Nell’attuale società l’istruzione è sicuramente uno dei principali strumenti per prevenire l’esclusione sociale e per garantire delle opportunità di partecipazione attiva in tutti gli ambiti della vita. La scuola e in generale tutti i sistemi deputati all’istruzione hanno l’obiettivo prioritario di promuovere la partecipazione di tutti i soggetti, compresi gli alunni con disabilità, ai processi di apprendimento e di acquisizione di competenze. L’inclusione nel contesto educativo previene l’esclusione” (MIUR – Atto di indirizzo, 8 settembre 2009)

Inclusione significa appartenenza al gruppo e partecipazione sociale, ma anche effettuare un percorso di apprendimento in base alle reali possibilità. È fondamentale favorire lo sviluppo di una cultura di condivisione e di partecipazione nella costruzione di percorsi didattici inclusivi. E per non disattendere mai gli obiettivi dell’apprendimento e della condivisione, è indispensabile che la programmazione delle attività sia realizzata da tutti i docenti curricolari, i quali, insieme all’insegnante di sostegno, definiscono gli obiettivi di apprendimento per gli alunni con BCC in correlazione con quelli previsti per l’intera classe.

L’associazione ISAAC ITALY O.N.L.U.S. nel recente documento Principi e pratiche in CAA (2017, p. 50) affronta il tema della Comunicazione Aumentativa Alternativa nella scuola e sostiene che sia l’intera comunità scolastica a dover essere coinvolta nel processo in questione e non solo una figura professionale specifica. L’alunno fa parte della classe e l’insegnamento in quella classe dovrebbe essere impartito con metodi diversi secondo i principi dell’Universal Design for Learning (UDL) che per quanto riguarda l’apprendimento si fondano su tre criteri:

1) per supportare la comprensione gli insegnanti dovrebbero fornire metodi di presentazione diversificati e flessibili;

2) per supportare l’apprendimento di strategie gli insegnanti dovrebbero fornire modalità di espressione e di tirocinio diversificate e flessibili;

3) per supportare gli apprendimenti a livello emotivo, gli insegnanti dovrebbero fornire opzioni di coinvolgimento diversificate e flessibili.” (2017, p. 50).

Il Modello della Partecipazione, sostiene il comitato scientifico dell’Associazione, può essere utilizzato anche come quadro di riferimento della programmazione scolastica per gli studenti che si affidano alla CAA. All’interno di tale modello devono essere identificati i pattern di partecipazione e i bisogni dello studente e approfondite le aspettative degli insegnanti rispetto al coinvolgimento dello studente all’interno della classe, le metodologie didattiche utilizzate e i relativi tipi di interazioni comunicative. Dopo questa valutazione verranno fissati gli obiettivi possibili e i necessari relativi adattamenti che potranno interessare il singolo studente e/o l’intera classe.

La scuola rappresenta, in età evolutiva, un ambiente fondamentale a sostegno non solo degli apprendimenti ma anche del processo di crescita e di costruzione di identità poiché è qui che il bambino trascorre gran parte del tempo della sua giornata e dove compie una grande quantità di esperienze durante le quali si relaziona con i pari e sperimenta sé stesso. Gli insegnanti giocano quindi un ruolo molto importante per stimolare l’iniziativa comunicativa degli alunni con bisogni comunicativi complessi.

Le interazioni comunicative dipendono dalle competenze comunicative di ogni individuo che partecipa all’interazione e per quanto riguarda i bambini con disabilità verbale, il successo dell’interazione dipende fortemente dalle competenze interattive e comunicative del partner: risulta quindi fondamentale che gli insegnanti riescano a comunicare in modo efficace ed efficiente con questi studenti. Tutto il team scolastico dovrebbe essere coinvolto nella stesura del programma di intervento di CAA personalizzato del singolo bambino e nella sua valutazione così come è importante che i professionisti esperti di CAA possano “verificare e supportare l’implementazione degli obiettivi concordati direttamente a scuola per identificare le opportunità comunicative presenti durante tutta la giornata scolastica, osservare gli scambi comunicativi dell’alunno con gli insegnanti, il personale scolastico ed i pari” (Sarti, 2002). Sarà quindi importante un approccio collaborativo da parte di tutto il team scolastico, mettendo insieme capacità e conoscenze (Kent–Walsh e Light, 2003) e avviando, quando necessario, interventi informativi e formativi specifici. A questo proposito, sottolineano gli studiosi, deve essere considerata la particolare difficoltà che quest’azione formativa incontra soprattutto nella scuola per il massiccio turn-over del personale; non di rado infatti capita che proprio in fase di stabilizzazione degli interventi, il miglioramento degli alunni subisca una brusca interruzione a causa del cambiamento del facilitatore fino a quel momento coinvolto.

L’orientamento comune di tutti gli studiosi che hanno approfondito la tematica è che i professionisti si devono impegnare a fornire l’accesso al normale curriculum scolastico a tutti gli studenti, qualunque siano i loro bisogni e abilità perché essere semplicemente inseriti all’interno di una classe non è sinonimo di accesso a reali opportunità di apprendimento. Beukelman e Mirenda (2014, p. 482) precisano che inclusione scolastica significa che lo studente con difficoltà comunicative acquisisca competenze significative in tutte le aree di studio e ciò implica che nel PEI debbano essere specificati gli obiettivi fissati in relazione al curriculum standard nonché le abilità funzionali che lo studente deve raggiungere per una sua partecipazione sociale nel contesto scolastico e della comunità. In questa prospettiva, oltre alla necessità di una continua collaborazione tra insegnanti, facilitatori linguistici, l’alunno e la sua famiglia, si deve sempre garantire la disponibilità di dispositivi di Comunicazione Aumentativa che siano di volta in volta adatti all’età e ai bisogni dello studente in relazione alla sua partecipazione scolastica e sociale.

Purtroppo ciò non sempre accade e capita molto spesso che gli studenti frequentino la scuola per molti anni senza avere a disposizione strumenti adeguati per comunicare, leggere, scrivere e disegnare. In questo modo, essi non sono in grado di partecipare con successo alle attività didattiche della classe e si trovano in una condizione di svantaggio rispetto agli apprendimenti sociali ed accademici. Ecco perché, viene sottolineato, una pianificazione a lungo termine deve iniziare quando questi studenti sono ancora in età prescolare. L’utilizzo precoce della CAA, infatti, secondo i due studiosi “permette ai bambini di sviluppare le competenze linguistiche, operazionali e sociali necessarie a supportare la loro partecipazione nella scuola primaria” […] Ciò significa progettare in anticipo quali supporti aumentativi utilizzare per la lettura e la scrittura (sia elettronici che non), oltre che a un sistema adatto a facilitare l’interazione sociale con gli altri. Tale pianificazione prevede anche la formazione di una figura di facilitatore all’interno della scuola primaria che conosca gli strumenti e le strategie di CAA.” (2014, p. 483)

 

Dott.ssa Alessandra di Giovanna

digiovanna.alessandra@gmail.com

 

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