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Sensori e VOCAs: facciamo chiarezza
del: 30/08/2022
Sempre più frequentemente collaboriamo con terapisti e clinici che hanno a disposizione ausili propri da proporre e provare con i loro pazienti, così da svolgere prime valutazioni per iniziare il percorso di scelta di un ausilio.
Spesso si presenta l’esigenza di ottimizzare le funzionalità degli strumenti a disposizione nelle strutture, ma questi si rivelano di frequente modelli e versioni molto precedenti a quelle attualmente in commercio, essendo il mercato delle Tecnologie Assistive in continua evoluzione.
Oltre ad offrire la nostra disponibilità per valutazioni online degli ausili in dotazione alle singole strutture, vogliamo fare chiarezza su due dispositivi che molto spesso vengono confusi tra loro, nonostante la loro funzione sia completamente differente: i sensori e i VOCAs.
I sensori, o in inglese switch, sono interruttori “on-off”, o più semplicemente interruttori di “acceso/spento”. Proprio per questo motivo, la loro scelta va compiuta esclusivamente in funzione del residuo motorio dell’utilizzatore, senza trascurare gli aspetti percettivi (feedback acustico, meccanico, ecc).
Le tipologie di sensori sono prevalentemente 5, e si distinguono in base al tipo di stimolo che è necessario ricevano per l’attivazione:
• sensore di comando ad azionamento meccanico: questi sensori sono i più famosi “pulsanti”; per la loro attivazione è necessario imprimere una determinata forza sulla superficie del sensore. La superficie può essere di diverse dimensioni e più o meno sensibile alla forza di attivazione.
• sensore di comando ad azionamento pneumatico: sono sensori che si attivano con soffio e/o aspirazione.
• sensore di comando ad azionamento acustico: questa tipologia di sensori è in grado di intercettare uno stimolo sonoro.
• sensore di comando ad azionamento ottico: attraverso una fotocellula, il sensore riesce a percepire i movimenti all’interno di un raggio d’azione, senza necessità di tocco.
• sensore di comando a bipotenziale: questo sensore viene azionato dalla risposta elettrica generata da una contrazione muscolare.
Per funzionare, il sensore non può essere collegato direttamente al dispositivo che si vuole utilizzare (a meno che questo non sia già predisposto), ma è necessario che venga abbinato ad un’interfaccia compatibile, che permetta di tramutare il segnale ricevuto dal sensore in un input interpretabile dal dispositivo che si vuole controllare.
La scelta dell’interfaccia non è da sottovalutare, in quanto è proprio questo dispositivo che darà una finalità all’azionamento del sensore. Le interfacce per sensori possono essere divise in 3 categorie, rispetto al tipo di strumento compatibile:
• interfaccia per dispositivi elettronici: ad esempio Power Link 4
• interfaccia per dispositivi a batteria: ad esempio giocattoli adattati o comunicatori mono/multimessaggio
• interfaccia per computer: necessitano il più delle volte di avere un software abbinato, anche se è possibile svolgere attività causa-effetto con risorse come Power Point. Riportiamo i link ad approfondimenti specifici per creare delle proprie attività a Power Point: 1° lezione, 2° lezione, 3° lezione, 4° lezione, 5° lezione, 6° lezione.
Sono rari i casi in cui non sia necessaria l’interfaccia, anche se esistono dispositivi dedicati alla comunicazione come Tellui6 che presentano già degli ingressi per sensore, oppure giocattoli adattati specifici con un cavo esterno per un collegamento diretto.
Chiarito il ruolo dei sensori, introduciamo adesso cosa sono e le funzioni che svolgono i VOCAs (Vocal Output Communication Aid).
I VOCAs spesso vengono utilizzati nelle prime fasi di un percorso di Comunicazione Aumentativa Alternativa. Sono comunicatori che possono riprodurre uno o più messaggi/suoni. Lo stesso dispositivo permette di registrare, azionare e riprodurre il messaggio pre-registrato, utilizzando la superficie del dispositivo.
Possono somigliare ad alcuni sensori in quanto molti VOCAs vengono fabbricati dalle stesse case di produzione di sensori ad azionamento meccanico, utilizzando gli stessi stampi/modelli.
Diversamente dai sensori però, i VOCAs non hanno dei cavi in uscita perché non devono azionare nessuno strumento esterno, ma hanno delle porte in entrata. Come precedentemente detto, i sensori si scelgono in base alla capacità motoria dell’utilizzatore e hanno una funzione on-off: se la persona che dovrà utilizzare il VOCA non è in grado di esercitare la forza di attivazione necessaria per l’attivazione della superficie dello strumento, è possibile collegare un sensore esterno che permetta di farlo, simulando con la sua attivazione quella della superficie del comunicatore.
Alcuni VOCAs potrebbero avere inoltre una porta per l’ingresso di un cavo per un gioco adattato: questa dotazione permette di attivare con il VOCA anche il giocattolo. La sua funzione diventa quindi temporaneamente quella di un sensore, ma unicamente per rafforzare anche a livello visivo la connessione causa-effetto (https://www.leonardoausili.com/approfondimenti/a/idee-di-gioco-per-bambini-in-condizione-di-disabilita-64.html) che si ha al momento della pressione della superficie.
Per concludere, nonostante l’aspetto possa essere molto simile, a livello di funzionalità i sensori e i VOCAs non sono paragonabili ed occorre prestare attenzione nel compiere scelte in funzione di specifici progetti riabilitativi.
Elisa Medici - Terapista Occupazionale