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POSSIBILE USO DI COMUNICATORI VOCALI DI TIPO "SEQUENCER" PER LA COSTRUZIONE DI SOCIAL SCRIPT
del: 27/07/2007
Nell'articolo del mese scorso abbiamo riferito dell'interessante workshop, curato dalla logopedista americana Caroline Musselwhite (USA) nell'ambito della seconda conferenza italiana sulla Comunicazione Aumentativa/Alternativa, dal titolo "Chi sta veramente parlando?" che avuto come tema centrale l'utilizzo di social script, o copioni sociali , all'interno di percorsi di CAA.
Vogliamo riprendere, con questo contributo, l'argomento per meglio approfondirlo.
Cosa sono i social script
I "Social Script" possono essere definiti come interazioni in grado di facilitare chi utilizza strategie di CAA, in particolare bambini e ragazzi con gravi limitazioni motorie e/o cognitive, a realizzare comunicazioni colloquiali che non siano strettamente legate a desideri personali o a esigenze particolari dell'individuo, permettendo quindi scambi più complessi e gratificanti della semplice comunicazione dei propri bisogni.
Le interazioni di bambini e ragazzi con complesse difficoltà motorie, cognitive o linguistiche spesso possono essere povere e stereotipate, con sporadiche attivazioni degli ausili per la comunicazione. In molti casi è forte la tendenza a non iniziare la conversazione ed i turni di parola sono del tutto sbilanciati a favore dell'interlocutore parlante (prevalentemente un adulto) che spesso pone domande chiuse o di tipo valutativo.
In questi casi i temi degli scambi sono per lo più circoscritti a quelli che Caroline Musselwhite definisce “i grandi tre”: mangiare, bere, igiene quotidiana. E' scontato che in questo modo non è possibile rispondere alla complessità dei bisogni comunicativi della persona.
I social script sono co-costruiti (da un terpista, da un genitore o da un altro facilitatore con la collaborazione dell'utente) su “copioni” comunicativi (quali il raccontare barzellette, aneddoti, piccoli pettegolezzi o episodi di vita quotidiana, il commentare un avvenimento, il fare uno scherzo o proporre un indovinello) con l'ausilio di semplici comunicatori con messaggi registrati in sequenza.
L'uso di questi “copioni” aiuta ad iniziare ed a mantenere i turni della conversazione ed a sperimentare significative esperienze di successo da un punto di vista sociale, specialmente con i coetanei o con interlocutori poco familiari.
Lo scopo principale è quello di realizzare interazioni che siano: frequenti, stimolanti, che favoriscano l'iniziativa comunicativa, che mantengano l'interesse e che possano essere eseguite velocemente, migliorando le competenze comunicative non soltanto sotto il profilo linguistico, ma anche e soprattutto sotto il profilo sociale e pragmatico della comunicazione.
Facciamo un esempio di frasi per favorire la conversazione per chiarire meglio il concetto. In genere la persona che usa la CAA può iniziare lo scambio con un enunciato in grado di attirare l'attenzione (ad esempio, "Vieni qui", o “Devo dirti una cosa”) e prosegue con una frase di apertura del dialogo ("Indovina cosa mi è successo?”). A questo punto l'interlocutore parlante – molto plausibilmente - chiederà spiegazioni (“No, dimmi!” o, “Che cosa ti è successo”) e l'utente CAA avrà pronta un'altra frase programmata per continuare la conversazione: "Ieri sono andato in piscina".
Le frasi successive, programmate e registrate in modo da “incanalare” la conversazione saranno finalizzate a continuare la conversazione e l'interlocutore parlante la sosterrà facendo domande o interventi legati alla situazioni.
Altre frasi inserite potranno essere finalizzate al passaggio del turno come ad esempio "Cosa ne pensi?". Infine seguirà una frase di chiusura "Ciao, ci vediamo domani".
Generalmente queste frasi sono pre-registrate su comunicatori simili a quelli mono - messaggio che consentono di registrare frasi in sequenza come ad esempio Sequencer (produttore Adaptivation) o Step by Step (produttore AbleNet Inc).
I messaggi registrati verranno riprodotti nell'esatta sequenza grazie ad attivazioni successive del medesimo pulsante. Si tratta di ausili, per la precisione VOCA, di facile accesso e di facile comprensione rispetto alla modalità di utilizzo: l'utente CAA non deve far altro che attivare il comunicatore quando è il suo turno.
Chi può trarne vantaggi?
In molti casi gli utenti con limitate capacità di accesso che sono molto lenti nell'utilizzare ausili sofisticati come ad esempio quelli che prevedono la scansione; ne consegue che difficilmente prendono la parola per primi.
Altri utenti che possono trarre vantaggio dall'utilizzo dei "Social Script" sono coloro che hanno un vocabolario limitato e che dunque hanno maggiori capacità a livello ricettivo rispetto a quello espressivo.
Rispetto all'utilizzo con utenti con ritardo cognitivo inizialmente si riteneva discutibile l'utilizzo dei "Social Script" perché ciò che la persona sta esprimendo (livelli espressivo) è di livello più elevato rispetto alla comprensione (livello ricettivo). Tuttavia nel tempo si è sperimentato che in alcuni casi gli utenti avevano un livello ricettivo maggiore rispetto a quanto si era valutato e in altri casi, utilizzando Social Script molto motivanti (situazioni di gioco, scherzi buffi, etc), si è creata una motivazione che ha aumentato l'iniziativa comunicativa di queste persone.
Quest'ultimo aspetto è stato sottolineato diverse volte durante la conferenza: non è produttivo valutare i prerequisiti per decidere se l'utente può intraprendere un percorso di CAA. I requisiti si sviluppano solo durante le interazioni comunicative motivanti.
I "Social Script" sono stati suddivisi in tre categorie principali: frasi d'azione particolarmente utili per i più piccoli o per coloro che cominciano perché i risultati dell'interazione sono tangibili (ad esempio leggere un libro), frasi per la partecipazione in classe (o in gruppo) come ad esempio prendere parte ad un gioco o un'attività in collaborazione con gli altri come il circle time, frasi per la conversazione come ad esempio fare scherzi.
Durante la discussione in plenaria, Caroline Musselwhite ha precisato che è in ogni caso necessario decidere chi può beneficiare dei "Social Script", come applicarli ed in quali contesti inserirli. Si tratta dunque di una strategia e non di un obiettivo. L'obiettivo primario è sempre l'interazione sociale. I passaggi devono essere accuratamente pianificati e co-costruiti. Gli scambi comunicativi devono essere frequenti, avere valore motivante e partire dal bambino. L'interazione deve essere variata per mantenere l'interesse, i turni devono essere fluidi e includere molti interlocutori e non deve esserci bisogno di un rinforzo.
Riportiamo a titolo di esempio un social script di conversazione generica, avente per tema il ritorno dalle vacanze e gli interessi generali, ipotizzando uno scambio tra un bambino che usa la CAA ed un coetaneo (ad esempio un compagno di classe o un amico).
In grassetto trascriveremo le frasi registrate che il bambino non parlante riprodurrà attivando il VOCA. I punti di sospensione messi tra parentesi stanno a rappresentare le risposte dell'altro bambino, risposte che naturalmente non possiamo conoscere, ma che potremmo ragionevolmente prevedere sulla base dell'architettura del copione stesso.
Ciao!
(….)
Sono appena tornato dalle vacanze.
Tu dove sei stato?
(……)
Ti sei divertito?
(……..)
Sai dove sono stato io?
(…..)
Sono andato al mare con i miei genitori e mia sorella
(…….)
Indovina dove ci hanno portato……
(…….)
Al parco acquatico!! Tu ci sei mai stato?
(…….)
Era bellissimo!
C'erano anche i delfini, ti piacciono?
(…….)
Il delfino è il mio animale preferito. Qual è il tuo?
(…….)
Perché ti piace così tanto?
(…….)
Io ho un libro bellissimo sugli animali, lo vuoi vedere?
(…….)
Ok, allora domani te lo porto, va bene?
(…….)
Allora promesso, domani lo porto
Ciao!
Osservando la struttura dei social script possiamo notare come questi copioni in qualche modo capovolgano ruoli e modalità comunicative che si realizzano tipicamente tra parlanti e non parlanti. In questo caso è infatti l'utente CAA a dirigere lo scambio dialogico attirando l'attenzione e sostenendola e ponendo fine di propria iniziativa alla conversazione stessa. Questo avviene grazie alla costruzione di domande chiuse, per cui è l'interlocutore parlante a trovarsi in qualche modo “incanalato” dalle regole del copione.
E' evidente che la complessità dei social script varierà in funzione delle abilità cognitive dell'utente; risulta inoltre chiaro come la co-costruzione di un social script richieda tempo e accuratezza.
I numerosi esempi riportati durante il workshop dove attraverso filmati abbiamo potuto vedere bambini e ragazzi con compromissioni motorie molto gravi raccontare barzellette e indovinelli, scherzare con i familiari e i compagni ci hanno però dimostrato come questo tipo di scambi possa rappresentare un'insostituibile esperienza di successo per gli utenti CAA.
Tuttavia, come ha anche sottolineato Caroline Musselwhite rispondendo ad alcune domande poste dall'uditorio, non dobbiamo dimenticare che i Social Script altro non sono che uno strumento, una strategia che deve essere necessariamente inserita in un percorso dove la graduale acquisizione della competenza comunicativa, intesa in senso lato, sia finalizzata ad un aumento della partecipazione, ovvero ad un reale incremento delle capacità di poter migliorare le proprie condizioni di vita.
Dott.sa Vittoria Stucci
Dott.sa Francesca Caprino
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Riferimenti
Social script e gioco adattativo: una combinazione vincente !
Articolo di C. Musslewithe tradotto in italiano
http://www.isaac-online.org/ie/articles/133/1/Social-script-e-gioco-adattativo
AAC Intervention
Sito curato da Caroline Musslewithe, vi si possono trovare numerosi social script
http://www.aacintervention.com/
Social scripts: co-planned sequenced scripts for AAC users
Atti della confernza del 2002 su tecnologie e persone con disabilità dell'università di Northridge (California)
http://www.csun.edu/cod/conf/2002/proceedings/209.htm
Dai, chiacchieriamo!
Frasi Sociali in sequenza co-pianificate
Di Caroline Musslewhithe
2007 ISAAC
Simplified Technology
Small talk is a big deal
Di Robert Cantine (diapositive sui social script)
http://www.dynavoxtech.com/files/resource/smalltalk.pdf
A script-based AAC system for transactional interaction
Richard Dye, Norman Alm, John L. Arnott , Gillian Harper, and Arthur I. Morrison
1998 Natural language engineering Cambridge Press
Social Script and adaptive play
http://www.isaac-online.org/ie/articles/105/1/Social-Scripts-and-Adaptive-Play