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DAD: un'esperienza durante l'emergenza COVID 19
del: 03/06/2020
Per noi la didattica a distanza è stata la tempesta perfetta; parlo al plurale perché la mia esperienza va a braccetto con quella del mio collega con il quale mi alterno nella cura di due alunni: un ragazzo ed una ragazza, fratello e sorella adottivi, che frequentano rispettivamente la seconda e la prima media.
I nostri due eroi sono affetti da idrocefalia e presentano un quadro di abilità misurabili molto deficitario.
L’alunno che frequenta la II media è stato affidato a me anche l’anno scorso e per questo il tempo dedicato all’avvio dell’anno è trascorso rapidamente, senza necessità di creare empatia e sintonia grazie ai vividi ricordi del precedente anno scolastico.
L’alunna invece, con tutte le sue meravigliose specificità, ha richiesto grandi sforzi di attenzione, sia nel momento dell’inserimento, che in seguito nella stabilizzazione della routine scolastica.
Potrei dire che la serenità sua e nostra è arrivata dopo le vacanze di Natale, da lì ci sono stati concessi un paio di mesi di vita scolastica insieme fino alla repentina chiusura delle scuole.
Nonostante la sintetica presentazione si può comunque percepire quanto il contatto, lo sguardo e il sentire comune siano fattori imprescindibili per stimolare le abilità cognitive e la socialità di questi ragazzi.
Tutto è venuto meno da un giorno all’altro e inizialmente ci siamo preoccupati, ma poi abbiamo capito che avremmo potuto percorrere strade diverse.
La nostra scuola si è attivata con la piattaforma GSUITE e abbiamo coinvolto la famiglia che ha risposto positivamente e con entusiasmo.
Una volta ottenuti gli account, abbiamo concordato degli orari possibili per delle lezioni individuali mediante Meet, tenendo ben presenti le esigenze della famiglia in merito alla cura dei due alunni, che sono parte di un nucleo familiare numeroso al cui interno coesistono svariate necessità.
La famiglia ci ha proposto due ore a settimana, durante la mattinata e al termine delle lezioni curricolari, naturalmente ci siamo attivati seguendo questa indicazione. Per ogni materia è stato pensato un progetto mediante canali di stimolo uditivi e visivi.
L’utilizzo di Google Earth in 3D ci ha consentito di potenziare l’orientamento spaziale tra i luoghi come casa e scuola; la conoscenza con un personaggio ricorrente ci ha permesso di sviluppare un testo descrittivo a partire da domande sul protagonista, cercato appositamente affinché riportasse caratteristiche simili al nostro alunno; alcuni video con immagini abbinate a musica e parole in rima hanno facilitato l’acquisizione della discriminazione tra forme e colori; il montaggio di un video con intervista doppia tra insegnante e alunno ha stimolato la memorizzazione delle domande base e relative risposte in lingua inglese; un video con invito ad utilizzare le parti del corpo come strumento musicale a percussione ha consolidato l’abilità di conteggio abbinata al ritmo musicale; l’alimentazione personale dell’alunno ha creato la base di partenza per una serie di slide sulla scelta consapevole dei cibi all’interno di un progetto Intercultura ; un racconto noto come quello di “Cappuccetto Rosso” ci ha permesso di apprendere nuovi termini in lingua francese.
A scuola abbiamo sempre dedicato molto tempo alla motricità accompagnata da stimoli musicali, ritmici o sviluppata mediante oggetti specifici, tutto questo resta un punto sul quale non siamo riusciti ad intervenire mediante dad.
Il tutto è stato sempre intervallato da momenti di riposo nei quali ci siamo scambiati battute e racconti sulle nostre giornate, per stimolare la narrazione ma anche per non perdere quel prezioso legame che ci rende un team anche nella dad.
Su quanto sia efficace, stimolante e appagante la dad nel caso di questi alunni così speciali non posso esprimermi con certezza a breve termine, posso però dire che dopo essere uscita solo per la spesa alimentare dal 4 marzo ad oggi, ieri mi sono concessa la prima uscita non “per necessità”: sono andata a trovare i miei alunni, a distanza e con mascherina, ma ci siamo guardati salutati e per un attimo mi sono sentita davvero soddisfatta.
Laura Baligioni
Insegnante di sostegno presso scuola secondaria I grado in provincia di Perugia
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