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STRATEGIE E STRUMENTI AT PER SOLLECITARE L'INTENZIONALITA' COMUNICATIVA

STRATEGIE E STRUMENTI AT PER SOLLECITARE L'INTENZIONALITA' COMUNICATIVA

del: 16/03/2016

Dott.ssa Cristina Sassi

A volte ci si rivolge alla tecnologia nella speranza che permetta ad abilità e competenze, imprigionate da un handicap motorio o cognitivo, di uscirsene allo scoperto e di poter essere esercitate appieno senza vincoli ed ostacoli.

Quando si parla di comunicazione, questo può avvenire solo se il soggetto ha ricevuto una "educazione" ed un "avviamento" alla comunicazione, della quale la verbalizzazione è solo uno dei molteplici componenti.

Ciò non significa che, anche se ancora tali competenze devono essere acquisite, la tecnologia assistiva non possa essere d'aiuto per creare le condizioni ideali per sollecitarne lo sviluppo. Questo, sia chiaro, senza alcuna garanzia di successo, soprattutto se la proposta di strumenti non è accompagnata da un progetto condiviso da più attori ed avente obiettivi chiari e misurabili.

A tale proposito, tenendo conto anche di alcuni nuovi dispositivi introdotti recentemente nel mercato degli ausili, ritengo possa essere interessante condividere la relazione riferita ad una consulenza effettuata recentemente con un bambino di 3 anni con un importante deficit cognitivo.

 

Per Andrea la consulenza è volta a verificare l'opportunità di introdurre supporti e strategie per sollecitare l'intenzionalità comunicativa.

...(omissis)...

Viene quindi proposto al bambino di attivare un giocattolo adattato e poi di avviare un file video attraverso la pressione di un sensore di medie dimensioni.

Il bambino guarda con attenzione il filmato; quando questo viene fermato attivando il sensore, il bambino distoglie lo sguardo dal monitor e lo sposta prima sull'adulto, poi sul sensore, mostrando di aver compreso la causalità tra l'attivazione del sensore e la riproduzione del video.

Durante la consulenza appare disturbato, forse anche dal contesto non familiare, ma una osservazione attenta del suo comportamento durante le prove fa propendere per un interesse da parte sue per l'attività proposta ed una comprensione da consolidare della relazione causa effetto.

Diverse sono le attività orientate a favorire la consapevolezza della relazione esistente tra un’azione volontaria (l'attivazione del sensore) ed una reazione ambientale (attivazione di un giocattolo o di un file multimediale, attivazione di un comunicatore con uscita in voce, attivazione di dispositivi elettrici -  ad esempio il phon- ecc).

Il sensore consigliato è Buddy Button, che va posizionato su un piano d'appoggio stabile, avendo cura di identificare e mantenerne fissa la posizione, in modo che il bambino automatizzi l'azionamento e possa dirigere lo sguardo sul feedback ambientale. Importante anche favorire il controllo del capo.

Attraverso cavetti adattatori di dispositivi a batteria si possono adattare giocattoli comunemente in commercio (a batteria, con un unico interruttore on/off): Andrea potrà utilizzare il sensore per ottenere l'attivazione del giocattolo.

Per la costruzione dei cavetti è possibile anche consultare il nostro sito alla pagina

http://www.leonardoausili.com/approfondimenti/adattamento-di-giocattoli-mezzo-di-sensori-costruire-un-cavetto-adattattore

Con un adattatore BJ Partecipation Box il bambino potrà attivare anche dispositivi elettrici, sempre attraverso la pressione dello stesso sensore.

Collegando il sensore al computer attraverso un apposito adattatore (Woodpecker, con il software in dotazione Woodmouse – foro 5-), Andrea potrà emulare con il sensore il click del mouse: posizionando il puntatore del mouse sul pulsante di avvio/stop del software Windows Media Player, il bambino potrà controllare la riproduzione di files audio  e video, oppure sfogliare attività create con Power Point (si possono creare sequenze da sfogliare con immagini e suoni famigliari, oppure riprodurre libri di favole, oppure personaggi in movimento con accompagnamento di files audio, ecc:  sul nostro sito

Power Point Prima Lezione

troverete indicazioni per la costruzione di una attività di questo tipo).

(ndr: presto verrà proposta una raccolta di attività pronte)

Altre attività semplici possono essere proposte sempre collegando il sensore al Woodpecker ed utilizzando il programma “Woodshow”, facendo comparire immagini e suoni (anche registrati e quindi familiari) all’attivazione del sensore.

Per lavorare poi sull'associazione tra emissione di un messaggio e reazione ambientale (fondamentale per costruire un percorso di avviamento alla comunicazione), lo stesso sensore può essere proposto per attivare un comunicatore semplice.

Per rendere intensa l'esperienza di associazione di un significato all'emissione di un messaggio verbale, si può utilizzare il comunicatore per far dirigere al bambino alcune attività di gioco con un gruppo ristretto di compagni disponibili e collaboranti, in situazioni di gioco ben strutturate e di breve durata (la mamma riferisce che alla scuola materna ci sono diverse bambine che coinvolgono volentieri Andrea e che potrebbero costituire una risorsa importante per questo genere di attività).

Andrea potrebbe, attraverso un comunicatore Step By Step Gameplay, dirigere i compagni nel gioco della bandiera o nel gioco “strega comanda colore”. Questo consentirebbe di osservare anche se Andrea impara a rispettare i tempi del gioco, competenza che si renderà indispensabile anche nel rispetto dei turni comunicativi.

Sarebbe opportuno approntare una tabella di osservazione che possa misurare, nelle diverse sedute e occasioni di gioco, quanto tempo passa tra una attivazione del comunicatore e quella successiva, se Andrea osserva il feedback fornito dal gruppo, se presta attenzione e se risponde ad eventuali sollecitazioni dei compagni (che devono essere istruiti però a limitarsi a comunicazioni funzionali al gioco).

Altre idee, da introdurre in momenti successivi, si trovano sul nostro sito alla pagina

Alcune idee per l'utilizzo dei comunicatori monomessaggio

comunicatori vocali e costruzione di social script

In conclusione, si consiglia di avvalersi della dotazione di ausili sia per effettuare attività a casa, sia coinvolgendo la scuola, confrontandosi con i terapisti con i quali sarà opportuno concordare le singole attività da proporre. Con questi ultimi si valuterà eventualmente se e quando introdurre simboli in associazione all'uso del sensore per le varie attività. Da tale associazione si potrà poi partire per il passo successivo, che potrebbe consistere nella richiesta di scelta tra le attività da svolgere, scelta da effettuare attraverso la selezione del simbolo cartaceo corrispondente, in assenza dell'oggetto concreto.

Con l'utilizzo dei simboli, si potrà poi valutare eventualmente l'introduzioni di altri dispositivi di supporto alla comunicazione.

 

Cristina Sassi

c.sassi@leonardoausili.com

 

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