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Inclusione non esclusiva - l'importanza di un ambiente di apprendimento inclusivo

Inclusione non esclusiva - l'importanza di un ambiente di apprendimento inclusivo

del: 10/02/2023

Dott.ssa Cristina Sassi - Psicologa, Esperta di Tecnologie Assistive Digitali

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Ho sempre considerato un privilegio il potersi confrontare con la diversità, ed è in quest'ottica che qualsiasi intervento volto ad ampliare l'accessibilità di attività e contenuti rappresenta a mio parere un'occasione preziosa all'interno di un contesto educativo.
Il lavoro di adattamento e la partecipazione ad attività inclusive stimolano in tutti coloro che ne prendono parte il pensiero divergente ed il problem solving, ed inoltre rappresentano occasioni per approfondire e accrescere le proprie conoscenze e consapevolezze.
Per questo motivo ritengo che sarebbe un'occasione persa non prevedere in maniera esplicita e costante l'inclusione di tutta la classe nel Piano Educativo Individualizzato degli studenti con disabilità o nel Piano Didattico Personalizzato degli alunni con Bisogni Educativi Speciali.
La prospettiva si capovolge: si tratta di trovare un modo per coinvolgere la classe nel progetto educativo dei singoli.
In un periodo in cui tanto si parla di ambienti d'apprendimento inclusivi e di cambio di prospettiva delle figure educative, una scuola coinvolta nel progetto di inclusione è sicuramente un buon contesto nel quale applicare questi cambiamenti.
Se si vuole rispettare il significato originario del termine educare (lat. educere, tirare fuori), cercare insieme e realizzare attività inclusive va sicuramente in questa direzione, che comprende l'Universal Design for Learning.

Con alunni con disabilità o bisogni educativi speciali, a volte non è semplice trovare la strategia o gli strumenti a supporto di un obiettivo di reale inclusione, partecipazione, condivisione.
In Leonardo Ausilionline, durante questi 25 anni di collaborazione con le diverse figure coinvolte nei progetti di accessibilità ed inclusione, nel nostro ruolo di esperti in tecnologie assistive abbiamo raccolto diverse esperienze.
Le vogliamo condividere, nella speranza che possano servire come spunto anche a chi non possiamo incontrare per un confronto diretto o virtuale (poiché la nostra attività include, tra l'altro, anche consulenzeincontri formativi).

Attività inclusive a scuola: esempi, strategie, strumenti

Il computer è una dotazione di tutte le scuole, non sempre accessibile a tutti (alunni, ma anche insegnanti). Alcuni studenti con problemi di vista possono giovarsi di impostazioni previste da diversi sistemi operativi (accesso facilitato, accesso guidato) per accrescere il contrasto degli elementi sullo schermo e per aumentarne le dimensioni, così come è possibile escludere l'autoripetizione dei tasti della tastiera, se questi vengono premuti più a lungo da chi ha difficoltà nel controllo dei movimenti. Coinvolgere i compagni di classe in queste regolazione software significa fornire loro competenze e conoscenze informatiche che spesso nemmeno i professionisti conoscono.

Se gli adattamenti non sono sufficienti, si può ricorrere alle Tecnologie Assistive, senza necessariamente prevederne un uso esclusivo da parte dell’alunno con difficoltà. Chi ha avuto in classe un alunno ipovedente che utilizza un videoingranditore, conosce bene come questo strumento solleciti la curiosità di tutti nell’analizzare oggetti ingranditi. Perchè allora non farne strumento di classe per la lezione di scienze?

videoingranditore

Quando un alunno segue un percorso di avviamento alla Comunicazione Aumentativa Alternativa, si aprono interessanti prospettive nella classe.
Le prime fasi in questo tipo di percorsi prevedono che al bambino non verbale, che deve sviluppare competenze comunicative, vengano proposte attività causa effetto per consentirgli di comprendere che ad un gesto intenzionale corrisponde una reazione nell'ambiente circostante.
Proviamo ad adattare il gioco 'strega comanda colore': il bambino che non parla può utilizzare il suo VOCA o il suo comunicatore dinamico per scegliere un colore (o anche selezionarlo casualmente: non esistono errori in questo tipo di attività) e questo verrà verbalizzato dal dispositivo: immediatamente i compagni, che erano attenti ed in ascolto, come conseguenza partiranno fulminei, offrendo un'esperienza di grande impatto al compagno, stimolandolo a ripeterla con sempre maggior consapevolezza.
Attività come questa, o come il gioco della bandiera, possono essere svolte anche in esterno, grazie all'utilizzo di voca impermeabili e con audio potenziato o di comunicatori dinamici con amplificatori wireless e apposite custodie. Nel Modello della Partecipazione, non esistono preclusioni nemmeno nei casi più sfidanti.

voca big point

Se il bambino con Bisogni Comunicativi Complessi utilizza già in modo competente modalità di Comunicazione Aumentativa Alternativa, diverse sono le opportunità di scambio con uno più compagni, che possono assumere un ruolo di partner ed imparare a loro volta che la comunicazione si può svolgere attraverso diversi canali.
I compagni possono essere coinvolti nella preparazione di materiali low tech per arricchire i contenuti delle tabelle di comunicazione cartacee (anche attraverso ricerche in internet, formattazione e stampa di immagini ed etichette), possono esercitarsi con l'utilizzo dell'etran anche tra di loro, acquisendo conoscenze rispetto alla fisica e alla fisiologia, ma anche consapevolezza relativa ai diversi aspetti che compongono la comunicazione, al di là della semplice capacità di articolare parole (il rispetto dei tempi dell'interlocutore, l'importanza dei toni e delle pause, i ritmi dello scambio, espressioni e gesti, ecc).
Se il compagno utilizza strumenti tecnologici per comunicare, possono donargli la loro voce.
Un software di comunicazione che permette l'utilizzo di gif animate può anche diventare poi un vocabolario dei gesti per chi utilizza diverse modalità comunicative (come prevede la CAA). I compagni così possono essere messi a parte del significato di alcuni gesti convenzionali o personalizzati senza la necessità di un mediatore.


comunikit school

Bambini con gravi disabilità motorie a volte partecipano alle attività da sistemi di postura adattati alle loro caratteristiche e necessità.
In alcuni casi, per consentire anche di mantenere il capo in posizione eretta, può essere necessaria una postura lievemente basculata (inclinata all'indietro). Può anche accadere che parte del campo visivo sia occupato da bracci per sensori o tablet o anche dal comunicatore oculare.
Tutte le attività svolte a terra o nel campo visivo occupato rimangono inaccessibili a questi studenti.
Perché non pensare insieme ad altre attività che si sviluppino su piani o superfici diversi? Esistono droni, lampadine che cambiano colore, giocattoli che si arrampicano sui muri…e tutte queste attività sono accessibili anche attraverso dispositivi adattati, fino ad arrivare alla possibilità di controllarli tramite lo sguardo con un puntatore oculare. Coinvolgere i compagni nella programmazione è sicuramente un ottimo approccio alle materie STEAM.

Se il compagno di classe non riesce a premere il click del mouse o un tasto della tastiera, esiste addirittura la possibilità di creare per lui un tasto personalizzato, studiandone insieme la dimensione e il posizionamento per ridurre al minimo lo sforzo ed aggirare l'ostacolo. Non necessariamente occorre essere ricercatori per creare e testare un prototipo

Da provare poi sono le infinite possibilità offerte dai libri in simboli, sia per l'avviamento alla literacy, sia per il sostegno all'apprendimento della lingua italiana come L2. L'utilizzo dei simboli può essere esteso a tutto l'ambiente, consente un passaggio dal digitale al cartaceo attraverso l'uso di software specifici, permette in alcuni casi la fruizione degli stessi contenuti su diversi supporti e con diverse modalità di accesso, in un continuum di adattamenti che va dal libro normalmente sfogliato, a materiali adattati, all'utilizzo su tablet tramite touch screen, alla fruizione tramite sensori o altri sistemi di puntamento alternativi al mouse. Fare davvero le stesse cose, semplicemente in modo diverso.

facilibri

Anche gli ambienti possono parlare e guidare ad alcune autonomie.
Un VOCA a fianco della macchinetta delle bibite, una sequenza di immagini simboliche stampata di fronte al lavandino o nella toilette possono rendere autonomi molti studenti con difficoltà cognitive.
Queste autonomie possono essere esplorate anche al di fuori del contesto concreto, trasferendo su scene visive o su apposite app le sequenze, da consultare in autonomia e al bisogno, per potersi muovere negli ambienti comuni con la stessa sicurezza dei compagni. Questi ultimi, se coinvolti nella scomposizione delle attività in microazioni, avranno a loro volta occasione di esercitare il pensiero analitico e critico in contesti nei quali di solito non ci si ferma mai ad osservare e ragionare.

muro parlante

Altre opportunità vengono poi offerte da elementi d'arredo o da accessori come tavoli con incavo, ruote, piani inclinabili e modulari e regolazione in altezza, eventualmente abbinati a sedute ergonomiche regolabili. Oltre ad essere accessibili a persone in carrozzina e a rendere alcuni compiti più semplici per persone con disabilità visive, possono essere utilizzati in modo creativo e stimolano inoltre l'analisi ed il confronto rispetto ai principi di ergonomia e design for all.
A completare il quadro degli accessori di arredo per favorire l'accessibilità, ma anche l'ergonomia, si possono aggiungere bracci orientabili da agganciare a piani o direttamente al muro per monitor, dispositivi touch, altre periferiche o sensori.

tavolo ergonomico

Rimangono tanti altri ambiti da esplorare, come la musica da creare con strumenti inconsueti, contaminando in modo creativo e inusuale le lezioni e le aule di musica. Si può suonare schiacciando, sollevando, strisciando, premendo
O come alcuni giochi da svolgere in gruppo, all'interno dei quali è possibile attribuire un ruolo a ciascuno in funzione delle sue abilità.

Ci sono, per avviarci a conclusione, strumenti come ad esempio la sottotitolazione simultanea per i sordi, che combinati con strumenti pensati per i disturbi specifici dell'apprendimento o per i ciechi, possono fornire un servizio importante a tutta la classe ed anche agli insegnanti, consentendo la creazione di tutorial che possono essere condivisi in internet o di appunti editabili e da riascoltare attraverso una sintesi vocale.

Questi gli esempi che sono fluiti in ordine sparso, proprio perché vogliono essere soltanto spunti e non rappresentare una guida.

Una delle regole che ci siamo dati è di non avere segreti: le conoscenze vanno condivise, per promuovere la cultura e la conoscenza delle tecnologie assistive digitali.
Se questi spunti hanno creato curiosità, suscitato perplessità, evidenziato un bisogno, noi siamo qui: disponibili al confronto e a dare spazio ad altri approfondimenti o esperienze.

Dott.ssa Cristina Sassi 

c.sassi@leonardoausili.com

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